Difensore civico. In FVG 257 interventi nel 2021, il 31% in sanità
Le maggiori doglianze per la sanità, ha spiegato Arrigo De Pauli, riguardano “da una parte le restrizioni Covid e il divieto di presenza dei parenti alle persone ammalate ricoverate nelle strutture ospedaliere, dall’altra a tutto ciò che riguarda l’assistenza, dai lunghi tempi di attesa nei pronti soccorsi alle classi di priorità non rispettate per visite ed esami diagnostici”. L’azienda sanitaria con più segnalazioni è Asugi, con 25 richieste di intervento.
14 APR - È uscito da poco il bilancio del difensore civico per la Regione del Friuli Venezia Giulia relativo all'attività del 2021. Dalla relazione emerge che le pratiche passate dalle 181 dell’anno 2020 a 257 del 2021 (+42%). Il 31% del totale ha riguardano questioni legate alla sanità, per un totale di 79 pratiche aperte nel corso dell'anno. Tra le azienda sanitarie, la più coinvolta è l’Asugi, con 25 richieste di intervento, poi Asu Fc con 17, Asfo 6, Ministero della Salute 6, Buorlo Garofolo con 2 e qualche altro comune in ambito socio sanitario, per un totale di 79 interventi.
“In linea generale – spiega
Arrigo De Pauli, difensore civico per la Regione FVG – le richieste si sono sviluppate a seguito del sovrapporsi delle regole di comportamento, che l'evoluzione della pandemia dettava. Ci sono state doglianze relative alle restrizioni delle visite dei parenti nelle strutture ospedaliere e assistenziali, ma altro è riguardato anche gli slittamenti degli appuntamenti già fissati per visite specialistiche ed esami diagnosti, fino ai denunciati ritardi nella riattivazione della certificazione verde una volta ottenuta la guarigione dal Covid. Non sono mancate segnalazioni di prestazioni sanitarie e socio sanitarie inappropriate e di cui si reclamava la gratuità”.
“Al netto del periodo di riferimento pandemico, ciò che ho potuto rilevare sono le criticità che riguardano le misure adottate per decongestionare l'afflusso ai pronto soccorso e per limitare i tempi di attesa; l’effettiva possibilità accordata agli utenti per i quali le Aziende non sono state in grado di rispettare i tempi massimi di erogazione delle prestazioni diagnostiche o specialistiche previsti dal piano regionale di governo delle liste di attesa, come la criticità di essere rimborsati dell’intera spesa sostenuta in libera professione, al netto del ticket; è mancata anche una agevole possibilità dei medici di base e delle strutture ospedaliere di accedere in condivisione al fascicolo sanitario del paziente e sull'integralità dei dati clinici e delle informazioni riguardanti le persone in esso contenuti. Credo che le prossime misure correttive che dovranno essere intraprese dovranno rispondere a questi requisiti”.
Endrius Salvalaggio
14 aprile 2023
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