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Le giuste celebrazioni e le inutili targhe

di Gerarda Izzo

01 MAR - Gentile Direttore,
scrivo per rappresentare un diverso punto di vista nello scenario "istituzionale" delle Professioni Sanitarie e vorrei aggiungere un umile valore funzionale allo stato attuale del nostro Sistema Sanitario Nazionale, condividendo sul suo giornale, il mio pensiero che non ho potuto esprimere al Convegno (anche se presente/delegata su invito), nella giornata celebrativa "I primi vent'anni della legge n. 42/1999".

Ho sentito il bisogno di scrivere una sintesi oggettiva, focalizzata sul profondo significato della parola "celebrazione" e anche l'emozione dolorosa per la mancata opportunità di "libera espressione", sembrerebbe per "lungaggine dell'evento", colmata dalla sterile consegna di inutili targhe.
Premetto che ho apprezzato molto alcuni degli intervenuti e la parte nobile dell'organizzazione di questa giornata.

Bene, ..celebrare.. onorare, magnificare, applaudire, e nella sua espressione più elevata santificare, festeggiare solennemente un anniversario è davvero un momento oserei scrivere sacro.
Quindi la celebrazione va tutelata da strumentalizzazioni e personalismi, e da bassi interessi politico-economici di alcuni soggetti che probabilmente non torneranno mai più alla professione vera, ..che tanto "scimmiottano" di conoscere, amare e tutelare.
 
..che questa nobile celebrazione "faraonica e istituzionalizzata" sia servita solo per ingraziarsi l'establishment politico presente e preparare una strada per un domani..? Ci può anche stare, ma non sulla pelle dei veri protagonisti del SSN, gli operatori e professionisti della salute dei cittadini!
 
In breve, il mio pensiero. L’evento celebrativo del 23 febbraio segna e rappresenta un momento epocale per le professioni sanitarie.
Le leggi 42 e 251 segnano il definitivo abbandono del ruolo “residuale” dei Professionisti Sanitari, riconoscendogli pari dignità rispetto alle già esistenti professioni della salute.
 
Per dare valore a queste pari dignità e professionalità il SSN ha bisogno di nuovi modelli organizzativi e anche servizi a diretta gestione delle aree di competenza professionale.
Ci sono grandi e nuove “sfide” che chiedono una risposta seria e consapevole.
Il lavoro dei "diversi soggetti istituzionali" è quello di “stare accanto” a tutti questi stakeholders, per migliorarne il cammino e le reciproche relazionalità.
 
Come? In che modo dovrebbero farlo?
Mettendosi in ascolto, sperimentando e vivendo con loro non solo le criticità quotidiane ma anche la loro voglia di progettualità e sogni, sì avete ben inteso, sogni!
La politica, gli Ordini, le Università, i Sindacati, dovrebbero supportare, valorizzare, tutelare, informare e formare tutti/e gli Operatori e Professionisti Sanitari.
Prestare attenzione alla qualità della Formazione Sanitaria, alla qualità della vita e delle relazioni umane dei lavoratori in Sanità e per fare questo c’è bisogno di un lavoro “sferico”, quindi di tutti, insieme!
 
Necessita guardare al futuro prossimo delle professioni sanitarie nell’ottica di un percorso di crescita qualitativa, revisionare gli ordinamenti didattici, anche in termini di piena corrispondenza con le figure omologhe a livello europeo ed internazionale.
Allineare l’aspetto legislativo, giuridico e contrattuale con la dirigenza sanitaria per fare uscire le professioni sanitarie da una forma di “sottovalutazione/subordinazione professionale” e riconoscere pari dignità professionale ed economica in rapporto alle competenze, autonomia e responsabilità.
 
Il maxi-Ordine così com'è strutturato genera solo aggregazione e non integrazione e profondo valore unitario, altrimenti avrebbe dovuto e voluto al suo interno tutte le professioni sanitarie non mediche, quindi Infermieristiche ed Ostetriche!

Ognuno di noi è il potenziale e certamente futuro destinatario del sempre troppo importante art. 32 Cost. : in senso escatologico non possiamo non considerarci, infatti, come cittadini di questa terra, esseri umani vulnerabili e fragili.. se non ci ammaliamo, invecchiando perdiamo la nostra sicurezza, la nostra totale autonomia e così ad un certo punto entriamo nella Sanità come “utenti” … ed in quel momento i conti possono tornare a favore o contro, in base a come ognuno di noi ha lavorato, partecipato, diretto, contribuito con il proprio non soltanto formale ma anche sostanziale “valore”..

Dopo questa riflessione un quesito che riparte dai ruoli delle professioni: le più recenti contrattualità e novelle normative sembra siano state composte senza l’apporto delle idee e dei sogni dei protagonisti prima ricordati; infatti sono carenti in primo luogo le definizioni di competenze specialistiche, trasversali e verticali ed in secondo una concreta e meno volatile, diversificata valorizzazione che la formazione innanzi intesa pure necessariamente deve produrre.

Chiudo, sottolineando la necessità di ulteriori modifiche legislative per il riconoscimento di “lavoro gravoso” ai fini previdenziali dell’attività di tutte le professioni sanitarie, indipendentemente dalla turnistica, come infine per le detrazioni fiscali sulla quota di iscrizione obbligatoria all’Ordine Professionale.
È nostro comune dovere dare valore alle persone che sono accanto alle persone, ai loro bisogni, alle loro sofferenze. 

Con serietà, competenza e consapevolezza lavoriamo per aprire, dare vita, a un nuovo ciclo legislativo della riforma delle Professioni Sanitarie, che possa essere un valore aggiunto al lavoro già fatto fin qui e migliorare, tutelando e valorizzando il Professionista della Salute del Cittadino, cioè io, tu, noi.
Buona vita al diritto di salute e auguri al nostro SSN!
 
Dott.ssa TSRM Gerarda Izzo
Abilitata alle Funzioni di Coordinamento
nell'area delle Professioni Sanitarie
Coach - Creator InFoS (Informazione Formazione Sanitaria) 


01 marzo 2019
© Riproduzione riservata

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