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Le aggressioni ai medici non finiscono...neanche col Coronavirus

di Annalisa Bettin

09 MAR - Gentile Direttore,
il nostro Paese sta vivendo un momento difficile; siamo stati colpiti da una importante infezione. A tutti viene chiesto di fare la propria parte in primis ai Medici e al Personale Sanitario. Ci si accorge che se è vero che una infezione, una vera disgrazia che ci saremmo volentieri risparmiati, può, democraticamente colpire tutti, è altrettanto vero che non tutti hanno un SSN come il nostro universale, gratuito, solidale, efficace, efficiente, nonostante i tagli, i contratti bloccati, i sottoorganici, le aggressioni verbali e fisiche……
 
E questo lo dobbiamo principalmente alla professionalità, al senso del dovere, alla abnegazione dei medici e del Personale sanitario, Uomini e Donne, vere e proprie eccellenze apprezzatissime all’estero dai Paesi a noi vicini e da quelli più lontani che fanno a gara per attirare i nostri professionisti nella loro sanità.

Non è il momento delle polemiche ma il nostro più grande desiderio, da sempre, è che l’Italia in questa gara esca vincente tenendosi stretti i propri medici e i propri professionisti della sanità, batta un colpo affermando fiera che si questi professionisti uomini e donne vanno apprezzati, protetti, valorizzati, difesi, tutelati perché ritenuti come in effetti sono, una preziosa ricchezza!
E che però a ciò seguano i fatti.

Il 26 febbraio, in piena crisi emergenziale da coronavirus, un Medico, una Donna Medico è stata vittima di un’aggressione verbale e fisica in una sede di Continuità Assistenziale. Le difficoltà di diagnosi e cura che sempre i medici devono affrontare nel loro esercizio quotidiano le mettiamo in conto, lo sappiamo, le accettiamo, non temiamo le sfide delle malattie perché la nostra missione è combatterle! Ma la paura di essere aggrediti e la mancanza di tutele nel luogo di lavoro questa non può essere una condizione lavorativa, una tragica fatalità; non è un virus! Non può e non deve essere accettata!
Le istituzioni anche grazie all’incessante lavoro della CISL hanno promosso il Codice Rosso; è già un grande passo ma non basta. Ricordiamo che il DDL contro la violenza verso i sanitari non ha ancora completato il suo Iter.

Il momento emergenziale impone che la concentrazione del Governo sia rivolta al serio problema infettivo che ci affligge. L’ultima decisione delle Istituzioni, quando anche tardiva, di implementare la nostra sanita pubblica di medici, professionisti e operatori sanitari, non può che essere apprezzata poiché va nella direzione della tutela della salute pubblica.

Sommessamente però riteniamo che il tema del contrasto alla violenza nei luoghi di lavoro, non solo non escluda ma sia complementare al tema della prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID 19. L’emergenza ha ricordato anche a coloro che per anni hanno ritenuto che se ne potesse quasi fare a meno e che bastassero gli algoritmi per curare le persone, quanto siano importanti i Medici e i professionisti della sanità per la salute pubblica e quanto sia irrinunciabile e doveroso il rispetto dovuto a questi lavoratori.

La Cisl Medici ritorna nuovamente e con forza a richiedere la tutela dei Medici e dei professionisti sanitari nei luoghi di lavoro, consapevole che ciò sia una “conditio sine qua non” per la salvaguardia del nostro SSN e della salute di tutti noi in condizioni di normalità ed a maggior ragione in condizioni di criticità.
 
Annalisa Bettin
Cisl Medici
Coordinatrice Nazionale Donne e Pari opportunità


09 marzo 2020
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