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Omceo Bari: “Non servono cattedrali della Sanità privata”


Il riferimento è alla proposta di Emiliano di recuperare 200 milioni spesi ogni anno in mobilità sanitaria verso le regioni del nord e di puntare su gruppi sanitari privati affinché investano in Puglia. “Un approccio utilitaristico e di competizione tra le Regioni è proprio ciò che ha danneggiato il Ssn, portando a squilibri tra le diverse aree d’Italia”, osserva l'Omceo Bari, secondo la quale è anche ora che “il governo del sistema torni nelle mani dei professionisti”.

15 APR - Parte, in Puglia, il dibattito sulle azioni da intraprendere per far fronte all’emergenza Coronavirus in modo incisivo, ma anche per ripensare complessivamente al sistema sanitario regionale. E per l’Omceo Bari la proposta del Governatore MIchele Emiliano di recuperare 200 milioni spesi ogni anno in mobilità sanitaria verso le regioni del nord e mettere in atto un rilancio del SSR che punti a convincere i gruppi sanitari privati a investire in Puglia, non convince fino in fondo.

“Condividiamo con Emiliano l’idea che il nostro sistema sanitario abbia sofferto di una drammatica carenza di fondi negli ultimi anni: a parità di popolazione, rispetto all’Emilia Romagna abbiamo circa 20mila addetti, 1000 posti letto e 1 miliardo di investimenti in meno. Un realtà che abbiamo evidenziato sino alla noia, senza una efficace risposta dal mondo politico”, spiega l’Omceo in una nota. “Tuttavia, siamo convinti che il discorso del Presidente parta da un approccio concettuale poco proficuo per la Puglia e per la nostra tenuta come Paese. Implicitamente, la nostra regione dovrebbe avvantaggiarsi della momentanea difficoltà dei sistemi sanitari settentrionali per rafforzare il proprio SSR attirando investimenti del privato sanitario ed eliminando i viaggi della speranza verso le strutture del Nord. Ma un approccio utilitaristico e di competizione tra le Regioni è proprio ciò che ha danneggiato il servizio sanitario nazionale negli ultimi anni, portando a squilibri tra le diverse aree d’Italia che hanno inciso sugli indici di salute della popolazione".

Per l’Omceo Bari l’obiettivo deve essere, al contrario, quello di puntare al superamento delle diseguaglianze, “attraverso il rispetto dei principi di equità e di uguaglianza che soddisfi efficacemente i bisogni di salute in pari misura a Bari come a Bolzano”. E questo non senza agire “a danno di qualcuno, come se sottrarre risorse alla Lombardia servisse in sé ad aiutare i pugliesi a stare meglio”.
 
Un sistema equo e solidale, evidenzia l’Ordine dei medici barese, deve puntare “a portare la Calabria - la Regione che al momento registra gli indicatori sanitari più bassi a livello nazionale – e tutte le regioni meridionali ai migliori standard nazionali”.
 
Per farlo, secondo l’Omceo Bari, occorre
“un intervento eccezionale dello Stato, un Piano Marshall per la Sanità pubblica, essendoci le condizioni per proporlo”. Con “due concetti chiave” a guidare questo intervento: “Nazionale e pubblico”. L’epidemia da Covid-19, secondo l’Omceo di Bari, ha messo infatti “impietosamente in luce le debolezze strutturali e organizzative del nostro sistema organizzato su base regionale, proprio in quelle aree che dovevano rappresentarne la punta di diamante”.
 
È emersa “una scarsa capacità di programmazione, pur di fronte a esperienze di paesi come Cina e Corea del Sud che potevano facilitare il nostro compito. È emersa l’impossibilità da parte dello Stato di governare un sistema sanitario frammentato in 21 sistemi sanitari regionali e l’incapacità di individuare e implementare un efficace approccio unitario, in termini di protocolli operativi e terapeutici. È emersa, infine, la carenza di un centro unico di governance come ad esempio nella raccolta di dati e informazioni che selezionasse le sperimentazioni più efficaci e standardizzasse velocemente la risposta in tutto il territorio, in modo coerente in tutto il Paese”, prosegue l’Omceo Bari.
 
In tale contesto, secondo l’Ordine dei medici pugliese, attrarre investitori privati in Puglia non risolverà i problemi di un SSR che negli ultimi anni è stato depauperato di risorse finanziarie, ma anche di risorse umane e di competenze: “Non servono cattedrali della Sanità privata calate dall’alto. Serve invece un approccio sistemico, con una rete di strutture, di medici e di Università, la selezione di competenze eccellenti, capaci di dare risposta ai bisogni di salute dei cittadini. Serve quindi investire nella Sanità pubblica partendo dalla rete territoriale che rappresenta il momento dove il bisogno di salute incontra il sistema salute perché dia le risposte. L’esempio della Lombardia di fronte al Coronavirus dovrebbe essere d’insegnamento: un SSR che ha potenziato le strutture private e ha trascurato il territorio è stato travolto dall’epidemia”.
 
Dalla pandemia è infatti emersa con forza anche l’importanza della medicina del territorio, “un settore che, anche quando il Covid-19 sarà sconfitto, continuerà a giocare un ruolo fondamentale nel fronteggiare tra l’altro le malattie croniche, vera sfida per i sistemi sanitari occidentali in futuro”, osserva l’Omceo Bari secondo cui “anche su questo fronte, potrà aiutare poco il privato, tradizionalmente poco interessato alla medicina del territorio, relegata al privato sociale o alla rete dei medici di medicina generale”.
 
Dall’Omceo Bari un’ultima osservazione: “La governance non può essere lasciata nelle mani della politica o di manager scelti dalla politica. È ora che il governo del sistema torni nelle mani dei professionisti, di chi ha come priorità non il pareggio di bilancio ma i bisogni di salute dei cittadini. Professionisti della salute che debbono rendere conto del proprio operato alle comunità locali di riferimento, attraverso meccanismi ispirati alle Legge 833, attuativa di un sistema sanitario universale, egualitario e solidale”.

15 aprile 2020
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