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Neuroblastoma. Premio DNA 2015 alla ricercatrice dell’Istituto Gaslini Maria Valeria Corrias

Il premio è stato indetto dall'Ordine dei Biologi per progetti di ricerca in cui si utilizzino tecniche di biologia molecolare d’avanguardia. La dottoressa Corrias ha vinto per lo studio "Valutazione della malattia midollare ed ematica nei pazienti affetti da neuroblastoma”.

05 LUG - La dottoressa Maria Valeria Corrias responsabile dell’Oncologia Molecolare del Laboratorio di Oncologia dell’Istituto Gaslini di Genova ha vinto il premio DNA 2015. Il premio, consegnato a Milano presso il Padiglione Italia di EXPO, è stato indetto dall'Ordine dei Biologi per progetti di ricerca in cui si utilizzino tecniche di biologia molecolare d’avanguardia; consiste in una statuetta raffigurante il DNA ed un contributo di 5.000 euro per sostenere l'attività di ricerca della dottoressa.

La dottoressa Corrias, selezionata come vincitore per lo studio "Valutazione della malattia midollare ed ematica nei pazienti affetti da neuroblastoma”, da oltre 15 anni si dedica allo studio del neuroblastoma: un tumore pediatrico molto peculiare, che nella sua forma metastatica ha una sopravvivenza inferiore al 25% a tre anni dalla diagnosi. Pertanto avere strumenti che consentano di capire subito se il paziente deve essere avviato a trattamenti alternativi potrebbe migliorare la sopravvivenza del bambino.

L’Istituto Gaslini è tra i centri all’avanguardia nella diagnostica istopatologica e radiologica, nella genetica, nel trattamento clinico e chirurgico e nei vari settori di ricerca inerenti il neuroblastoma. “Essi – si legge in una nota dell’Istituto - si integrano e si potenziano tra loro e queste sinergie vengono messe a sistema per migliorare costantemente lo studio e quindi la cura dei bambini affetti da Neuroblastoma: per questo  il Gaslini è centro d’eccellenza nella presa in carico globale e nella cura dei bambini affetti da questo tumore raro, che comunque è il più frequente tumore solido pediatrico”.

“Ogni anno in Italia sono diagnosticati circa 140 nuovi casi - ha affermato il direttore generale del Gaslini Paolo Petralia – ed il sempre maggior impegno che l’Istituto, e con esso la Fondazione Italiana per il Neuroblastoma, profondono nel campo della ricerca e delle cure sta rendendo possibile il raggiungimento di risultati sempre migliori per i piccoli pazienti affetti da neuroblastoma che vengono al Gaslini da tutto il Paese ed oltre”. L'Istituto Gaslini dagli anni '80 è centro di riferimento nazionale per il Neuroblastoma, infatti tutto il  materiale patologico dei pazienti italiani che afferiscono all'AIEOP (30 centri in tutta Italia) converge al Gaslini ( in Anatomia Patologica per l'inquadramento diagnostico, ai Laboratori Centrali per le determinazioni sierologiche , al Laboratorio di Oncologia per la ricerca clinica). Al Gaslini ha sede una prestigiosa attività di ricerca traslazionale realizzata dal team del dottor Mirco Ponzoni che sta sviluppando terapie alternative per questo tumore dall'esito infausto. Al Gaslini inoltre ha sede la Biobanca di cui è responsabile il dottor Luigi Varesio, che conserva il tessuto tumorale per studi sia per attività clinica sia per attività di ricerca. Tutto ciò potenzia la clinica: il reparto di Oncologia diretto dal dottor Alberto Garventa è il punto di riferimento italiano per la cura: nel caso dei tumori neuroblastici localizzati (quindi non metastatici) la sopravvivenza è invece molto alta.

Lo studio del neuroblastoma dal punto di vista molecolare
Dal 2001, grazie all'esperienza accumulata nelle analisi molecolari dei pazienti Italiani con neuroblastoma, la dottoressa Maria Valeria Corrias è entrata a far parte del Molecular Monitoring Group della Società Internazionale di Oncologia Pediatrica Europa Neuroblastoma (SIOPEN) con l'obiettivo di valutare la presenza di cellule metastatiche nel midollo e sangue periferico e verificare il valore prognostico di tale metodologia.

Dal 2007 Corrias è Vice-chair del gruppo che in questi 15 anni circa ha studiato i campioni dei pazienti arruolati nel protocollo Europeo Neuroblastoma Alto Rischio e lo scorso Marzo 2014 hanno pubblicato sul Journal of Clinical Oncology i primi risultati che dimostrano come le analisi molecolari effettuate alla diagnosi consentano di individuare un gruppo di pazienti che non trae alcun beneficio dai trattamenti terapeutici a cui sono attualmente sottoposti. Questa dimostrazione avrà perciò ripercussioni sulla stesura del nuovo protocollo terapeutico che dovrebbe essere avviato nel 2017.

In prima linea per affinare e personalizzare ulteriormente le cure più efficaci per ciascun singolo sottotipo di Neuroblastoma
L’Istituto Giannina Gaslini ha recentemente ospitato dal 4 al 5 giugno la riunione biennale dell’ ”International Neuroblastoma Pathology Committee (INPC)”, l’Organismo mondiale che si occupa della stesura della classificazione non solo diagnostica ma anche prognostica dei tumori neuroblastici periferici (NPTs) e delle eventuali modifiche da apportare periodicamente alla suddetta classificazione, qualora la ricerca istopatologica evidenziasse nuovi tipi istologici. Questa funzione dell’INPC è fondamentale per affinare e personalizzare ulteriormente le cure più efficaci per ciascun singolo sottotipo di Neuroblastoma, alla luce delle più recenti indagini genetico – molecolari.

L’Unità Operativa di Anatomia Patologica del Gaslini dal 1994 è sede di riferimento nazionale della revisione diagnostica di tutti i casi italiani: in questo ventennio sono stati diagnosticati e classificati al Gaslini più di 2000 casi dal professor Claudio Gambini e dalla sua equipe, già primario dell’Unità Operativa e tutt’ora membro del Committee, che annovera nelle sue file i principali esperti mondiali dall’Europa agli Stati Uniti al Giappone.

05 luglio 2015
© Riproduzione riservata

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