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Angioplastica. Meno dolore toracico per i non fumatori a un anno dall’intervento

di Kathryn Doyle

A un anno dall’intervento percutaneo coronarico (PCI), le persone che smettono di fumare per sottoporsi all’operazione fanno registrare una migliore qualità della vita rispetto a chi continua a fumare. Circa il 30%di chi non smette, invece, continua a lamentare dolori al petto.

19 MAG - (Reuters Health) - Secondo un nuovo studio statunitense, le persone che smettono di fumare dopo un intervento percutaneo coronarico (PCI) presentano meno dolori al petto e in generale una migliore qualità della vita, rispetto a coloro che continuano a fumare.

"I pazienti si sottopongono al rischio della procedura per alleviare il dolore, ma il fumo mina i benefici del trattamento", spiega John Spertus, del Mid America Heart Institute a Kansas City (USA), autore dello studio. Spertus ei suoi collaboratori hanno condotto la ricerca su 2.765 persone che avevano subito l’intervento di angioplastica presso 10 diversi centri negli Stati Uniti. Circa la metà aveva fumato in passato, ma aveva smesso prima dell’operazione, 935 pazienti non avevano mai fumato, 189 hanno smesso di fumare proprio in concomitanza con l’operazione, e 315 hanno continuato a fumare dopo l’operazione. Dopo un anno dal PCI, ai pazienti è stato chiesto di compilare un questionario sul dolore al petto e sulla qualità della vita. Circa il 30% dei fumatori ha riportato continui dolori al petto, rispetto al 21% di quelli che avevano smesso e al 19% di coloro che non avevano mai fumato.

Per due terzi dei fumatori il dolore al torace è stato anche "significativamente peggiore" un anno dopo, rispetto agli ex fumatori che avevano smesso di fumare al momento dell’intervento. Le persone che avevano smesso di fumare per sottoporsi all’operazione hanno riscontrato in quell’anno una migliore qualità della vita rispetto a chi continuava a fumare. Al momento della procedura, i fumatori hanno ottenuto un punteggio di circa sei punti inferiore, su una scala da 1 a 100 sulla qualità della vita, rispetto a chi non aveva mai fumato o aveva smesso. Ad un anno di distanza dall’operazione, il punteggio sulla qualità della vita per i fumatori è di 3 punti inferiore rispetto a quelli che avevano smesso di fumare in prossimità dell’operazione, e 9 punti inferiore rispetto a chi aveva fumato in passato o non aveva mai fumato. "Anche se l'esatto meccanismo fisiopatologico alla base dell’ associazione tra fumo e angina dopo PCI è sconosciuto, è congruente con gli studi scientifici di base che dimostrano correlazioni tra fumo e reattività vascolare, stress ossidativo, danno endoteliale, disfunzione vasomotoria endoteliale, aggregazione piastrinica e aderenze“ – spiegano gli autori.

“È vero che nessuna relazione causale è stata ancora stabilita, ma - concludono gli autori - anche semplicemente condividendo i risultati di questo studio con i pazienti, si può motivarli a smettere di fumare”.

FONTE: Circ Cardiovasc Interv 2015

Kathryn Doyle

19 maggio 2015
© Riproduzione riservata

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