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Piemonte. All’ospedale di Biella pronto soccorso “live” e familiari sempre informati su iter pazienti

Attraverso il monitor presente in sala d’attesa è possibile non solo visualizzare il numero di pazienti in carico, ma anche capire se la persona in questione è in attesa, in visita o se sta eseguendo gli accertamenti. A identificare il paziente è un codice a barre da accostare al totem per identificare il paziente. Il Dg Bonelli: “Siamo convinti che sia anche un atto di trasparenza dovuto nei confronti dei cittadini”.

18 OTT - Mappare il percorso del paziente che entra in pronto soccorso. All’ospedale di Biella non sarà più un problema per il familiare o l’accompagnatore avere notizie e informazioni nel momento in cui il proprio caro accede nel reparto dedicato alle emergenze. È stato, infatti, sviluppato e attivato un nuovo sistema di monitoraggio che consente di capire in qualsiasi momento dove si trova il paziente. Attraverso il monitor presente in sala d’attesa è possibile non solo visualizzare il numero di pazienti in carico, ma anche capire se la persona in questione è in attesa, in visita o se sta eseguendo gli accertamenti.

A governare questo processo, spiega la Asl di Biella in una nota, è un Totem intelligente. Ecco come funziona: La persona che accede in pronto soccorso riceve al momento del triage un foglio, con un numero identificativo e un codice a barre, che consegna al suo accompagnatore o familiare, se presente. Avvicinando il codice a barre alla luce rossa del totem il sistema identifica il paziente e ne traccia il percorso fatto all’interno delle diverse aree di trattamento.

“Il pronto soccorso live – ha sottolineato il direttore generale Gianni Bonelli – è solo un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento che ha interessato il pronto soccorso di Biella nel corso degli ultimi anni.  Quest’ultimo rappresenta per eccellenza la prima porta di accesso in ospedale ed è di certo il luogo in cui più occorre gestire le relazioni umane, spesso facendo i conti con un fattore tempo incalzante da utilizzare nel migliore dei modi, perché anche un minuto può rilevarsi essenziale. L’accorgimento messo a punto è pensato per venire incontro alle esigenze delle persone e fare in modo che il livello di informazioni possa essere adeguato, in base alle circostanze e alle necessità. Siamo convinti che sia anche un atto di trasparenza dovuto nei confronti dei cittadini”.

“Questo sistema non sostituisce certamente il dialogo e il contatto tra il personale e i pazienti/ familiari – spiega Luca Grillenzoni, responsabile del pronto soccorso. Tuttavia la tecnologia in questo caso ci aiuta a migliorare i flussi di informazione: in primo luogo per i parenti, spesso in ansia e desiderosi di conoscere più dettagli possibili, per riuscire a gestire al meglio la comunicazione, specie in situazioni di elevati accessi in cui è difficile poter dedicare tempo ai familiari”.

Un pronto soccorso che dal 2016 ha subito cambiamenti significativi, specie sul piano organizzativo dove la logica di gestione si è orientata verso la complessità del paziente.  È stato rimosso l’“ambulatorio del medico di base” ed allestita un’area di trattamento “Codici Bassi”, dedicata ai pazienti a bassa complessità.  È stata abolita l'area dedicata alla patologia chirurgica prevedendo aree di trattamento indistinte per i pazienti a medio-alta complessità.  É stata istituita inoltre la figura del medico di “regia”: una figura esperta, dedicata alla gestione dei pazienti a media complessità e deputata risolvere le eventuali criticità nelle diverse aree del pronto. “Questi provvedimenti – commenta la Asl - hanno permesso, grazie anche all’implementazione delle risorse umane, di ridurre i tempi di attesa e di gestione scendendo al di sotto dello standard regionale prefissato”.

La Asl evidenza anche come “un ruolo fondamentale è svolto dal personale infermieristico che, attraverso un modello organizzativo di pregestione infermieristica – unico nel suo genere – prende in carico e mette in sicurezza il paziente in attesa, trasformando così l'attesa da ‘passiva’ in ‘attiva’. L’infermiere dedicato opera secondo appositi protocolli, predisponendo una serie di interventi adeguati alla situazione, quali ad esempio la gestione del dolore, l'avvio di terapie in caso di necessità, prelievi  ematici e l'esecuzione  dell’elettrocardiogramma”.

Tra i progetti in cantiere vi è il potenziamento dell'area codici bassi con l'avvio di un ambulatorio infermieristico con competenze allargate secondo piani di formazione ben codificati.

Obiettivo futuro è anche l’ulteriore miglioramento di alcuni percorsi interni, con l’adozione di protocolli multidisciplinari per le patologie più comuni e per pazienti critici. In fase di definizione anche un piano reattivo ad hoc da mettere in atto nei periodi di massiccio afflusso.

Alcune novità sono in programma sul piano della logistica con interventi strutturali per ottimizzare la privacy in zona triage e con il controllo delle porte mediante badge.

18 ottobre 2017
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