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Si conclude acquisizione di LEO Pharma dei farmaci dermatologici di Bayer. Intervista al Country lead italiano dell’azienda danese


L’azienda danese prende anche il controllo del sito produttivo di Segrate, attivo dai primi anni ’80: un polo di riferimento nel settore che impiega più di 200 persone con 5 impianti di produzione e 8 linee di confezionamento. Pozzolini: "Questa operazione, che in Italia porterà una crescita di fatturato annuo di circa 23 milioni di euro, stimata nel 2019 di circa 10 milioni di Euro, rafforza decisamente il ruolo di LEO Pharma come leader globale in dermatologia".

04 LUG - Si conclude oggi l’acquisizione da parte di LEO Pharma del portfolio di farmaci dermatologici  prescrivibili di Bayer: un’operazioneche in Italia porterà una crescita di fatturato annuo di circa 23 milioni di euro  e che rafforza il ruolo di LEO Pharma come leader globale in dermatologia.
 
L’azienda danese prende anche il controllo del sito produttivo di Segrate, attivo dai primi anni ’80: un polo di riferimento nel settore che impiega più di 200 persone con 5 impianti di produzione e 8 linee di confezionamento.
 
Ne abbiamo parlato in questa intervista con Paolo Pozzolini, Country Lead LEO Pharma Italia
 
Dottor Pozzolini, qual è il valore per LEO Pharma dell’acquisizione dell’Unità di Bayer dei farmaci dermatologici soggetti a prescrizione?
L’acquisizione, che riguarda il portfolio dei farmaci dermatologici su prescrizione di Bayer, comprendente terapie topiche per il trattamento di acne, infezioni fungine della pelle, rosacea e una gamma di steroidi per uso topico, dal valore economico – 280 milioni di euro di fatturato nel mondo nel 2017 – e clinico notevole, aggiunge nuove aree di trattamento complementari a quelle già esistenti e rafforza il business esistente di LEO Pharma in tutto il mondo. Va segnalato che l’accordo non comprende i prodotti dermatologici da banco di Bayer.
In LEO Pharma siamo davvero entusiasti di questa nuova, importante tappa nel percorso di crescita dell’Azienda, che porta con sé non solo nuovi prodotti che vanno ad ampliare, come detto, la nostra area di attività e il nostro mercato, ma anche nuove risorse che rinforzeranno la nostra ‘squadra’ arricchendola di competenze e di un bagaglio esperienziale d’eccellenza: un totale di circa 350 dipendenti, dei quali oltre 200 sul territorio italiano.
Questa operazione, che in Italia porterà una crescita di fatturato annuo di circa 23 milioni di euro, stimata nel 2019 di circa 10 milioni di Euro, rafforza decisamente il ruolo di LEO Pharma come leader globale in dermatologia.
 
L’accordo comprende anche il controllo del sito produttivo di Segrate, un polo di riferimento nel settore. Strategicamente cosa comporta il passaggio in LEO Pharma di una realtà produttiva così importante?
Il sito di Segrate è attivo dai primi anni ’80, si tratta di una realtà non solo di riferimento per l’industria farmaceutica, ma anche dal grande peso storico ed economico per il territorio. Con 5 impianti di produzione e 8 linee di confezionamento, che impiegano circa 200 persone, più di 30 formulazioni diverse prodotte e un ampio magazzino ad elevata automazione, il sito produttivo rappresenta un polo di eccellenza a 360° a livello nazionale e internazionale, che garantisce tutte le attività della filiera produttiva. Per LEO Pharma l’acquisizione del sito di Segrate rappresenta dunque un grande valore aggiunto e ci impegneremo per valorizzare al meglio questa risorsa e il suo potenziale per il territorio e la farmaceutica nazionale.
 
LEO Pharma è in posizione di vantaggio per il ruolo di leader globale in dermatologia: oltre all’acquisizione dei farmaci dermatologici prescrivibili di Bayer, quali sono le altre key action intraprese per consolidare e allargare l’offerta terapeutica?
Già da qualche anno abbiamo intrapreso un percorso strutturato e futuribile con la messa a punto di partnership e acquisizioni strategiche.
La partnership avviata con AstraZeneca, ad esempio, che ha come fulcro molecole per il trattamento della dermatite atopica e della psoriasi, ci permetterà di affiancare le nuove terapie biologiche ai trattamenti topici già in portfolio. È recente il nostro ingresso nel campo dei farmaci biologici per la psoriasi moderata-grave, con brodalumab, una terapia che si contraddistingue per il suo nuovo meccanismo d’azione, ancora più selettivo, ma soprattutto per i risultati importanti di efficacia che sono emersi dagli studi clinici che hanno portato all’approvazione delle autorità regolatorie, compresa l’AIFA in Italia, dove brodalumab è disponibile per tutti i pazienti.
Di grande importanza strategicaè la partnership globale con PellePharm,società californiana pioniera nel campo delle malattie rare, che ha dato vita ad una collaborazione di sviluppo e commercializzazione per rispondere alle esigenze cliniche insoddisfatte di patologie dermatologiche prive ad oggi di terapie. Grazie a questa partnership, le due aziende potranno promuovere l’innovazione e l’accesso a potenziali terapie per quei pazienti affetti da patologie con un forte impatto sulla vita, quali la Sindrome di Gorlin e il Carcinoma basocellulare (BCC) a elevata ricorrenza, due forme rare e distinte di tumore della pelle.
 
Quali sono le azioni programmate e gli obiettiviche vi siete prefissati per i prossimi anni?
Ci siamo dati cinque anni di tempo, a partire dal 2020, per “cambiare pelle”, e riposizionarci come leader a tutto campo in dermatologia. La solidità acquisita dall’esperienza maturata nel campo dei prodotti topici ci aiuterà a vincere la sfida che ci attende con l’ingresso nell’area dei biologici e nel campo delle malattie rare. Naturalmente questo nuovo processo comporterà un costante confronto con le Istituzioni nazionali e regionali per condividere le opportunità frutto della nostra innovazione. In questo percorso faremo leva sui nostri consolidati punti di forza: la flessibilità, che significa sapersi adattare rapidamente ai cambiamenti; un robusto know-how ed expertise in dermatologia; la capacità di proporre modelli innovativi di accesso al mercato; un’attenzione al paziente inteso come “persona”; infine, la “diversità” di LEO Pharma dal punto di vista della governance, che ci permette la totale autonomia nell’impostare le nostre strategie anche e soprattutto per quanto attiene gli investimenti degli utili, grazie alla nostra totale appartenenza alla LEO Foundation.

04 luglio 2019
© Riproduzione riservata

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