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8 marzo. Un giorno come tutti gli altri

di Biagio Papotto

08 MAR - Gentile Direttore,
Non appaia irriverente l’incipit. Si tratta di un desiderio, non di una cinica disposizione d’animo. Con tutto il rispetto per il maestro Scola, che girò il famoso film “Una giornata particolare”, vorremmo che l’8 Marzo fosse proprio un giorno come tutti gli altri, che cioè confermassimo, nella vita quotidiana, pensieri e azioni che ci facciano finalmente nazione civile ed adulta, abitata da persone che, con la sola differenza del genere sui documenti, vivano appieno la propria condizione di cittadini, ciascuno esattamente paritario nei diritti e nei doveri.

E già che ci siamo mi viene in mente che la specificazione del genere sui documenti sia ormai un aspetto anacronistico, in molti casi pienamente eliminabile. Abbiamo superato le differenze tra i sessi riguardo al pieno esercizio del voto e dei diritti politici, dell’accesso alla vita militare e a qualsiasi professione…perché non smetterla anche con molte specificazioni nei documenti?

Una battuta su una curiosità statistica: i dati che riguardano le casistiche delle affezioni da Covid-19 riportano una incidenza del 2,8% verso gli uomini e del 1,7% verso le donne. Possibile che il “coronavirus” sia più intelligente e rispettoso di molti uomini nei confronti dell’altro sesso?!?!
Torniamo però all’inizio. Che oggi sia l’8 marzo dovrebbe insomma avere valenza riguardo a qualche compleanno (a proposito: auguri a tutti coloro che siano nati in questo giorno), a qualche scadenza di pagamento e…basta.

L’8 marzo potrebbe benissimo essere domani. E anche il giorno successivo. E quello dopo ancora.
Abbiamo forse bisogno – per capire - di qualche oscuro sortilegio collettivo tipo “Ricomincio da capo”, quel film in cui il protagonista si trova a rivivere sempre le stesse ore, con le medesime situazioni?

All’inizio ne è sconvolto, ricordo; poi cerca furbescamente (e mio pemente) di trarne vantaggio con azioni meschine. Infine il film “vira” sul vero significato di tutti coloro i quali imparano dalle proprie esperienze, dai propri errori, per riconsiderare positivamente le occasioni avute e costruire in modo migliore l’esistenza propria e quella altrui.

Mi piace pensare, con queste poche righe, che non ci sia bisogno di questo.

Arrivo persino a sperare di essere considerato obsoleto, con questi pensieri espressi un po’ di fretta, perché coloro che avranno la pazienza di leggere, scuotendo la testa, sorrideranno – forse – pensando che è ormai del tutto inutile celebrare ritualmente un giorno come questo, perché si dicono cose che appartengono al passato, quando ancora in Italia e nel mondo c’erano condizioni diverse (e peggiori) per gli appartenenti ad un genere rispetto all’altro.
Me lo auguro sinceramente. Buona giornata a tutti, allora.

Biagio Papotto
Segretario generale Cisl Medici

08 marzo 2020
© Riproduzione riservata

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