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Basilicata. Piano servizi sociali e sociosanitari. Prove di intesa con i sindacati

L’assessore Franconi ha raggiunto un primo accordo. Ora dovrà proporre il documento alla Giunta. Le priorità individuate sono: migliorare l’inclusione e la coesione sociale e il recupero di fragilità; tutelare alle giovani generazioni; sostenere agli anziani, anche allo scopo di ridurre il rischio povertà estrema, e ai disabili, anche al fine di favorirne la permanenza nel proprio domicilio. Prevista l’adozione di un apposito protocollo d’intesa tra le Aziende Sanitarie e i Comuni.

02 MAR - L’attenzione ai nuovi bisogni della popolazione, al fine di migliorare l’inclusione e la coesione sociale ed il recupero di fragilità; la promozione di azioni che sostengano e tutelino le giovani generazioni, con una distinzione tra la progettualità rivolta all’infanzia, agli adolescenti , ai giovani adulti ed ai generi; iIl sostegno delle persone in condizioni di fragilità e di vulnerabilità al fine di ridurre il rischio di scivolamento verso le forme di povertà estrema e, in particolar modo, le famiglie a forte disagio economico e sociale; il sostegno delle persone non autosufficienti o in disabilita e delle loro famiglie, intervenendo sia sul versante delle persone con disabilità giovani, adulte e minori, sia su quello delle persone anziane, anche al fine di favorirne la permanenza nel proprio domicilio, attraverso una applicazione incisiva e consistente delle misure del POR FSE 2014/20. Sono queste le priorità concordate ieri dai rappresentanti del Dipartimento regionale Politiche della Persona della Basilicata e dalle Segreterie Regionali di CGIL, CISL e UIL Basilicata congiuntamente alle Categorie di SPI, FNP, UILP, per il Piano regionale degli indirizzi alla pianificazione intercomunale dei servizi sociali e sociosanitari.

Ora l’assessore competente, Flavia Franconi, proporrà alla Giunta Regionale “in tempi stretti” l’intesa, elaborata nel corso di una “serrata e proficua” sessione del tavolo di confronto: “Un’esperienza inedita e significativa di miglioramento delle relazioni istituzionali e sindacali per la definizione della nuova progettualità sociale valevole dal 2016 al 2018”, riferisce una nota della Regione.

Per la Regione si tratta di un documento di “importanza strategica in quanto delinea la futura governance territoriale dei servizi socio sanitari e le direttrici del welfare regionale, recuperando ritardi e rilanciando le politiche di protezione sociale essenziali per un nuovo sviluppo regionale sostenibile e coeso”. “Un piano-processo e cornice dei Piani intercomunali che – prosegue la nota Regionale - fa risaltare le istanze della comunità, delle risorse umane, professionali, territoriali e privilegia il ruolo della Conferenza di ambito”.

Per realizzare concretamente i principi della integrazione socio-sanitaria si prevede l’adozione di un apposito protocollo d’intesa tra le Aziende Sanitarie e i Comuni, recante le linee e le misure organizzative unitarie definite nei Piani di Ambito, nonché la disponibilità in ogni Ufficio di Piano di una figura professionale dell’Azienda Sanitaria competente. “La fruizione dell’offerta di prestazioni sociali previste nel Piano – spiega la nota regionale - sarà assicurata attraverso la costruzione di un sistema di garanzia effettiva dei livelli essenziali ed appropriati distinti in sette macro-aree con una dotazione minima territoriale. Altro snodo qualificante è la previsione di una profonda innovazione, anche con un atto di pianificazione generale, del sistema di relazioni sociali tra soggetti pubblici e privati per l’erogazione dei servizi, secondo criteri che privilegino oltre che l’economicità la qualità e la appropriatezza nell’accreditamento”.

“La sfida del Piano sociale – conclude la nota della Regione - è nuova e produttiva di cambiamenti significativi per la Regione e gli EE.LL.; la realizzazione delle fasi del Piano il complesso dei Piani intercomunali, una rinnovata funzione programmatoria, anche coordinando livelli di piano ed interventi integrati in ambiti collegati al sociale quali l'istruzione, il lavoro, l'agricoltura sociale ,il manifatturiero . La sfida vale anche per le OO.SS., a cui viene conferito uno straordinario ruolo di attori della programmazione e delle nuove politiche di welfare regionale. Anche con la partecipazione a diverse istanze di impostazione e di attuazione del Piano sociale. Il modello è quello di una partecipazione coessenziale con le parti pubbliche per irrobustire e sostenere insieme i processi di cambiamento sociale”.

02 marzo 2016
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