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L’Intelligenza Artificiale in sanità. Conoscerla per gestirla al meglio

L’Università della Calabria ha progettato il primo Corso di Alta Formazione “L’Intelligenza Artificiale a tutela della salute della persona”, mettendo insieme due temi nei quali l’Università, attraverso il Laboratorio permanente per gli studi e la ricerca nel settore del diritto e dell’economia sanitaria, è considerata tra i centri di sapere leader nel Paese

15 FEB -

Alla persona va tutelata la salute secondo parametri uniformi, e ciò è dovere del servizio sanitario obbligato ai livelli quali-quantitativi delle buone pratiche messe indicate dal progresso scientifico.

Il dovere prestazionale assicura le migliori performance in termini di appropriatezza e di adeguatezza al miglioramento dei risultati. Dunque, le buone prassi, assumono un significato fondamentale poiché favoriscono l’introduzione di metodologie capaci di ottenere risultati più vantaggiosi, sia per la persona che per la economia organizzativa del sistema sociosanitario.

Insomma, ai cittadini devono essere assicurate le migliori pratiche mediche di prossimità, (un tempo assicurate dalle condotte mediche, veterinarie e ostetriche), e ospedaliere, secondo l’assistenza attualmente garantita dalla migliore spedalità.

Le buone pratiche e il dovere istituzionale di garantire il migliore livello di assistenza ai cittadini (secondo il principio della adeguatezza delle prestazioni) possono ricevere decisivo impulso dalla scienza informatica.

La robotica e l’intelligenza artificiale hanno cambiato la concezione del «fare» salute, danno un impulso progressivo alla appropriatezza delle prestazioni.

Di là dagli scetticismi dalla generica preoccupazione dei misoneisti, non può dubitarsi delle alterazioni positive che le applicazioni dell’AI generano nel diritto alla salute, nel perseguimento degli equilibri economici, nelle ricadute sociali e di regolazione giuridica in senso stretto.

Nondimeno, emerge l’esigenza di una nuova formazione del ceto professionale, ma anche di quello politico-manageriale, impegnati, come saranno, a governare il cambiamento che, per molti versi, sarà difficile ab initio a comprendersi e ad accettare.

Invero, a partire dalla robotica, l’Intelligenza Artificiale sta mettendo a soqquadro le esperienze, i convincimenti, i canoni della scienza medica tradizionali, nonché a nuova prova le regole poste a presidio dell’ordinamento giuridico. Essa ripropone la questione dell’esigibilità della salute nel pianeta, atteso che alcuni Paesi non saranno in condizioni di investire in tale settore.

Ebbene, proprio a questo riguardo, l’IA e le tecnologie integrate si porranno in condizione utile per esercitare una scienza medica solidale, estensibile ovunque perché erogabile a distanza. L’impiego a sistema della robotica e dell’IA possono essere gli strumenti per alleviare le gravi carenza assistenziali nelle parti più povere del mondo.

Ciò nondimeno, l’AI pone non pochi interrogativi giuridici: essa è un bene giuridico? È accessibile a tutti? Nella tutela della salute esalta il diritto fondamentale della persona e l’interesse della collettività? È potenziale rimedio alla carenza delle tecnologie medicali. Un gap? È strumento di programmazione e controllo delle prestazioni socioassistenziali anche se gestite in un regime di concorrenza amministrata?

L’attitudine all’autoapprendimento è mezzo di elaborazione continua dei flussi informativi tale da adeguare tempo per tempo l’organizzazione e l’esecuzione delle prestazioni? È strumento per ottimizzare l’accesso alle prestazioni e ridurre i tempi di attesa? Per ottimizzare i servizi di emergenza-urgenza, i piani anti-epidemici e pandemici in un’ottica di governo della profilassi?

Un ulteriore sviluppo pratico della IA potrebbe interessare il campo dell’assistenza sociale con una ricaduta riguardante l’assistenza ai titolari di previdenza non contributiva, sostanzialmente ai beneficiari di pensioni di invalidità e assegni di accompagnamento. Attraverso sistemi di IA si potrebbe invero - assumendo i dati riguardanti soprattutto le inappropriatezze delle prestazioni offerte, per esempio ai degenti delle Rsa e istituzioni affini – programmare soluzioni alternative alla tradizionale degenza ovvero assumere continue valutazioni sul vissuto degli anziani e disabili affidati alle cure di un sistema cui necessita una revisione radicale. Ma l’AI può mutare i sistemi di decisione dell’organizzazione del personale, della strutturazione delle unità operative, dei centri di costo e dell’assistenza domiciliare.

Un germe rivoluzionario al quale preparare una moderna classe professionale non soltanto medica.

Concludendo, la robotica e l’IA rappresentano il top del tema che afferisce alla ricerca destinata a conseguire una migliore tutela della salute per la collettività. Ciò da perseguire e conseguire ad ampio spettro, intendendo per tale la salvaguardia totale della persona in termini di prevenzione, assistenza territoriale e ospedaliera.

Oggi, una tale argomentazione va affrontata in termini complessivi, soprattutto in considerazione che è in atto nel Paese il percorso di attuazione dell’art. 116, comma terzo, della Costituzione, afferente al regionalismo differenziato. Da qui, la possibilità per le Regioni con più background sul tema, nell’ambito della pretesa esercitabile di assumere un’autonomia legislativa maggiore di quella attribuita loro dall’art. 117 a seguito della revisione del 2001, di potere rivendicare tra le materie concorrenti l’esclusività legislativa su “ricerca scientifica e tecnologia e sostegno all’innovazione per i settori produttivi”.

Ad una tale opzione potrà così corrispondere una maggiore propensione legislativa delle Regioni, sulla base della Direttiva UE che sarà adottata dal Parlamento Europeo e dal Consiglio UE, conseguente all’anzidetta proposta della Commissione CCOM(2022) 496 final, tale da potere declinare e sancite, sulla base dei principi fondamentali. Fissati dalla Costituzione, impegni della ricerca applicata sistematizzati all’interno dei loro servizi sanitari regionali a cura delle Università de territorio, prevalentemente di quelle che posseggono al riguardo un know-how consolidato.

In una tale logica, l’UniCal – da tempo impegnata e ben collocata a livello internazionale nella ricerca informatica e nella IA - si è ritenuta chiamata a progettare il primo Corso di Alta Formazione “L’Intelligenza Artificiale a tutela della salute della persona”, mettendo insieme due temi nei quali l’Università – attraverso il ”Laboratorio permanente per gli studi e la ricerca nel settore del diritto e dell’economia sanitaria” è considerata tra i centri di sapere leader nel Paese.


Enrico Caterini, Ettore Jorio
Laboratorio permanente per gli studi e la ricerca nel settore del diritto e dell’economia sanitaria dell’Università della Calabria



15 febbraio 2023
© Riproduzione riservata

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