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Lazio. Cimo attacca Regione su Pronto soccorso: “Servono nuova organizzazione e più posti letto, non comunicazioni ottimistiche"

Il Sindacato rilancia il suo piano per risolvere le criticità che hanno colpito anche gli ospedali della Capitale e attacca la Regione. “Continua a diffondere una comunicazione ottimistica sulla nostra sanità, tentando di tranquillizzare i cittadini, ma non risolvendo i reali problemi”.

19 GEN - “Caos nei Pronto Soccorso del Lazio? Pazienti esasperati e costretti a stazionare per giorni in barella in condizioni disumane, con conseguenti episodi di medici e personale sanitario aggrediti? Se questa drammatica situazione che va avanti da troppi anni ancora non cambia, la colpa è soprattutto del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, che non solo non ha mai aperto al confronto, ma ha ignorato le nostre proposte organizzative, basate su dati e modelli certi, per sanare questo scenario da ‘terzo mondo’ che ci coinvolge quotidianamente come medici, ma che riguarda soprattutto i cittadini”. Così dichiara il Segretario Regionale CIMO Lazio Giuseppe Lavra, spiegando la proposta “P.S./DEA del Lazio: Criticità, Analisi e ‘prescrizioni’” presentata al Governatore Zingaretti lo scorso aprile, inviata per conoscenza anche al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, e “mai presa in considerazione e a cui non è mai giunta risposta”.
 
“CIMO - spiega Lavra - ritiene che le cause del disastro dei Pronto Soccorso laziali siano il modello organizzativo che tende a trattenere i malati ricoverati, la carenza di posti-letto nei reparti di degenza ordinaria di competenza, e il blocco del turn-over che in questi servizi essenziali diventa un vero dramma. Per fare un esempio, secondo i nostri calcoli e gli indici che abbiamo applicato nel nostro studio sui grandi ospedali della Regione, sarebbero necessari ulteriori 100 posti letto internistici al San Camillo, 120 posti letto al Pertini, 60 al Grassi di Ostia, 60 al Policlinico Casilino, 30 al San Giovanni Addolorata, 30 al Sant’Andrea e meno di 15 posti letto internistici al San Filippo Neri, 60 al S.Maria Goretti di Latina. Le uniche strutture che non sembrano patire questa situazione – sottolinea - sono quelle private e accreditate per la degenza per malati acuti, ma prive di pronto soccorso”.  
 
“Conoscendo da vicino questa situazione, e partendo da un’analisi accurata – prosegue Lavra - abbiamo studiato un nuovo percorso del paziente per riorganizzare e razionalizzare i vari Pronto Soccorso , peraltro con poca o nulla spesa aggiuntiva. Ci si aspettava almeno l’apertura al confronto, ma non il silenzio assoluto da parte della Regione Lazio, che continua invece a diffondere una comunicazione ottimistica sulla nostra sanità, tentando di tranquillizzare i cittadini, ma non risolvendo i reali problemi”.

19 gennaio 2015
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