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Covid. San Raffaele di Rocca di Papa, Fials Lazio: “Regione metta fine a discriminazione dei lavoratori e invii vaccini”

Il sindacato denuncia come “ad oggi, i lavoratori di questa struttura, malgrado sia aperta a seguito della sentenza del Consiglio di Stato e abbia revocato la cassa integrazione, non hanno ancora ricevuto i vaccini”. La Asl, riferisce il sindacato, motiva la vicenda sostenere che la Regione ha revocato l’accreditamento alla struttura. “Peccato che detta revoca è stata sospesa dal Consiglio di stato con tanto di ordinanza specifica già in data 20 novembre 2020”.

09 FEB - “La mancata tutela del diritto alla salute dei lavoratori sanitari presso la casa di cura San Raffaele Rocca di Papa è un fatto sul quale la Regione Lazio deve velocemente dare spiegazioni puntuali. A oggi, infatti, i lavoratori di questa struttura, malgrado sia aperta a seguito della sentenza del Consiglio di Stato e abbia revocato la cassa integrazione, non hanno ancora ricevuto i vaccini dalla Asl di competenza, la Asl Roma 6”. Lo denuncia, in una nota, la Segreteria provinciale Fials di Roma che ritiene “doveroso dare garanzie di salute e di lavoro ai 150 operatori sanitari della casa di cura”.

“La motivazione addotta dal manager dell’Azienda sanitaria locale, Narciso Mostarda, riporta la mancata disponibilità dei vaccini in quanto la Regione Lazio ha revocato l’accreditamento alla San Raffaele Rocca di Papa. Peccato invece che siamo davanti a un errore marchiano – precisa la nota –, infatti detta revoca è stata sospesa dal Consiglio di stato con tanto di ordinanza specifica già in data 20 novembre 2020”.

La Fials Lazio chiede, dunque, alla Regione di farsi carico di “tale discriminazione sulla fornitura dei vaccini anticovid” e la invita a “seguire i dettati di legge: mettere fine alla differenziazione tra lavoratori di serie A (operatori sanitari in genere) e quelli di serie B (quelli della San Raffaele Rocca di Papa), considerando che potrebbero essere coinvolti nel contagio non solo loro, ma anche i familiari dei lavoratori e pazienti. Ribadiamo al presidente Zingaretti che prevenire è sempre meglio che curare! Ed è per questo motivo che abbiamo reclamato all’assessore alla Sanità Alessio D’Amato un tavolo di convocazione per risolvere anche questa problematica”.

“Non vorremmo che si creassero nuovi focolai sul territorio contando che tutte le strutture sanitarie, pubbliche e convenzionate presenti nell’Asl Roma 6 hanno terminato la vaccinazione del loro personale. Esclusa questa. Semmai dovesse accadere qualcosa di malauguratamente grave – conclude la nota Fials Lazio - la Nostra Organizzazione non perderà tempo prezioso ad adire alle vie legali”

09 febbraio 2021
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