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Speciale ESMO. Tumori testa collo: afatinib migliora la qualità di vita dei pazienti

di Maria Rita Montebelli

E’ il primo inibitore delle tirosin kinasi a mostrare un beneficio sulla sopravvivenza libera da malattia nei soggetti con tumori testa-collo recidivanti o metastatici. Notevole l’impatto sui sintomi della patologia, ma nessun miglioramento della sopravvivenza. I risultati del trial Lux Head & Neck

27 SET - Afatinib, un inibitore delle tirosin kinasi (TKI) a somministrazione orale è in grado di migliorare in maniera significativa la sopravvivenza libera da malattia (PFS), rispetto al trattamento con metotrexate, nei pazienti con carcinoma a cellule squamose testa-collo recidivante o metastatico, dopo fallimento della chemioterapia con platino.
 
Lo dimostrano i risultati del trial di fase III Lux-Head & Neck, condotto su 483 pazienti con carcinoma a cellule squamose di testa-collo in fase di progressione, nonostante il trattamento con platino.
I 322 pazienti randomizzati al trattamento con afatinib al dosaggio di 40 mg/die hanno presentato una riduzione del 20% del rischio di progressione di malattia o morte, rispetto a quelli trattati con metotrexate (161 pazienti trattati con metotrexate ev 40 mg/m2/settimana), con una PFS mediana di 2,6 mesi. Nessun beneficio invece è stato riscontrato sulla sopravvivenza globale (OS).
 
Il miglioramento della PFS in questi pazienti è risultato tuttavia associato ad un significativo rallentamento del peggioramento dei sintomi (dolore, difficoltà a deglutire e stato di salute complessivo), rispetto a quelli sottoposti a chemioterapia; un maggior numero di pazienti del braccio afatinib ha inoltre presentato un netto miglioramento della sintomatologia dolorosa.
 
“Si tratta di risultati importanti per i pazienti con questo tipo di tumori – ha commentato il dottor Jean-Pascal Machiels, oncologo presso le Cliniques Universitaire St. Luc di Buxelles (Belgio) – i pazienti affetti da tumori della testa-collo sono una popolazione a prognosi sfavorevole, negletti dalla comunità scientifica perché presentano spesso gravi comorbilità e problemi sociali, dall’alcolismo al tabagismo. Sono frequenti inoltre le recidive nell’area testa-collo, responsabili di gravi sintomi (dolore, difficoltà respiratorie e nella deglutizione), difficili da sottoporre a palliazione. Il trattamento con afatinib migliora in maniera significativa la PFS e rallenta il peggioramento dei sintomi; è il primo TKI a mostrare un risultato significativo in questo tipo di tumori”.
 
Sul fronte della safety, i più frequenti effetti indesiderati di grado3-4 sono stati il rash cutaneo (nel 9,7% dei pazienti) e la diarrea (9,4%).
 
Gli autori dello studio hanno infine annunciato che in futuro sarà possibile individuare i sottogruppi di pazienti con le maggiori possibilità di trarre un beneficio dal trattamento con afatinib, grazie ai nuovi dati sulla biologia molecolare di questi tumori che si stanno rendendo disponibili.
 
Afatinib è un agente che blocca in maniera irreversibile i recettori di superficie della famiglia ErbB, che comprende i recettori per l’epidermal growth factor (EGFR), HER2, HER3 e HER4. Il 90% circa dei carcinomi squamosi della testa-collo iperesprimono l’EGFR.
 
Maria Rita Montebelli

27 settembre 2014
© Riproduzione riservata

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