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Bonus Covid. In Piemonte sale la protesta di medici e dirigenti, manifestazione il 23 giugno

Contestano la scarsità di risorse e i criteri di ripartizione decisi dalla regione per premiare il personale impegnato nella lotta al covid, ma manifestano anche contro le criticità del sistema, chiedendo investimenti sulla sanità, a partire dalle assunzioni. "Chiediamo solo di poter lavorare dignitosamente, a tutela dei pazienti. E visto il fallimento dei Tavoli di Confronto, verso i quali l’Assessore Regionale Icardi si è mostrato lontano e disinteressato, si è scelta la strada della manifestazione di piazza”

19 GIU - Le sigle sindacali piemontesi della dirigenza medica Anaao Assomed, Cimo - Fesmed, Aaroi Emac, Fassid, FVM, Anpo - Ascoti-Fials Medici del Piemonte, “preso atto del mancato ascolto e del disinteresse a tutela della dirigenza medica da parte del Governo Regionale”, hanno indetto per martedì prossimo, 23 giugno, alle ore 18.30 in Piazza Castello a Torino, una manifestazione pubblica a tutela della dignità professionale della categoria.
 
Le ragioni che hanno portato a questa decisione sono riassunte in una nota:
 
“Nonostante l’abnegazione e i rischi connessi alla pandemia
, i medici piemontesi hanno garantito assistenza e tutela della salute pubblica ottenendo dal Governo e soprattutto dalla Regione un riconoscimento economico giudicato irrisorio rispetto a quanto reso come servizio nei confronti del cittadino. Non basta: ora il personale sanitario si trova a dover gestire complesse liste d’attesa che richiedono un ulteriore sacrificio. La domanda è: quanto vale il lavoro dei medici per la Regione?”.

Inoltre, spiegano i sindacati, “il SSR partiva da una situazione disastrosa: la carenza di specialisti e i concorsi deserti avevano determinato il proliferare dei medici a gettone. A causa dell’emergenza sanitaria le carenze sono peggiorate ma dalla Regione nessuna proposta o quanto meno presa in carico di tale problema”.
 
Per i sindacati “la Regione dovrà potenziare le Rianimazioni Piemontesi con ulteriori 300 posti letto, ma dove troverà i medici Rianimatori da assumere? Chi curerà i pazienti? Siamo in presenza - prosegue la nota -di una “diaspora” di medici che, vista la totale indifferenza del Governo Regionale alle reali ed oggettive difficoltà nello svolgere in sicurezza e con i dovuti riconoscimenti la professione, hanno deciso di licenziarsi ripiegando al privato o rivolgendosi a strutture in altri territori. E’ una sconfitta del territorio e la Regione deve farsene carico”.
 
“Chiediamo - dichiarano dunque i Rappresentanti Sindacali
- che venga riconosciuto il nostro impegno durante l’epidemia, chiediamo che il SSR arrivi finalmente preparato ad un eventuale secondo picco in autunno, chiediamo che l’Assessorato faccia un passo avanti per ricucire lo strappo con la categoria, chiediamo che le figure del medico ospedaliero e dirigente sanitario non siano continuamente mortificate, chiediamo di non essere privati della prospettiva di carriera e della centralità del nostro ruolo. Chiediamo solo di poter lavorare dignitosamente, a tutela dei pazienti. E visto il fallimento dei Tavoli di Confronto, verso i quali l’Assessore Regionale Icardi si è mostrato lontano e disinteressato, si è deciso di indire una manifestazione di piazza per esprimere preoccupazione e per rimarcare la volontà di dialogare, ma in un modo diverso”.

19 giugno 2020
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