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Educatori professionali. Riposati (Pres. Comm. Albo nazionale): “Con il Pnrr è prevedibile un incremento della domanda per la nostra professione. Ma c’è il rischio di nuovi elenchi speciali”

di Renato Riposati

Diverse amministrazioni regionali hanno licenziato normative di accreditamento o autorizzazione al funzionamento e/o provvedimenti di regolazione relativi ai servizi e strutture che prevedono un allargamento delle maglie relative all’esercizio professionale. A nostro avviso si stanno creando le premesse perché si generi un’ulteriore e considerevole,  coorte di lavoratori che necessiteranno di regolarizzazione per poter continuare a lavorare dopo le scadenze derogatorie previste

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Periodicamente sento affermare a proposito della mia professione che essa è relativamente giovane così come sono giovani, aggregazioni professionali, normative di riferimento, inizi della formazione istituzionalmente data e denominazione della stessa, Educatori professionali. Mi farò allora aiutare dallo scritto di uno dei giganti della nostra professione, Educatore professionale come anche lui amava definirsi (vedi nota a piè di pagina), con buona pace di coloro che ne situano la nascita nei primi anni duemila: LA STORIA (a cura di Paolo Marcon[1]).

. […].nel 1954 è l’Ufficio per la rieducazione per i minorenni che da l’avvio a corsi annuali di formazione per educatori specializzati. Il 27/01/1957 il prof. Paolo Busnelli ed il prof. Paolo Marcon, quest’ultimo responsabile del pensionato giovanile di rieducazione “Villa Agnese, insieme ad altri colleghi procedettero a dar vita all’ANEGID (Associazione Nazionale Educatori Gioventù Disadattata), trasformatasi in seguito in A.N.E.P.. L’AIEJI (Associazione Internazionale Educatori Sociali), ad Amburgo nell’aprile dello stesso anno, accoglieva la richiesta d’ammissione dell’ANEGID al consesso internazionale. Nel 1960, anno del congresso internazionale:

Per quanto riguarda il profilo istitutivo della professione Educatore professionale, normative di riferimento, percorso formativo e panorama internazionale si rimanda all’articolo di Qs del 26 ottobre 2021[2], nel quale tali temi furono già sommariamente trattati. Ad oggi, il solo percorso formativo riconosciuto per Educazione professionale, necessario per procedere all’iscrizione all’Albo presso gli Ordini TSRM PSTRP, è quello che si intraprende a seguito di test d’ingresso e con frequenza obbligatoria, presso le Facoltà di Medicina e Chirurgia, classe L/SNT/2; ad esempio il corso di cui alla nota[3].

L’Educatore professionale, operatore sociale e sanitario, è professione sanitaria, è individuato nella fattispecie delle professioni riabilitative, è ricompreso nella nuova area delle professioni sociosanitarie di cui all’articolo 5 della legge 11 gennaio 2018, n. 3 ed è professionista a cui sono riconosciute specifica autonomia professionale e responsabilità ai sensi della Legge 26 febbraio 1999, n. 42, nonché delle Leggi 10 agosto 2000, n. 251, 1 febbraio 2006, n. 43, 8 marzo 2017, n.24 e della citata legge n. 3 del 2018. Rispetto alla numerosità degli iscritti all’albo Educatori professionali - Federazione Ordini TSRM PSTRP, il dato, per una serie di variabili date dalle numerose incertezze che caratterizzano la nostra figura, incertezze perlopiù incistate in una grande complessità normativa in perenne mutamento, una grande confusione in parte alimentata dai vari attori in gioco sulla scena dei servizi, una forte difficoltà nel reclutamento ed una frammentazione e proliferazione dei contratti collettivi nei quali la figura è prevista, è suscettibile di aumento lento, ma progressivo fermo restando il fisiologico turnover; ad ogni modo quello riferibile al 31/12/2022 è il seguente:

Iscritti totali 28047

iscritti albo 20209

Iscritti ese (elenchi speciali ad esaurimento) 7838

Così come per molte altre professioni sanitarie, d’altra parte ci si aspetta un massiccio esodo dal mondo del lavoro dei cosiddetti boomers, ormai alle soglie del pensionamento.

L’onda lunga degli effetti della pandemia ha imposto una generale rivisitazione organizzativa ed in alcuni casi regolamentare, dal punto di vista dei sistemi di accreditamento dei servizi su base regionale. Considerandola in termini strategici, ha determinato un complessivo ripensamento del sistema sanitario nazionale e a cascata di quelli regionali.

Si noti a tal riguardo il contributo della FNO “ Proposte Attuative del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”[4]. Tale sintesi non può prescindere dalla presenza effettiva di equipes interprofessionali e multiprofessionali all’interno di tali luoghi. Allo stato attuale, constatiamo purtroppo che tale condizione è lungi dall’essere rappresentata e praticata, stanti i considerevolissimi problemi dovuti ad un ormai cronico sotto dimensionamento degli organici e dei fondi necessari a ché essi siano reintegrati almeno per garantire il necessario turn over tra uscite (pensionamenti ed esodi dal pubblico al privato e/o nel ns. caso, verso altre amministrazioni e servizi) e nuovi ingressi, alle difficoltà manifestatesi a più riprese nel reperire professionisti sul mercato del lavoro, problema questo che sembra interessare tutte le professioni sanitarie, di tutte le federazioni.

