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Lombardia “prima” in classifica nelle performance sanitarie in 34 casi su 42. Lo dice lo studio della Fondazione Sanità Futura

Elaborando i dati del Piano Nazionale Esiti, la Fondazione ha misurato l'efficacia delle prestazioni tra il 2016 e il 2018, registrando una “eccellenza” a cui contribuisce sia la componente pubblica che quella privata. Un esempio: per l’infarto la media ponderata della mortalità a 30 giorni nella sanità pubblica lombarda è al 7,67 contro il dato nazionale dell’8,32; nella sanità privata lombarda è al 6,36 contro il 6,71 della sanità privata nazionale.

21 MAG - La Fondazione Sanità Futura per la prima volta con una ricerca mette a confronto i risultati della rete sanitaria pubblica e privata lombarda con il sistema sanitario nazionale e con quello delle singole regioni, elaborando i dati del Piano Nazionale Esiti di Agenas 2017-2019. “Una misurazione dell'efficacia delle prestazioni sanitarie relative al periodo 2016-2018 da cui emerge l’eccellenza del sistema pubblico-privato lombardo che registra gli esiti migliori in 34 indicatori sui 42 analizzati, pari all’88% della media nazionale”, spiega la Fondazione evidenziando come a questo risultato contribuisca “tanto la sanità pubblica, superiore del 62% rispetto alla media nazionale (26 indicatori su 42), quanto la sanità privata che ottiene una percentuale di qualità del 76% rispetto alla media nazionale (32 indicatori su 42)”.

La Lombardia, illustra in una nota di sintesi la Fondazione, come sistema sanitario regionale, risulta 9 volte su 10 superiore rispetto alla media nazionale, confermando il valore aggiunto dell’integrazione tra pubblico e privato. Tra le tante eccellenze lo studio indica:

- nel trattamento dell’infarto la media ponderata della mortalità a 30 giorni nella sanità pubblica lombarda è al 7,67 contro il dato nazionale dell’8,32; nella sanità privata lombarda è al 6,36 contro il 6,71 della sanità privata nazionale;

- nel trattamento dell’aneurisma la sanità pubblica lombarda come mortalità a 30 giorni è all’1,50 contro l’1,60 della sanità pubblica nazionale; in quella privata lombarda è allo 0,66 contro l’1,03 della sanità privata nazionale;

- nel trattamento dell’ictus la sanità pubblica lombarda è al 9,45 contro il 10,32 della sanità pubblica nazionale; in quella privata la Lombardia è all’8,48 contro l’8,57 della sanità privata nazionale;

- nel trattamento del tumore al polmone l’indicatore per la sanità pubblica lombarda è dello 0,74 contro lo 0,92 della sanità pubblica; la sanità privata lombarda è allo 0,93 contro l’1,55 della sanità privata nazionale;

- nel trattamento del tumore al retto la media lombarda ponderata nella sanità pubblica lombarda è al 7,67 contro l’8,32 della media nazionale ponderata; nel privato in Lombardia è al 6,36 contro il 6,71 della sanità privata nazionale.
 
Tutti i dati sono contenuti nell’ampio volume “Qualità degli Outcomes clinici negli Ospedali. Confronto tra la Regione Lombardia e le altre regioni” elaborato da “Fondazione Sanità Futura” e coordinato dal Prof. Gabriele Pelissero, presidente della Fondazione, con la collaborazione tecnica della società di consulenza Innogea S.r.l., con il supporto scientifico del Consorzio Pavese per studi post-universitari nell’area sanitaria, Confindustria Lombardia Sanità e Servizi e Aiop Lombardia.
 
Nel rapporto, di 140 pagine, attraverso tabelle, statistiche e schede analitiche, vengono misurati 42 “outcomes”, cioè indicatori di esito che quantificano il miglioramento o il peggioramento dello stato di salute del paziente in differenti situazioni di intervento.
 
“La ricerca - si legge nella premessa dello studio - non intende stabilire graduatorie o classifiche di merito tra pubblico e privato o tra le varie regioni, ma valutare se e in quale misura i diversi modelli organizzativi regionali, la diversa dimensione delle strutture ospedaliere, la casistica affrontata e le differenze delle loro gestioni incidano sulla qualità delle prestazioni sanitarie erogate”. Un “manuale di istruzioni su ciò che dobbiamo insieme migliorare’’ e un contributo anche per superare l’impianto “non di rado ideologico e pregiudiziale di molte dispute correnti” su errate contrapposizioni tra pubblico e privato”.
 
L’obiettivo è anche quello di “invitare a una riflessione costruttiva su un sistema come quello lombardo messo in discussione dall’emergenza Covid senza una adeguata attenzione alla misurazione effettiva delle prestazioni e della qualità dei servizi. Un sistema che gli indicatori di esito Agenas rivelano essere un modello a livello nazionale, come confermano anche altri dati di sistema spesso dimenticati”.

Fino al rallentamento dettato dalla pandemia Covid-19, infatti, le strutture lombarde - in base alle SDO, le schede di dimissione ospedaliera 2018 - accoglievano oltre il 22% dei fuori Regione, con un saldo di mobilità positivo (la differenza tra chi è uscito e chi è entrato nella Regione alla ricerca di prestazioni sanitarie) di 100.641 pazienti. Fondamentale poi l’apporto del sistema sanitario lombardo alla ricerca scientifica, attraverso gli IRCCS, gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, con un contributo del 77% al totale della ricerca pubblica nazionale e del 52% al totale di quella privata.
 
“Il sistema lombardo - commenta Dario Beretta, presidente Aiop Lomabrdia e Vice Presidente della Fondazione - nella sua interazione tra pubblico e privato ha creato negli anni una costante tensione verso la qualità. La forzata mancanza di cure, ma anche il rallentamento delle attività di prevenzione e screening per le diagnosi precoci determinata dal Covid, insieme alla prospettiva del completamento della campagna vaccinale, mette tutti noi di fronte alla responsabilità e alla necessità di far ripartire il motore della sanità pubblica e privata a pieno regime. Tutti - conclude Beretta - devono produrre il massimo sforzo per recuperare il tempo perduto nella cura delle altre patologie non-Covide limitare gli effetti dell’ondata di ritorno che questa situazione determinerà in prospettiva nei prossimi anni. La sanità lombarda con le sue eccellenze è, come sempre, pronta a fare la sua parte e ad accogliere pazienti da tutta Italia”.

21 maggio 2021
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