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Asl Teramo. L’ex collegio Ravasco diverrà un hospice, al via il progetto di recupero

Si tratta dell’edificio di proprietà della Asl, fortemente danneggiato dal sisma del 2016. I lavori, per 3,7 milioni di euro, prenderanno il via dopo l’atto formale di approvazione del progetto definitivo-esecutivo da parte della Asl e lo svolgimento della relativa gara di appalto. La durata dei lavori sarà di 24 mesi. L’edificio ospiterà un Hospice. Ad oggi l’Abruzzo accoglie sei hospice: uno è a Teramo, delocalizzato con il Covid.

10 MAR - La conferenza dei servizi speciale ha approvato il progetto definitivo-esecutivo per il restauro, riuso adattativo e adeguamento funzionale dell’ex collegio Ravasco, elaborato dalla Asl Teramo. A renderlo noto la stessa Azienda sanitaria in una nota.

Si tratta dell’edificio di proprietà della Asl, fortemente danneggiato dal sisma del Centro Italia del 2016 (classificato inagibile con esito di tipo “E”), situato in viale Cavour. I lavori, dall’importo complessivo di 3,7 milioni di euro_ a tanto ammonta il contributo ammesso dall’Ufficio Speciale per la Ricostruzione _ prenderanno il via dopo l’atto formale di approvazione del progetto definitivo-esecutivo da parte della Asl e lo svolgimento della relativa gara di appalto. La durata dei lavori sarà di 24 mesi.

L’idea progettuale. L’edificio ospiterà un nuovo Centro residenziale di cure palliative per l’assistenza ai malati terminali, cosiddetto hospice con l’obiettivo di garantire l’accesso degli utenti alla rete delle cure palliative, mirate al controllo del dolore fisico e di tutti i sintomi che sono propri della malattia. Ad oggi la Regione Abruzzo accoglie complessivamente sei hospice: uno è a Teramo, delocalizzato in ragione della pandemia Covid-19. Le necessità di un centro di riabilitazione oncologica hospice nuovo e meglio strutturato sono molteplici. Tra le problematiche dell’unità teramana la maggiore è sicuramente quella legata al deficit di posti letto: attualmente l’hospice di Teramo delocalizzato può ospitare sette degenti contro i dieci posti letto dell’originario: un numero insufficiente se si considera che il servizio è rivolto all’intera popolazione provinciale. Peraltro, il progetto è in linea anche con il programma dell'Unione Europea e con le linee guida del Pnrr (Recovery and Resilience Plan).

Al termine dell’intervento lo stabile disporrà di 8 camere di degenza di cui 6 singole e due doppie per un totale di 10 posti letto. Le camere saranno dotate di poltrone letto per la permanenza anche di un accompagnatore familiare. Ogni camera avrà i propri servizi igienici accessibili anche ai diversamente abili. L’area residenziale avrà anche un’area living con cucinetta, una sala “arte e musicoterapia” e sala di lettura-internet point. Ci saranno poi l’area operativa, l’area destinata alla valutazione e alla terapia con ambulatori e studi medici e un’area generale di supporto.

La situazione attuale. Dai sopralluoghi, accertamenti e indagini conoscitive (di tipo storico, geologico e strutturale), previa condivisione e programmazione con i funzionari di zona della competente Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per l’Abruzzo risulta che l’immobile è sottoposto a vincolo di interesse culturale (D.Lgs. 42/2004). L’immobile oggetto d’intervento è privo di arredi mobili e di opere d’arte e, inoltre, le criticità conservative del medesimo immobile sono state verificate con i funzionari della competente Soprintendenza, con conseguente avvio delle valutazioni sullo stato di fatto dalle quali scaturisce la salvaguardia e conservazione integrale della pavimentazione interna realizzata in seminato alla veneziana, la demolizione totale del manufatto collocato all’ultimo piano dell’edificio, oggetto in passato di pesanti trasformazioni, modifiche e ingrandimenti, giustificata anche dal gravissimo stato di conservazione dello stesso.

Determinante l’apporto e il sostegno del Commissario per la ricostruzione post sisma 2016 Guido Castelli, oltre che del predecessore Giovanni Legnini, del sub commissario Fulvio Maria Soccodato, del direttore dell’Ufficio speciale per la ricostruzione sisma 2016 Vincenzo Rivera e del dirigente del servizio ricostruzione pubblica e vigilanza dell’Usr Piergiorgio Tittarelli, oltre che di tutto il gruppo di lavoro. Altrettanto centrale il ruolo della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e paesaggio delle province di Teramo e l’Aquila della Soprintendente Cristina Collettini, del Genio Civile e del dirigente Giancarlo Misantoni, dei Vigili del fuoco e del comandante Davide Martella. Imprescindibile il ruolo della Regione e del presidente Marco Marsilio che ha sostenuto sin dall’inizio l’intervento.

Un felice esempio di collaborazione fra istituzioni che ha reso concreto il lavoro del gruppo di progettazione incaricato dalla Asl e coordinato dall’architetto Alejandro Bozzi, con gli ingegneri Francesco Eusani, Maurizio Baratiri e Andrea Manente. Rup della Asl è Roberto Di Ascenzo.

“L’approvazione del progetto definitivo-esecutivo dell’ex collegio Ravasco rappresenta un punto di svolta per il recupero della storica struttura. Non tutti ne conoscono il pregio architettonico”, commenta il direttore generale della Asl Maurizio Di Giosia, che ringrazia tutti gli enti coinvolti-
“Lo stabile, circondato da un vasto giardino, è stato fortemente danneggiato dal tempo e dal terremoto per cui, se non consolidato o adeguato sismicamente, rischia di non essere più recuperabile. La Asl recupera e rifunzionalizza dunque un edificio storico di pregio e restituisce alla cittadinanza un nuovo Centro residenziale di cure palliative per l’assistenza ai malati terminali, il cosiddetto hospice, che si basa sul principio secondo cui prioritaria è la ‘qualità di vita’ residua del paziente in fase terminale”, spiega ancora il dg.

“Attualmente l’hospice è stato delocalizzato, per esigenze legate alla pandemia, in contrada Casalena. Con il nostro progetto il servizio sarà trasferito in centro e con tre posti letto in più rispetto all’attuale. Con questo intervento, in definitiva, contribuiamo al recupero e alla riqualificazione del centro cittadino, un tema che ci ha visto e ci vede coinvolti in un’ottica di proficua collaborazione per il bene della nostra collettività. Una politica virtuosa – conclude Di Giosia -, quella del riuso di immobili in abbandono per un utilizzo socio-assistenziale, possibile grazie alla sensibilità di diverse istituzioni”.

10 marzo 2023
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