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Dossier vaccini. Allarme influenza. In Italia vaccinati meno di 2 italiani su 10

di Laura Berardi

Dal 21 al 27 aprile la settimana europea delle vaccinazioni. Obiettivo: eradicare il morbillo entro il 2015. Ma in Italia il vero allarme è per l'influenza. Secondo le ultime stime si vaccina solo il 17,2% degli italiani. Bassa anche la percentuale nelle persone a rischio che 4 volte su 10 non si vaccinano.

21 APR - La prima versione della settimana europea della vaccinazione, che si svolge annualmente sotto lo slogan di “Prevenire, proteggere e immunizzare”, fu nel 2005: un’iniziativa pilota che vedeva la partecipazione di sole sei nazioni, promossa dalla sezione regionale dell’Oms e dall’European Centre for Disease Control and Prevention (ECDC). Si può dunque affermare che il primo obiettivo raggiunto dalla European Immunization Week, che quest’anno si svolgerà a partire dal 21 aprile fino al 27, sia quello di aver per la prima volta coinvolto tutte i 54 paesi che fanno parte della zona europea.
 
In Italia il sistema sanitario sulle vaccinazioni funziona bene, e secondo gli esperti è uno dei fiori all'occhiello della nostra Sanità. Eppure ancora fatichiamo a raggiungere o anche solo ad avvicinarci all'obiettivo di copertura vaccinale antinfluenzale prefissata da Oms, Unione Europea e Ministero della Salute. A livello di popolazione generale siamo fermi a una copertura del 17,2% della popoalzione. Mentre nelle categorie a rischio, come gli ultrasessantacinquenni, a fronte del livello minimo del 75% di copertura, auspicato dagli standard internazionali, ci fermiamo appena al 60%.
Se è vero che, secondo i più recenti studi, a farci compagnia intorno alla stessa risibile quota ci sono anche altre nazioni europee (come la Germania con il suo 61%, o la vicina Svizzera con il 58%), sicuramente il dato sfigura se raffrontato con quello delle altre grandi nazioni: secondo una presentazione fatta all'European Congress of Clinical Microbiology and Infectious Diseases nel 2010, infatti, le prime della classe risultano Gran Bretagna (78%) e Paesi Bassi (82%); ma a queste seguono - sicuramente più vicine all'obiettivo rispetto a noi, seppure ancora al di sotto della soglia del 75% - sia la Francia (69%) che la Spagna (67%).
Questa settimana europea delle vaccinazioni potrà dunque servire anche a sottolineare l'importanza di questo, come di altri obiettivi europei e italiani.
 
A cosa serve una settimana dell'immunizzazione
Scopo delle iniziative che si svolgeranno in tutta Europa, è quello di promuovere la copertura vaccinale, aumentando la consapevolezza dell’importanza dell’immunizzazione soprattutto nelle categorie a rischio. Se le tre parole d’ordine dello slogan sono come sempre prevenire, proteggere e immunizzare, ci sono tre messaggi chiave individuati dall’Oms e che sono centrali per il 2012.
Per prima cosa, il ruolo centrale degli operatori sanitari che attuano i programmi di vaccinazione: queste persone, in prima linea per raggiungere gli obiettivi di copertura prefissati sono preziosi anche e soprattutto per attuare un’adeguata comunicazione sia con malati, parenti e caregivers che anche con la cittadinanza sana, fondamentale perché tutti comprendano l’importanza della vaccinazione. Ecco perché le istituzioni dovrebbero impegnarsi a sostenere questo compito, formandoli e dando loro gli strumenti e le risorse necessarie allo scopo.

