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Rispetto per i precari. Tutti i dubbi sul Dpcm all'esame dei sindacati

di Bruno Schiavo

19 NOV - Gentile Direttore,
spero che i fatti mi contraddicano ma la lettura della bozza del Dpcm per la stabilizzazione del personale del SSN pone importanti interrogativi e riduce al lumicino le speranze che tutti noi avevamo finora cullato.
I principali motivi di preoccupazione sono:
1)    Assenza di espliciti riferimenti alla stabilizzazione di personale con contratto atipico che sembra escluso dal provvedimento
2)    Assenza di criteri applicativi, alias deroghe, per le procedure concorsuali nelle Regioni soggette a piano di rientro, e quindi a blocco del turn over, che sono proprio quelle finora costrette ad utilizzare il precariato
3)    La preoccupazione è grande perché in molti ospedali il contributo dei precari è sempre più rilevante e insostituibile.

E nel San Camillo di Roma all’interno del precariato la presenza di medici con contratti atipici, grazie anche alle recenti politiche gestionali, è numericamente la più consistente: tre volte superiore rispetto ai colleghi con rapporto di lavoro subordinato.

Credo che, anche se i vincoli di bilancio sono sempre più pressanti, sia doveroso che le istituzioni rispondano con chiarezza oggi ad una richiesta che ha un comune denominatore: il rispetto.
Rispetto delle regole e rispetto per le persone.

I medici che da anni lavorano, in una condizione di arcinota illegittimità perché non potrebbero essere utilizzati in attività assistenziali, con retribuzioni modeste, con molti doveri, moltissime responsabilità e nessun diritto devono avere una indicazione chiara per il loro futuro.
Sognano un futuro ospedaliero, ma non possono continuare a vivere di sogni.

L’ennesima proroga rappresenterebbe l’ennesimo schiaffo per chi ha consentito che l’assistenza, se pure faticosamente, non si fermasse.

Credo sia mortificante per tutti immaginare che anche nel futuro in uno dei più grandi ospedali di Roma l’assistenza sarà garantita, contro ogni legittimità, grazie allo sfruttamento dei precari.
E ci potremmo meravigliare se i cococo, che nella Regione Lazio ricevono annualmente illusorie promesse dal 2009, decidessero di gettare la spugna ?

Bruno Schiavo
Segretario Aziendale Anaao Assomed
San Camillo Forlanini Roma


19 novembre 2013
© Riproduzione riservata

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