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Disturbi del Comportamento Alimentare. Asl Bari lancia gruppo di lavoro per cure precoci 


Casi già sotto i 14 anni e in aumento. Paerte un progetto formativo del Dipartimento Medicina dell’Età Evolutiva. Esperti a confronto e un nuovo approccio multidisciplinare di integrazione Ospedale-Territorio e coinvolgimento di Scuola e famiglia

27 GIU -

Casi di Anoressia e Bulimia in aumento, ma anche altri disturbi collegati al rapporto con il cibo stanno investendo persone sempre più giovani, sotto i 14 anni. Sono circa ottanta i casi già presi in carico dall'inizio dell'anno ad oggi: un numero significativo, considerando che si tratta di interventi di alta complessità che richiedono un team multidisciplinare.

Sul versante dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), che in Italia colpiscono un giovane su tre, il Dipartimento Medicina dell’Età Evolutiva della ASL Bari ha dato vita a un progetto formativo per innovare l’approccio terapeutico, finalizzato alla prevenzione ed alla cura. Progetto dedicato, in una prima fase agli operatori sanitari del Dipartimento Medicina dell’Età Evolutiva: neuropsichiatri infantili, pediatri e infermieri ospedalieri, psicologi, educatori, terapisti della riabilitazione psichiatrica.

“Stiamo osservando un certo aumento dei casi clinici – rimarca Mariano Manzionna, direttore del Dipartimento Medicina dell’Età Evolutiva della ASL Bari – anche legati al periodo post-pandemico e per questo abbiamo iniziato ad attivare, con la formazione, un gruppo di lavoro per delineare una presa in carico multidisciplinare che operi su diversi piani, dalla prevenzione alla cura”.

Impegno richiesto, del resto, dalla stessa complessità dei Disturbi del Comportamento Alimentare, un gruppo di condizioni cliniche estremamente complesse, caratterizzate da anomalie negli schemi di alimentazione, da un’eccessiva preoccupazione per la forma fisica, da un’alterata percezione dell’immagine corporea e da segnali d’allarme (diete dimagranti, eccessiva attività fisica, calo ponderale significativo, cambiamento d’umore ecc.), alcuni dei quali possono significare un disagio psicologico profondo per i quali è necessario cercare tempestivamente l’aiuto del professionisti.

“I casi di DCA sono aumentati del 30% - spiega la psicologa della Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza Marina Di Cagno - e le richieste di prima visita del 50%, con un aumento della patologia di quasi il 40% rispetto a qualche anno fa e con un ulteriore abbassamento dell’età di esordio sotto i 14 anni. Gli adolescenti sono vulnerabili, timorosi del giudizio sociale e di quello dei pari, soprattutto nella fase di costruzione della propria identità. Le famiglie, i genitori richiedono percorsi di ‘parent training’ personalizzati. Per la nostra esperienza, intercettare l’esordio, i primi segnali di un sospetto DCA a 9-11 anni significa intervenire tempestivamente, programmare la cura personalizzata, migliorare la prognosi”.

Ma quali sono le contromisure? Per gli esperti del gruppo d lavoro la prima è la prevenzione primaria nelle scuole, poi la stessa scuola, ai primi segnali di allarme, può fare da filtro rispetto alla famiglia, al medico di base, con ciò migliorando la prognosi.

“La complessità delle cure dei DCA in fanciullezza e adolescenza – rileva il dott. Vito Lozito direttore Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza ASL Bari,– richiede un percorso diagnostico-assistenziale del Dipartimento che consentirà di creare una fattiva integrazione ospedale-territorio, ossia tra le Pediatrie ospedaliere e la Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, e poter offrire in futuro una omogeneità di offerta di assistenza territoriale, sempre più in prossimità del contesto di vita del paziente, della sua famiglia e della sua Scuola”.



27 giugno 2023
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