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Coronavirus. D’Amato presenta la Fase 2 in Consiglio Regionale: test sierologici, smart working e mascherine

Al via anche le Usca (Unità per l’assistenza domiciliare), vaccino anti-influenzale obbligatorio per gli ultra 65enni, e monitoraggio continuo di Rsa e case di riposo. A questo riguardo, “abbiamo effettuato 335 ispezioni in tutto il Lazio, sono molte le carenze rilevate: quando avremo superato l’emergenza bisognerà ripensare tutto il sistema”, ha detto l’assessore.

17 APR - Trecentomila test sierologici per forze dell’ordine e personale sanitario, in maniera da poter valutare la circolazione del virus nel Lazio, smart working diffuso nella pubblica amministrazione, pannelli divisori negli uffici che hanno contatto con il pubblico, distanziamento sociale, mascherine soprattutto nei luoghi chiusi, norme puntuali per una riapertura progressiva delle attività produttive, vaccino anti-influenzale obbligatorio per gli ultra65enni. Questo il quadro disegnato ieri dall’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, nel corso dell’audizione in videoconferenza nella commissione regionale, presieduta da Giuseppe Simeone, in merito alla programmazione della “fase 2” nel Lazio, una volta superata la fase più acuta dell’emergenza.

“Siamo in attesa di avere un’indicazione tecnica uniforme a livello nazionale, per quanto riguarda i test sierologici – sono le parole dell’assessore rilanciate da uno nota di fine seduta dell’ufficio stampa del Consiglio Regionale”. L’assessore ha quindi spiegato che, in attesa del parere, la Regione pubblicherà comunque una gara per acquisire i test. “Si tratta di prelievi venosi, che abbiamo sperimentato a Nerola, Contigliano e a Tor Vergata, hanno un elevato livello di attendibilità e accertano la presenza o meno degli anticorpi. A noi serve per capire quanto il virus abbia circolato nel Lazio, rispetto ai casi positivi già accertati. Nella sperimentazione il risultato è stato molto basso, poco più del’1 per cento, vedremo se lo studio confermerà o meno questo dato”, ha detto D’Amato.
 
L’assessore ha anche svolto una relazione sullo stato della rete ospedaliera nelle province del Lazio e ha spiegato che, se continuerà la discesa nella curva dei contagi, già a partire da maggio si potrà procedere con una rimodulazione delle strutture, lasciando in attività i presidi esclusivamente dedicati al Covid-19 e la rete per le malattie infettive, mentre il resto degli ospedali potranno tornare all’attività normale.
 
Ieri sera scadeva il termine per l’adesione dei medici alle Unità per l’assistenza domiciliare (Uscar). “Al momento sono circa 900 le domande arrivate. Si tratta di un elemento essenziale, insieme alle cosiddette Api, (infermieri), per l’assistenza a chi è in isolamento domiciliare e per accelerare la nostra capacità di effettuare i tamponi a chi ne ha bisogno”, ha detto D’Amato.
 
Infine l’assessore ha toccato i tema dei controlli nelle Rsa e nelle case di riposto: “Abbiamo effettuato 335 ispezioni in tutto il Lazio, sono molte le carenze rilevate: quando avremo superato l’emergenza bisognerà ripensare tutto il sistema”, ha spiegato D’Amato. “In particolare vorrei ricordare l’accertamento sulla Rsa di Rocca di Papa dove ci sono stati numerosi positivi  - ha concluso – ha permesso di appurare che non solo non erano state rispettate le disposizioni inviate a tutte le strutture già a gennaio ma che, addirittura, il direttore sanitario non aveva i titoli necessari. Tutta la vicenda è stata già portata all’attenzione della Procura”.
 
L’assessore D’Amato ha infine evidenziato come il Lazio sia una delle Regioni in cui il virus “ha il più basso tasso di letalità e una di quelle che ha fatto più tamponi: in tutto sono più di 75 mila, di cui il 93 per cento negativi: le strutture ospedaliere hanno risposto in maniera soddisfacente all’emergenza che siamo riusciti ad arginare”.
 
Per quanto riguarda i Dpi, infine, “abbiamo approvvigionamenti sufficienti, se si eccettua una difficoltà sulle tute impermeabili: il carico dovrebbe arrivare domani. Ora guardiamo a una riapertura graduale e prudente, nell’ambito delle misure che stabilirà il governo nazionale”.

17 aprile 2020
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