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Coronavirus. “Commissariate la Lombardia”. La richiesta di 12 associazioni e movimenti milanesi

Appello ai gruppi consiliari di opposizione del Consiglio regionale alla luce della “iniquità e l’inefficacia delle politiche adottate” dalla Giunta lombarda. Le assozioni e i movimenti, riuniti nella rete “Milano 2030”, chiedono di aprire una discussione sulla gestione e l’organizzazione della sanità, “i cui capisaldi (sostegno al privato e riduzione di posti letto e presidi territoriali) sono tra i principali imputati degli esiti fallimentari della gestione dell’epidemia". Chiesto anche l’abbandono di qualunque proposta di regionalismo differenziato, “con la piena responsabilità dello Stato nelle politiche sanitarie”. L’APPELLO

15 APR - Chiedono le dimissioni della Giunta Fontana e la nomina di un commissario ad acta per la sanità lombarda come passo fondamentale per gestire l’emergenza coronavirus ma anche le fondamentali scelte che il futuro richiederà per ricostruire la Regione dopo il dramma del Covid. A lanciare l’appello è “Milano 2030”, una rete di associazioni, partiti e movimenti politici della sinistra milanese, che hanno scritto una lunga lettera aperta ai gruppi consiliari di opposizione del Consiglio regionale illustrando le proprie critiche all’attuale governo regionale e le proprie proposte per risollevare le sorti della regione.

“La frammentazione dell’assistenza territoriale, la decisione di trasferire i malati di Covid19 nelle RSA, lo scarso coinvolgimento della sanità privata lasciata libera di scegliere se e come collaborare, le cifre, esigue ai limiti del ridicolo, del bilancio regionale destinate alla gestione dell’emergenza, fanno della Lombardia l’area del mondo con il più alto tasso di casi e di decessi, con un prezzo gravissimo per il personale sanitario, i medici di base e gli ospiti delle residenze assistite”, scrivono in una nota che accompagna l’appello.

Per le 12 associazioni e movimenti “sono necessari provvedimenti immediati”, in particolare contro "la protratta insipienza e inattività della Giunta regionale” che “configura quel pericolo grave che giustifica la nomina senza indugio in Regione Lombardia di un commissario ad acta”.

Per “Milano 2030” “il modello lombardo di sanità, con il progressivo smantellamento della sanità pubblica, padre degli errori commessi, è stato consentito tra le altre cose dalla regionalizzazione della sanità, causa principale delle difficoltà di coordinamento che hanno ostacolato la tempestiva gestione dell’emergenza”.

Milano 2030 chiede che questa crisi sia l’occasione anche per l’abbandono di qualunque proposta di regionalismo differenziato e auspica il ritorno ad "una sanità uguale per tutti i cittadini, fondata su obiettivi di salute e non sul mercato e la concorrenza”, e “con la piena responsabilità dello Stato nelle politiche sanitarie”.

15 aprile 2020
© Riproduzione riservata

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