In secondo luogo, il nuovo importante obiettivo è quello di arrivare al contagio zero per il morbillo. Combattere le epidemie di questa malattia infettiva diventa una priorità: in Europa solo nel 2011 ci sono stati 34 mila casi, 9 morti e 7 mila ospedalizzazioni; ma soprattutto in Italia dove nel solo biennio 2002/2003 sono stati registrati più di 20 mila casi, di cui oltre 5 mila hanno portato ad ospedalizzazione, con un costo complessivo che secondo le stime oscillava tra i 17 e i 22 milioni di Euro. “Uno dei decessi europei del 2012 si è verificato in Italia”, ha commentato Stefania Salmaso, direttrice del Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) dell’Iss. “E suona piuttosto anacronistico che ci siano ancora nel 2012, in un paese come il nostro, decessi per morbillo”. Ecco perché l’obiettivo della regione europea è quello di eradicare la patologia entro il 2015, proprio attraverso corrette campagne di vaccinazione: meta ancora lontana, visto che non è stata ancora raggiunta la media di una copertura vaccinale dell’80% considerata minima per una protezione efficace, ma che è sicuramente un'altra delle questioni centrali nell’agenda Oms di quest’anno.
Infine, il terzo messaggio chiave per la settimana delle vaccinazioni di quest’anno è il traguardo importantissimo che proprio il 2012 segna: i 10 anni di certificazione polio-free per la regione europea. Un risultato che dimostra come l’immunizzazione sia uno strumento efficace per mantenere la salute pubblica a un buon livello: “E’ un traguardo da celebrare – hanno infatti dichiarato gli esperti della WHO – perché mostra concretamente come un'alta copertura vaccinale in un territorio possa controllare la diffusione di una malattia”. Grazie ai progressi nelle vaccinazioni infatti, oggi 8 milioni di persone che sarebbero paralizzate dalla poliomielite, possono godere di buona salute, e nel mondo il virus e' stato debellato al 99%.
In Italia non ci saranno iniziative specifiche, neanche il classico simposio al Ministero della Salute: la concomitanza con un'iniziativa altrettanto importante per la nazione come la festa della Liberazione, il 25 aprile, forse va a scapito proprio della settimana delle vaccinazioni. Tuttavia, le iniziative istituzionali non sono del tutto azzerate:  “Il Ministero della Salute sta già preparando un decalogo di consigli per l’immunizzazione destinato alle famiglie”, ha anticipato Salmaso a Quotidiano Sanità. “Un documento che ovviamente sarà coordinato con l’Oms e Ecdc, in uno sforzo congiunto e che uscirà probabilmente proprio nel corso della settimana europea delle vaccinazioni”.

La situazione dei vaccini in Italia? Buona, tranne che per l'influenza
Secondo i dati dell'ultimo rapporto disponibile, il documento Icona 2008 dell'Iss, ad aver completato il ciclo primario di vaccinazione contro polio, difterite, tetano, pertosse, epatite B e Hib sono stati oltre il 96% dei bambini tra 12-24 mesi. Di questi tuttavia, solo l'84% è stato vaccinato entro il dodicesimo mese di vita, come invece sarebbe raccomandato. La situazione che riguarda il morbillo, invece dimostra come una porzione non indifferente dei bambini rimane vulnerabile al virus più di quanto dovrebbe: è infatti l'86,5% dei bambini tra i 12 e i 24 mesi ad essere stato vaccinato contro la malattia, ma la copertura nei bambini di età compresa tra i 12 e i 15 mesi, i primi, è solo del 73,7%. La copertura nazionale degli adulti invece si attesta al 78,1% per una dose, ma con notevoli differenze tra le regioni: i meno vaccinati sono i calabresi (53,2% della popolazione, i più vaccinati i veneti (97,1%). Un quadro sicuramente non terribile, ma che secondo gli esperti potrebbe essere migliorato.
Ma la situazione peggiore, come già sottolineato, è quella del vaccino antinfluenzale: i dati riferiti alla popolazione degli over 65 mostrano che il valore medio di copertura nazionale è passato dal 65,6% del 2009 al 60,2% del 2010, quando l’obiettivo sia dell’Oms, che del Consiglio dell’Unione Europea, che anche del Piano nazionale di prevenzione vaccinale del Ministero della Salute, è di una copertura minima del 75% delle persone nelle categorie a rischio, con un livello ottimale di copertura pari al 95%. Per la popolazione totale allo stesso modo si è assistito ad un calo dal 19,6% (valore di per se molto basso) al 17,2%.
 
Cosa c’è da fare?
Mirate strategie di informazione e comunicazione, insieme a piani operativi di lungo periodo, saranno gli strumenti principali attraverso i quali gli Stati membri potranno realizzare con successo i propri progetti e centrare gli obiettivi di prevenzione, con lo scopo di raggiungere tutte quelle fasce di popolazione più disagiate per garantire anche a loro il diritto alla salute grazie ad un più equo accesso alle vaccinazioni.
Sebbene, infatti, siano stati compiuti notevoli progressi nella prevenzione delle malattie infettive attraverso l’uso delle vaccinazioni, gli indicatori statistici mostrano tuttora delle disomogeneità nei tassi di copertura vaccinale tra le varie fasce di popolazione e molto resta ancora da fare. Circa 700.000 persone ogni anno in Europa non ricevono, infatti, le vaccinazioni di base ed esistono ancora in tutti i Paesi gruppi di individui non vaccinati, vulnerabili e difficili da raggiungere; un dato questo che fa emergere quanto siano ancora necessari ingenti sforzi per riuscire a raggiungere il tasso di copertura prefissato del 95%, come richiesto dalla Comunità Europea nel caso della vaccinazione anti morbillo, e di conseguenza far calare il numero di decessi causati da queste malattie.
 
Laura Berardi

21 aprile 2012
© Riproduzione riservata

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