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Caso San Camillo. Bencini (Idv): “Giusta obiezione coscienza, ma garantire diritto donne”

Così la senatrice dell'Idv ha commentatola decisione del direttore generale del San Camillo di assumere due ginecologi non obiettori. "Le donne hanno diritto di essere curate in maniera corretta, perché altrimenti si ritorna - in realtà già ci sono - alla pratica dell'aborto illegale con le 'mammane', mettendo così a grande rischio la loro vita".

23 FEB - "Quando una donna si sottopone a interruzione volontaria di gravidanza, non lo fa mai a cuor leggero. Il percorso psichico, fisico, tecnico, amministrativo e sanitario da attraversare non è per niente facile. Le donne hanno diritto di essere curate in maniera corretta, perché altrimenti si ritorna - in realtà già ci sono - alla pratica dell'aborto illegale con le 'mammane', mettendo così a grande rischio la loro vita. Credo che questo non sia corretto in un uno Stato che vuole proteggere le persone e la sanità e che vuole offrire le cure nella maniera più adeguata e corretta possibile e nel rispetto della legalità". Lo dichiara la senatrice dell'Idv, Alessandra Bencini, commentando la decisione del direttore generale del San Camillo di assumere due ginecologi non obiettori.
 
"Evidentemente - spiega la parlamentare - ha ritenuto di farlo per rispondere all'esigenza prevista dalla legge n. 194 del 1978, una legge che ha trentanove anni. Eppure in Italia non siamo ancora riusciti a rispondere in maniera organica, su tutto il territorio, a questa necessità avvertita da alcune donne. Io o e il senatore Maurizio Romani presentammo il disegno di legge n. 923 che prevedeva un cambiamento delle prerogative all'interno della legge 194: all'interno delle unità operative può essere previsto che la percentuale di obiettori non superi il 30% del totale, così da garantire il servizio e allo stesso tempo la possibilità di fare obiezione di coscienza".
 
"Oggi non è così e le percentuali di obiettori possono raggiungere anche il 90% al Sud Italia. Credo sia corretto che le percentuali vengano rispettate in modo da offrire un servizio adeguato in base a quanto stabilito dalla legge e tenendo conto del fatto che il nostro Paese è laico. Si deve rispondere a un'esigenza sancita in Costituzione - conclude la senatrice Idv - dove, accanto all'obiezione di coscienza, è sancito anche il diritto alle cure".

23 febbraio 2017
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