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Terra dei fuochi. Report Iss-Procura conferma relazione tra malattie gravi e luoghi dove c’è smaltimento illecito di rifiuti

Il report è stato illustrato on-line dal procuratore Francesco Greco, dal presidente dell'Iss Silvio Brusaferro e dal procuratore generale di Napoli Luigi Riello. Più di un cittadino su tre, nel dettaglio il 37% dei 354mila residenti in 38 centri presi ad esami, vive ad almeno cento metri di distanza da uno di questi siti, sorgenti di emissione e di rilascio di composti chimici pericolosi per la salute.

10 FEB - Alcune gravissime patologie, come il tumore al seno, l'asma, varie forme di leucemie e le malformazioni congenite, nella «Terra dei Fuochi», tra Napoli e Caserta, sono legate allo smaltimento illegale dei rifiuti. Non è più solo una ipotesi la relazione causale, o anche di concausa, tra l'insorgenza di queste gravi malattie e lo smaltimento illegale dei rifiuti. Ad attestarlo è un rapporto prodotto grazie all'accordo stipulato nel giugno 2016 tra la Procura di Napoli Nord, che ha sede ad Aversa (Caserta) e l'Istituto Superiore di Sanità. Il report è stato illustrato on-line dal procuratore Francesco Greco, dal presidente dell'Iss Silvio Brusaferro e dal procuratore generale di Napoli Luigi Riello.

Per Brusaferro “è necessario sviluppare un sistema di sorveglianza epidemiologica integrata con dati ambientali nell'intera Regione Campania e in particolare nelle province di Napoli e Caserta, così come nelle altre aree contaminate del nostro Paese, in modo da individuare appropriati interventi di sanità pubblica, a partire da azioni di bonifica ambientale”. Secondo il procuratore di Napoli Nord Greco proprio le bonifiche “devono partire immediatamente”, per contrastare «l'emergenza più importante per Caserta e Napoli dopo il Covid".
L'intesa tra Procura e Iss aveva l'obiettivo di raccogliere e condividere dati in particolare relativi agli eccessi di mortalità, all'incidenza tumorale e all'ospedalizzazione per diverse patologie che ammettono tra i fattori di rischio accertati o sospetti l'esposizione ad inquinanti, e produrre una mappa di rischio nei 38 comuni dove alta è stata l'incidenza delle attività ambientali illecite.

La mappa conta 2.767 siti di smaltimento illegale dei rifiuti in quei 38 comuni, che insistono su 426 km quadrati e su cui è competente la Procura di Napoli Nord. Più di un cittadino su tre, nel dettaglio il 37% dei 354mila residenti nei 38 centri, vive ad almeno cento metri di distanza da uno di questi siti, sorgenti di emissione e di rilascio di composti chimici pericolosi per la salute.

La mappa, inoltre, distingue i 38 comuni in quattro classi, con fattori di rischio crescenti. Solo Giugliano in Campania e Caivano sono di livello «4»; altri cinque, sempre del Napoletano (Cardito, Casoria, Melito di Napoli, Mugnano e Villaricca), sono di livello «3».

La mortalità e l'incidenza del tumore al seno è «significativamente maggiore tra le donne dei comuni inclusi nella terza e quarta fascia» come per «l'ospedalizzazione per asma» di per sé già alta rispetto al resto del territorio in tutti e 38 i comuni ma che cresce di molto nella terza e quarta fascia. Anche le malformazioni congenite, già numerose, sono maggiori nei comuni del livello «4», rispetto al primo. C'è poi il dato relativo all'incidenza delle leucemie e dei ricoverati per asma nella popolazione da 0 a 19 anni, che aumenta «significativamente passando dai Comuni della classe 1 a quelli della classe successiva, con il rischio maggiore nei comuni di classe quattro».

Poche le soluzioni, molte già note ma mai attuate dalla politica: come il blocco degli sversamenti e le bonifiche, e l'organizzazione di un percorso virtuoso di gestione del ciclo dei rifiuti. E poi la sorveglianza epidemiologica permanente delle popolazioni, con la conseguenza implementazione dell'attività sanitaria di prevenzione e screening.

10 febbraio 2021
© Riproduzione riservata

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