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Friuli Venezia Giulia. AsuGi sospende temporaneamente il bando per i direttori di distretto

Dopo le polemiche dei giorni scorsi, il Dg Antonio Poggiana comunica la sospensione del bando allo scopo di avviare un approfondimento istruttorio, che prevede il parere specialistico, per dirimere ogni incertezza. Sul testo incrementato anche i quattro presidenti degli Opi del FVG scrivono a Riccardi per sottolinear che “la preclusione alla partecipazione” degli infermieri “dimostra quanto poco conoscano la nostra professione o quanto, invece, si voglia favorire esclusivamente quella medica”. LA NOTA DEL DG

26 OTT - Il Direttore generale dell’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (ASU GI) Antonio Poggiana fa un passo indietro dopo le dure critiche delle professioni sanitarie contro il nuovo atto aziendale che li penalizzerebbe al punto di riservare i bandi per i direttori di distretto, solo ai medici.

Poggiana non mette in dubbio la legittimità dell’atto da lui firmato, ma fa sapere in una nota che, alla luce dei fatti, l’Azienda “ha ritenuto opportuno avviare un supplemento istruttorio volto all’approfomdimento delle valutazioni giuridiche che hanno supportato la redazione del bando”. Un approfondimento che prevede” per “dirimere ogni incertezza e dare di conseguenza un compiuto riscontro a quanto segnalato”.

Sulla vicenda dei quattro avvisi per titoli e colloquio per i posti di direzioni di distretto, recentemente emanati da Asu GI sono intanto intervenuti anche i quattro presidenti degli OPI, che hanno chiesto, attraverso una nota, l’intervento attraverso del vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi.

“Per nome e conto di tutti gli iscritti, circa 10.000 – scrivono OPI Gorizia, Gloria Giuricin, OPI Pordenone, Luciano Clarizia, OPI Udine, Stefano Giglio e OPI Trieste, Cristina Brandolin - evidenziamo come la scelta di escludere la nostra figura professionale, rappresenti una visione limitata e distante dalle scelte che già in tempi recenti questa Regione ha promosso. I dirigenti infermieristici con la loro esperienza e le competenze raggiunte hanno eccellenti titoli per partecipare a questi avvisi, alla pari dei dirigenti medici. La preclusione alla partecipazione dimostra quanto poco conoscano la nostra professione o quanto, invece, si voglia favorire esclusivamente quella medica”

I quattro presidenti degli ordini regionali delle professioni infermieristiche chiedono al vicegovernatore Riccardi che si possa reinserire nel decreto anche la qualifica dell’infermiere “al pari di quella medica”.

“Preoccupa molto questa decisione – spiega la presidente di OPI Trieste, Cristina Brandolin – che viene vista da molti dei nostri iscritti come un segnale di svalorizzazione dell’importante lavoro di tutela della salute messo in campo in questo territorio negli anni oltre che durante tutto il periodo pandemico”.

Ricorda Cristina Brandolin di Opi Trieste, come l’infermieristica di comunità triestina, che già era attiva alla fine degli anni ’90 e che si è sviluppata proprio in questo territorio, nascendo da un’esigenza demografica, negli anni come questo modello di assistenza sia stato riconosciuto del nursing abilitante anche a livello nazionale, come infermiere di famiglia e di comunità, introdotto dal decreto-legge 19 maggio 2020 n. 34, previsto già nel Patto per la Salute 2019-2021 e riconosciuto anche dal Piano Nazionale della Prevenzione 2020 -2025 e per ultimo riconosciuto nel PNRr Missione 6.

Ripercorrendo ciò che è la storia dell’infermieristica triestina, Brandolin ricorda anche quante sono state, e lo sono tutt’ora in Italia, le aziende sanitarie che hanno deciso di investire nelle professioni sanitarie, affidando l’incarico di direzione del distretto all’infermiere manager e come, fra le prime aziende sanitarie quella di Trieste fu tra le prime a riconoscere nell’infermiere il direttore di distretto.

Endrius Salvalaggio

26 ottobre 2022
© Riproduzione riservata

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