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Ocse. Summit a Parigi dei ministri della Salute: “Ci sono ancora troppe disuguaglianze”


Eliminare le diseguaglianze nelle cure, combattere la resistenza agli antibiotici, trattare le patologie croniche della popolazione che invecchia. Sono questi alcuni dei principali punti di partenza dell’analisi condotta dai ministri della Salute degli Stati Ocse riuniti a Parigi il 16 e 17 gennaio, per prepararsi alle sfide future e soprattutto per adeguare la Sanità Pubblica alle innovazioni tecnologiche. IL DOCUMENTO

18 GEN - La popolazione invecchia e le patologie croniche aumentano. Contemporaneamente le sperimentazioni di farmaci innovativi e i piani di prevenzione sempre più efficaci fanno calare il tasso di mortalità. Ma questo non vale per tutti. Le disuguaglianze persistono tra i paesi più ricchi e quelli più poveri, tra i luoghi dove c'è maggiore istruzione e quelli dove la scolarizzazione è ancora troppo bassa. La resistenza agli antibiotici, poi, rappresenta un altro grosso scoglio da superare. Siamo di fronte a risultati, sfide e minacce globali. Obiettivi raggiunti e altri ancora da fissare.
 
Sono queste le principali questioni che i ministri della Salute degli Stati membri dell'OCSE hanno affrontato durante il Forum di Parigi, il 16 e il 17 gennaio 2017. Insieme hanno redatto un documento per fare il punto della situazione e proporre delle idee che possano migliorare i vari sistemi sanitari.
 
La proposta: interscambio dei dati sanitari.
La loro proposta si basa soprattutto su un unico obiettivo: stabilire delle norme chiare, che valgano per tutti gli Stati, sull'utilizzo dei dati personali di coloro che accedono ai servizi del Sistema Sanitario. La privacy, infatti, non è tutelata ovunque allo stesso modo: è per questo che i rappresentanti politici hanno sentito l'esigenza di unificare il trattamento. Facciamo un esempio: se la diffusione e l’utilizzo dei dati personali si basa sul consenso, allora questo consenso deve essere uguale per tutti e ritenuto valido solo se è informato ed è dato liberamente. I ministri chiedono, inoltre, che l’unificazione del trattamento dei dati personali possa agevolare l'interscambio tra i vari Stati. Chiedono all'OCSE di sviluppare degli strumenti statistici specifici che permettano di valutare le esperienze di cura vissute dai singoli pazienti nei vari paesi. Ciò permetterebbe di capire quali sono le lacune dei sistemi sanitari e, soprattutto, quali sono le esigenze reali delle varie persone. Insomma, la loro filosofia è piuttosto semplice: solo conoscendo gli obiettivi su cui puntare sarebbe possibile fare un programma dettagliato per raggiungerli.
 
La situazione sanitaria attuale dei Paesi Ocse.
La relazione dei ministri, oltre ad offrire degli spunti di miglioramento, si sofferma anche ad analizzare lo stato dell’arte. Molti dei paesi europei segnalano una crescita della spesa sanitaria pro capite al di sotto dei tassi di crescita osservati prima della crisi. Al di fuori dell'Europa, invece, la spesa sanitaria è cresciuta di 2,5 punti percentuali, dal 2010 ad oggi. Contemporaneamente sono migliorati i trattamenti di cura e prevenzione, riducendo del 50% le malattie mortali cardiovascolari. Dagli anni 70 ad oggi, secondo alcuni dati OCSE, l'aspettativa di vita è aumentata di più di 10 anni. I fumatori sono diminuiti di un quarto dal 2000 ad oggi, ma per quanto riguarda l'abuso di alcol e l'obesità c'è ancora tanta strada da fare.
Grandi sfide che, secondo gli esperti, possono essere affrontate soprattutto valutando le esigenze reali dei pazienti con una messa in rete dei loro dati e delle loro opinioni.
 
Dove c'è salute c'è meno crisi economica.
Questi obiettivi sono di ampio respiro, non riguardano solo la Salute Pubblica, ma la situazione socio-economica di tutti i paesi. Se le persone godono di una buona salute, possono essere più forti e rappresentare un capitale umano in grado di contribuire alla crescita. Lo stesso Sistema Sanitario, come datore di lavoro, può contribuire all'economia. È per questo motivo che i ministri chiedono all'OCSE di aiutarli anche a stilare un'agenda che possa migliorare le condizioni di lavoro del personale sanitario, valutandone le abilità professionali, la retribuzione, e tutte le competenze di cui hanno bisogno per adattarsi alla digitalizzazione.
 
Le sfide della tecnologia.
Intanto, cambiano pure le aspettative della gente: la tecnologia apre a possibilità infinite. Ma se in molti settori le innovazioni restano al passo con i tempi lo stesso non può essere detto della sanità, dove esiste un vero e proprio gap: ci sono persone che hanno già un piede nel futuro e altre che sono totalmente bloccate nel passato. Non è una questione di semplice capacità di utilizzo delle nuove tecnologie o di aggiornamento, è anche una questione economica. Creare un approccio sanitario che sia centrato sulla persona può migliorare la qualità delle cure e diminuire gli sprechi. Sono tutte sfide che bisogna affrontare per rendere l'assistenza sanitaria quanto più adeguata possibile alle esigenze future. Cancro, patologie mentali e ictus. Sono questi i principali problemi di salute a cui ci si rivolgerà inizialmente, cercando di attingere dalle eccellenze per aiutare quei paesi che sono più indietro nella cura di queste malattie. Questi impegni non rimarranno semplicemente relegati su un documento di poco più di 15 pagine, ma saranno monitorati di volta in volta "non vediamo l'ora - hanno concluso i ministri del documento - di rivedere i progressi di questi lavori tra cinque o sei anni".

18 gennaio 2017
© Riproduzione riservata


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