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Se i Lea devono fare i conti con i Livelli Esemplari di Incoerenza

di Claudio Maria Maffei

12 MAR - Gentile Direttore,
pur tra  mille difficolta legate alla pandemia il tema di un rilancio del Servizio Sanitario Nazionale non può che essere all’attenzione di tutti che si occupano a vario titolo di sanità e di tutti i livelli di governo. Il Presidente del Consiglio Draghi nell’illustrare il suo programma di governo ha dichiarato che: “Sulla base dell’esperienza dei mesi scorsi dobbiamo aprire un confronto a tutto campo sulla riforma della nostra sanità. Il punto centrale è rafforzare e ridisegnare la sanità territoriale, realizzando una forte rete di servizi di base (case della comunità, ospedali di comunità, consultori, centri di salute mentale, centri di prossimità contro la povertà sanitaria). È questa la strada per rendere realmente esigibili i “Livelli essenziali di assistenza” e affidare agli ospedali le esigenze sanitarie acute, post acute e riabilitative. La “casa come principale luogo di cura” è oggi possibile con la telemedicina, con l’assistenza domiciliare integrata.
 
Insomma il Presidente Draghi ha già fatto suo il termine di Livelli Essenziali di Assistenza e forse potrebbe essere di aiuto a lui e a tutti noi l’introduzione dell’acronimo LEI e quindi della definizione dei Livelli Esemplari  di Incoerenza, che potremmo definire come quell’insieme di vincoli, atteggiamenti e strumenti sbagliati che impediscono l’evoluzione del sistema sanitario e che tutti conoscono ma che tutti sembrano incapaci di  superare o cambiare nonostante siano, appunto, incoerenti con le scelte strategiche pure assunte.  
 
Il punto di partenza è ricordare al Presidente ed a tutti noi che la sanità che lui ha descritto è quella che gli atti prevedono di sviluppare già da molti anni. Facciamo un esempio già sviluppato pochi giorni fa qua su QS, quello degli ospedali di comunità e delle case della salute, case della salute che immagino essere quelle che lui ha chiamato case della comunità. Le carenze di queste strutture e di questi modelli organizzativi sono state ben documentate nel dossier del Servizio studi della Camera che ha fatto una mappatura della situazione nelle 21 regioni. Nel 30% delle Regioni mancano le Casse della salute, ma va anche peggio con gli ospedali di Comunità: in metà delle Regioni non ce n’è nemmeno uno.
 
E in realtà il dossier sovrastima la loro presenza ed operatività in alcune Regioni come le Marche perché le censisce in base agli atti che in Italia (primo esempio di Livello Esemplare di Incoerenza ) non coincidono con le azioni. Partire dalla consapevolezza che ciò che si scrive non è detto che si faccia e che soprattutto si faccia ovunque allo stesso modo e con la stessa velocità può aiutare a tarare il “nuovo” percorso. Quello in cui si riesce a fare quello che si sapeva già da anni a saper fare.
 
Rimaniamo nel rafforzamento della sanità territoriale. Questa dovrà prevedere una qualificazione della assistenza territoriale che poggia anche su un forte investimento quali-quantitativo sul personale di assistenza. E qui un altro paio di Livelli Esemplari di Incoerenza. Molte strutture socioassistenziali sono gestite da privati e i contratti del personale di assistenza che vi lavora sono penalizzanti per chi non lavora in ospedale. Quindi si combatte l’ospedalocentrismo a parole e lo si sostiene coi contratti di lavoro. Altro Livello Esemplare di Incoerenza: per dare seguito al potenziamento della assistenza territoriale vi è una forte esigenza di avere più personale infermieristico, ma molte Regioni (io ho sotto gli occhi la mia) non ha fatto alcun passo per aumentarne il numero potenziando la formazione.
 
Passiamo alla telemedicina. Ottima idea. Immagino però che abbia bisogno  di solide e diffuse competenze di ingegneria clinica, le stesse che serviranno per un utilizzo qualificato delle risorse europee per gli investimenti  che certamente il Presidente Draghi ci aiuterà a far arrivare presto. Ad esempio per aiutare a pensare e fare gli ospedali “elastici” di cui avremo bisogno nel post-Covid (perché a un post-Covid)  vogliamo arrivare. Ma quanti sono gli ingegneri clinici e i servizi di ingegneria clinica “veri” in Italia? Altro esempio di potenziale Livello Esemplare di Incoerenza: si tratta di competenze in crescita, ma sicuramente enormemente sottorappresentate negli organogrammi delle Regioni e delle Aziende italiane. Come sempre parto dalla osservazione delle Marche, regione che ho letteralmente sotto gli occhi.
 
A proposito di ospedali “elastici”, logica vorrebbe che fossero parte di una rete ospedaliera elastica. Ulteriore esempio di potenziale Livello Esemplare di Incoerenza: ma come si fa a rendere elastica una rete che non è ancora stata ridisegnata nella sua strutturazione “base”?
 
Ultimo esempio di Livello Esemplare di Incoerenza: la “vecchia”  legge   Brunetta (legge 4 marzo 2009, n. 15) che doveva portare a ragionare in qualità di valutazione della performance nella pubblica amministrazione in sanità è stata la montagna (di carta) che ha portato al topolino (di risultati). Adesso il Ministro Brunetta si appresta, pare,  ad una sua seconda Legge di riforma della Pubblica Amministrazione. Nuovo potenziale esempio di LEI: lo fa senza valutare l’impatto della valutazione che ha introdotto per Legge?
 
La consapevolezza della esistenza dei Livelli Esemplari di Incoerenza potrebbe favorire la crescita di una “nuova” sanità capace di ragionare sui limiti della “vecchia”.
 
Claudio Maria Maffei
Coordinatore scientifico Chronic-On

12 marzo 2021
© Riproduzione riservata

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