Per quanto ci riguarda, la particolare collocazione degli Educatori Professionali, il cui esercizio si estende dall’ambito sanitario all’ambito socio-sanitario, socio-assistenziale e sociale, così come previsto dal profilo professionale, vede infatti un’ulteriore incremento della domanda in relazione alla progettualità prevista dal PNRR nelle missioni date.

Inoltre sono previsti finanziamenti per l’implementazione di servizi contro la grave marginalità (ad esempio Prins[5]) finanziati con fondi europei React-eu rivolti a contrastare gli esiti della pandemia covid19. Ciò comporterà ulteriore necessità di professionisti nel breve periodo.

Registriamo in merito a quest’ultimo punto che diverse amministrazioni regionali, negli ultimi tre anni, fissando scadenze temporali più o meno prossime, hanno licenziato normative di accreditamento o autorizzazione al funzionamento e/o provvedimenti di regolazione relativi ai servizi e strutture che prevedono un allargamento delle maglie relative all’esercizio professionale, derogando ed in alcuni casi deragliando rispetto a ciò che la legislazione nazionale prevede in termini di esercizio per la professione di Educatore professionale.

A nostro avviso, si stanno creando le premesse perché si generi un’ulteriore e considerevole, numericamente parlando, coorte di lavoratori che necessiteranno di regolarizzazione per poter continuare a lavorare dopo le scadenze derogatorie previste, reiterando quindi il fenomeno che ha generato il provvedimento che ha istituito gli elenchi speciali ad esaurimento, Legge 30 dicembre 2018 N. 145, commi dal 537 al 542.

Veniamo da oltre un ventennio di tagli lineari e di diminuzione costante di fondi ed investimenti, soprattutto a riguardo delle dotazioni di personale, stanti i blocchi per le nuove assunzioni, tali da non poter permettere il fisiologico turn over; la pandemia è stato l’innesco che ha legato tutte le criticità preesistenti, il combustibile, con la scarsità di professionisti in numero sufficiente e nei giusti luoghi, il comburente di segno negativo. Della programmazione relativa al fabbisogno formativo e lavorativo dei professionisti della salute si è già detto molto su queste stesse pagine; l’evidenza attuale mette in luce carenze più o meno marcate di tali professionalità e l’affanno da parte dei cittadini nel trovare risposta ai propri bisogni in tempi e modalità accettabili.

Ci domandiamo come, a fronte di dichiarazioni rilasciate a gran voce dai nostri rappresentanti istituzionali e politici circa la necessità di raggiungere gli standard di cui sopra, affiancando alla multidimensionalità dei bisogni di salute, la multiprofessionalità e l’interprofessionalità all’interno dei nuovi punti unici di accesso (PUA), delle Case della Comunità, degli ospedali di comunità, delle Centrali operative territoriali (COT), nonché per sostenere i servizi e le strutture già in essere, pubbliche e accreditate, sanitarie, socio sanitarie e sociali, questo obiettivo possa essere raggiunto, viste le stime dell’inadeguatezza numerica dei professionisti previsti in uscita dai percorsi formativi universitari nel prossimo triennio, stime che non potranno neanche sostenere il turn over previsto causa uscita dal mondo del lavoro, considerato anche che la piena attuazione del PNNR dovrebbe essere a partire da gennaio 2027; quattro anni scarsi non ci sembrano sufficienti per ridurre il gap tra il numero professionisti formati ed abilitati effettivamente disponibili e reclutabili e quanti effettivamente ne necessiterebbero per dare seguito a quanto previsto dai LEA (livelli essenziali assistenza), dai LEPS (livelli essenziali delle prestazioni sociali) e dai LIVEAS (livelli essenziali di assistenza sociale) oltre che dal DM 77 e dal PNRR stesso.

Renato Riposati

Presidente Commissione d'Albo Nazionale Educatori Professionali

Note:

[1] https://www.sipea.eu/16/94/Paolo_Marcon.htm

[2] https://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=99393

[3] https://www.medicina.univpm.it/?q=corso-di-laurea-educazione-professionale

[4] https://www.tsrm-pstrp.org/wp-content/uploads/2021/11/PNRR-Contributo-FNO-TSRM-e-PSTRP.pdf

[5] Ad esempio “Avviso pubblico 1/2021 PrInS - Progetti di intervento sociale a valere sul PON Inclusione FSE 2014-2020, risorse REACT-EU”

Leggi gli altri interventi del nostro speciale sulle professioni sanitarie: Tonelli (Dietisti), Cavallo (Assistenti Sanitari), Rossetto (Logopedisti)



03 luglio 2023
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