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Malattia renale cronica, ne sono affetti due milioni e 200mila Italiani tra i 35 e gli 80 anni


Il punto su terapie e innovazione a Bario in occasione dei 40 anni della Scuola di specializzazione dell’Università Aldo Moro. Gesualdo: "Tra le nuove tecniche la emodiafiltrazione on-line ad  alti volumi ha portato a una diminuzione della mortalità del 30%".

30 DIC - La malattia renale cronica è una patologia in progressiva espansione nella società occidentale. Le stime più aggiornate quantificano in circa il 10% la popolazione affetta da patologie renali di diversa gravità. Infatti, il progressivo invecchiamento della popolazione, unitamente all’esplosione delle malattie metaboliche, tra cui il diabete, fa sì che da qui al 2020 raddoppierà il numero complessivo di persone in trattamento renale sostitutivo e, quindi, in dialisi o portatori di trapianto renale.
 
Se ne è parlato recentemente a Bari, in occasione dei 40 anni della Scuola di Specializzazione in Nefrologia dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, centro di riferimento nefrologico nel Mezzogiorno, al convegno “Le sfide della Nefrologia nel terzo millennio. Tra tecnologia, evidenze cliniche e sostenibilità della terapia personalizzata”.
 
Si stima che solo in Italia siano 2.2 milioni le persone di età compresa tra i 35 e gli 80 anni affette da insufficienza renale cronica (IRC). La pericolosità della IRC è legata al suo alto rischio cardiovascolare e di mortalità precoce. Da qui la necessità di una gestione della patologia più efficace, di una maggiore prevenzione e, soprattutto, di una più stretta collaborazione tra i nefrologi e tutti gli altri medici, in particolare i medici di famiglia, che possono per primi diagnosticare problemi iniziali o fattori di rischio per l’insufficienza renale.
 
Complessivamente in Italia, secondo i più recenti dati del censimento della Società Italiana di Nefrologia, ci sono 50mila pazienti che si sottopongono a dialisi ed ogni anno si registrano circa 10.000 nuovi casi di pazienti con insufficienza renale che necessitano di dialisi cronica.
 
In Italia operano 363 strutture pubbliche di Nefrologia e/o Dialisi, 303 strutture satellite dipendenti da queste ultime e 295 strutture private (circa il 30% del totale in gran parte localizzato al Sud) distribuite in 13 delle 20 regioni italiane. Complessivamente si tratta di 961 strutture, pari a 16,4 pmp che comprendono oltre 2700 posti letto di degenza nefrologica.
 
“Il continuo progresso della ricerca tecnologica internazionale in campo dialitico - dice il Professor Loreto Gesualdo direttore della  U.O.C  di Nefrologia, Dialisi e Trapianto Università degli Studi di Bari - ha consentito grandi risultati. Tra le nuove tecniche la emodiafiltrazione on-line ad  alti volumi ha portato a una diminuzione della mortalità del 30%, come peraltro dimostrato dallo studio catalano  ESHOL condotto su 906 pazienti in emodialisi”.  “Concettualmente - dice ancora Gesualdo - questa tecnica si basa sul principio di filtrare, durante il trattamento dialitico, la maggiore quantità possibile di sangue del malato per rimuovere la più alta quantità di tossine presenti e l’Italia è all’avanguardia in questo campo”.
 
“A fronte del progressivo incremento dei pazienti che accedono al trattamento dialitico con un conseguente incremento della spesa sanitaria e del costo sociale per il nostro Paese (costo stimato in ca. il 3% sul totale della spesa sanitaria) è indispensabile una sinergia tra Ricerca Universitaria e Imprese Biomediche per rendere disponibili innovazioni e nuove tecnologie.  Questo - spiega Gesualdo - renderà possibile accrescere la qualità della terapia e preservare la sostenibilità finanziaria  per la cura di patologie croniche quali l'insufficienza renale.  Occorre,  quindi, impegnarsi su più fronti, sviluppando prodotti e tecnologie innovative come quella della emodiafiltrazione on-line ad alti flussi,  provvedendo alla reingegnerizzazione dei processi, curando le competenze professionali e scientifiche delle nuove generazioni di nefrologi”.
 
Emanuela Medi

30 dicembre 2013
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