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Liste di attesa nella Pa di Trento. Uil e Uil Fpl Sanità contro la delibera sul privato accreditato

Per i sindacati  di Uil del Trentino e Uil Fpl Sanità, dopo il danno c’è anche la beffa. O meglio, dopo l’investimento di circa 30 milioni di euro da per abbattere le liste di attesa al privato accreditato “visite ed indagini diagnostiche vengono fatte in convenzione con il pagamento del ticket nelle strutture accreditate private, inoltre non rispettando nemmeno i tempi di prescritte nelle ricette”.

04 MAR - L’ultima Delibera provinciale di bilancio del 23 gennaio scorso, all’articolo 15 riporta che “al fine di garantire l'erogazione delle prestazioni di assistenza sanitaria e il recupero delle liste d'attesa, fermo restando quanto previsto dalla normativa provinciale vigente in materia di salute e in coerenza con la dotazione organica, si applica la normativa statale che prevede deroghe ai requisiti previsti per lo svolgimento di attività sanitarie o alle ordinarie modalità di reclutamento del personale sanitario”.

Seppur non viene specificato il quantum che la Provincia ha intenzione di mettere sul fondo per le liste di attesa i sindacati parlano di una cifra di circa una trentina di milioni tutta destinata al privato accreditato. A mettere sotto i riflettori cifre e destinazioni sono il segretario generale Uil del Trentino Walter Alotti ed il segretario generale della Uil Fpl Sanità, Giuseppe Varagone.

“La situazione delle liste d’attesa della sanità pubblica trentina sarà anche in parte migliorata, come riportano il Direttore Antonio Ferro di Apss e dell’Assessore alla salute Mario Tonina – dicono Alotti e Varagone - ma per esperienza di tanti cittadini e cittadine trentine queste affermazioni “di ritorno progressivo alla normalità” di vero c’è poco, o meglio, siamo molto distanti dalla realtà. Soprattutto stridono con i dati che arrivano direttamente dall’Apss relativi al finanziamento privato aggiuntivo alla Sanità privata trentina accreditata, chiamata a supportare l’aumento della domanda di prestazioni specialistiche e diagnostiche della cittadinanza, che seppur nessuno mai la specifica pare sia di una trentina di milioni di euro”.

“È vero che c’è un problema di carenza di organici e di pochi incentivi in Trentino rispetto alla vicina Provincia Autonoma di Bolzano – sostengono i due sindacalisti - ma è altrettanto chiara e penalizzante la differenza di tempi di attesa per le prestazioni del servizio pubblico, con priorità Rao come anche nelle strutture private. Quindi Apss, che paga fior di quattrini il privato accreditato che dovrebbe assolutamente garantire ai cittadini almeno i tempi per le prestazioni Rao, facendole effettuare in convenzione con pagamento del ticket nelle strutture accreditate private, inoltre non rispettando nemmeno le Rao. Le Rao per chi non lo sapesse sono le priorità antro quando effettuare le visite”.

“È certamente una situazione complessa e di difficile soluzione, ma la politica deve assumersi delle responsabilità avendo al centro il bene della comunità, evitando di essere o apparire in qualche modo collusa con poteri ed interessi privati sempre più forti anche nel nostro territorio. Se la scelta della Provincia Autonoma di Trento è di finanziare con fior di quattrini le strutture sanitarie private trentine per erogare alcune prestazioni, non sarà una strategia vincente a lungo termine per il fatto che lentamente viene smantellato il servizio pubblico Trentino sforando pure i tempi delle visite. Concludono Alotti e Varagone.

Endrius Salvalaggio

04 marzo 2024
© Riproduzione riservata

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