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Medicina generale. Fimmg Puglia: “La qualità della formazione sia una priorità del Governo”


Abolizione del numero chiuso, ammissione di medici non vincitori di concorso ai corsi di formazione, soluzioni inadeguate per il precariato. Per il sindacato la formazione è in crisi e quella in medicina generale “a tutti gli effetti sotto attacco”. Michele Abbinante (Fimmg Formazione Puglia): “Il corso di formazione specifica deve essere l’unica strada di accesso alla medicina generale”.

07 MAR - “Oggi ci troviamo in una situazione paradossale. Mentre i giovani medici di qualsiasi sigla associativa reclamano a gran voce il miglioramento del livello qualitativo della formazione post-laurea, assistiamo a proposte di governo che di fatto sanciscono la vera e propria crisi della formazione in medicina”. Ad affermarlo Michele Abbinante, responsabile Fimmg Formazione Puglia, intervenendo nei giorni scorsi al III° congresso nazionale Sigm a Bari.

Il timore manifestato dal settore regionale formazione della Federazione nazionale dei medici di medicina generale è che “il governo possa aver deciso che gli errori del passato debbano essere risolti con altri errori: abolizione del numero chiuso alla facoltà di medicina quando ancora oggi non si riesce a garantire una borsa di studio a tutti i laureati, ammissione di colleghi non vincitori di concorso ai corsi di formazione, risoluzione del precariato generando altro precariato. Proposte irricevibili secondo i medici in formazione”, per la Fimmg Puglia.

Il sindacato evidenzia, infatti, che “se in generale la formazione è in crisi, la formazione in medicina generale può essere definita a tutti gli effetti sotto attacco. L’assistenza, soprattutto quella territoriale, non può essere garantita solo con i numeri. Sono necessarie programmazione, progettualità e particolare attenzione alla qualità del servizio offerto ai cittadini. Invece, le proposte ministeriali più recenti non solo rischiano di arrestare il percorso di evoluzione della formazione in medicina generale, ma addirittura di riportare lo stato dell’arte indietro di decenni, all’epoca in cui si accedeva alla professione senza formazione specifica e si scatenavano vere e proprie guerre giudiziarie tra colleghi per conquistare il posto di lavoro”.

“Non si può tornare indietro. - aggiunge Abbinante - “È arrivato il momento in cui la qualità della formazione e la garanzia di formazione per tutti i medici laureati diventino una priorità del paese e del SSN”.

Per mantenere gli attuali standard assistenziali, “che nonostante gli scarsi investimenti ci vedono ai primi posti delle classifiche di valutazione dei sistemi sanitari”, e puntare all’ulteriore miglioramento, sono necessari, per la Fimmg Puglia, “gli elementi portanti del SSN: i medici, adeguatamente formati e retribuiti”.

“Siamo consapevoli delle esigenze e della sofferenza dei colleghi precari e delle distorsioni legislative e burocratiche che hanno determinato la situazione in cui ci troviamo, ma non possiamo consentire un ritorno al passato” - puntualizza Abbinante.

Inoltre, “c’è l’esigenza di separare la formazione dell’emergenza territoriale, quando ancora rimasta in convenzione, e della medicina penitenziaria dal percorso di formazione della medicina generale. Si tratta di professioni diverse con esigenze formative diverse.”

Il corso di formazione specifica – “regolarmente retribuito con borsa di studio e cui si accede tramite superamento di un concorso pubblico” - deve essere, per la Fimmg Puglia, l’unica strada di accesso alla medicina generale. “Su questo non faremo passi indietro e ricorreremo a tutti i mezzi legali per manifestare le nostre ragioni - conclude Abbinante - “Siamo contro la formazione complementare, contro le scorciatoie, contro le sanatorie. Ai fini dell’accesso, valorizziamo in sede di concorso l’esperienza. Ma non siamo disposti a cedere sull’accesso tramite il corso di formazione specifica”.

L’invito è chiaro: “Il Governo si assuma le proprie responsabilità e non faccia ricadere sui medici, soprattutto i più giovani, le criticità non risolte del sistema, innescando scontri all’interno della professione”.

07 marzo 2019
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