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“In Sardegna 1 cittadino su 5 rinuncia alle cure”. I sindacati chiedono alla politica risposte immediate

di Elisabetta Caredda

Fp Cgil, Uil Fpl, Fials, Nursind, Nursing Up, Fsi-Usae, e Anaao Sardegna incontrano i capigruppo in Consiglio regionale. Denunciano il dramma in cui versano i servizi che “sta portando 1 sardo su 5 a rinunciare alle cure”, e chiedono “che il principale investimento, nell’immediato, possa riguardare il personale sanitario”. Assente l’assessore Doria, l’opposizione chiede un secondo incontro in presenza dell’esponente di Giunta e la convocazione del Consiglio.

22 GIU - L’incessante sofferenza del servizio sanitario regionale della Sardegna e del personale che vi opera ha spinto i rappresentati sindacali del settore di Fp Cgil, Uil Fpl, Fials, Nursind, Nursing Up, Fsi-Usae e Anaao Sardegna a chiedere urgentemente un incontro con i capigruppo in Consiglio regionale. L’incontro, tenutosi martedì 20 giugno, è stata l’occasione per i sindacati di rappresentare i principali elementi di criticità del sistema e di lanciare un appello alla politica per interventi urgenti. Assente l’assessore regionale della Sanità Carlo Doria, in procinto di partire per Roma per la Conferenza delle Regioni e l'incontro con il ministro della Salute Orazio Schillaci, in programma il giorno successivo.

Il dramma in cui versano i servizi “sta portando 1 sardo su 5 a rinunciare alle cure”, è stata la denuncia dei sindacati, secondo quanto riportato nel resoconto consiliare della riunione che fa sintesi delle problematiche denunciate dai sindacati, tra le quali la mancanza di una visione generale, la necessità di modificare la legge sugli accreditamenti, la drastica riduzione degli organici, il mancato pagamento degli straordinari, nonché il problema del rapporto tra infermieri/pazienti, che se “in Italia è di 1 a 6, nell’isola è di 1 infermiere ogni 13 pazienti, ed in qualche caso di 1 a 20”.

I capigruppo di opposizione non hanno visto di buon occhio la mancata partecipazione dell’assessore all’incontro, ritenendo che “la giunta continui a sottrarsi al confronto democratico”. Cosicché nel corso della riunione gli stessi “hanno chiesto al Presidente del Consiglio regionale Michele Pais di convocare nuovamente, in tempi imminenti, una seconda seduta “per un confronto serrato con l’esponente della giunta. Inoltre, hanno chiesto la convocazione del Consiglio per affrontare il problema Sanità e poter capire in Aula quali siano gli intenti della maggioranza davanti a una situazione del genere”.

I rappresentati sindacali presenti hanno invece “chiesto alla politica di dare risposte immediate perché i servizi sanitari non sono più all’altezza”. Ragion per cui i sardi stanno rinunciando alle cure. “La disorganizzazione è globale – hanno affermato -, i turni sono massacranti e sempre più personale sceglie di lasciare le strutture pubbliche per quelle private”. Ciò premesso, i sindacalisti hanno sollevato l’esigenza “di un cambio di marcia”.

Sempre dal sommario della seduta, in aggiunta, si apprende che i sindacati hanno invitato la giunta a ritirare la delibera con la quale l’esecutivo prevede l’istituzione dei quattro nuovi ospedali in Sardegna, poiché secondo la loro opinione “non rispecchia le esigenze di oggi”. Bensì, hanno detto, “i cittadini hanno bisogno di cure subito e non possono vivere di propaganda”. Per i sindacati “il principale investimento, nell’immediato, deve riguardare il personale sanitario” poiché “senza investire sugli organici la sanità continuerà a singhiozzo e a tempo”. Secondo gli stessi, “dei 30 ospedali sardi non ne funziona uno”.

Sull’incontro, il capogruppo PD Gianfranco Ganau ha commentato al nostro giornale: “All'incontro tra capigruppo e sindacati della sanità, ancora una volta era assente l'assessore Doria, principale referente delle denunce sindacali. Abbiamo sentito e registrato tutte le sollecitazioni proposte, ad iniziare dalla riforma sanitaria squilibrata a favore di Ares, che penalizza le ASL. L'assenza di adeguati piani del fabbisogno, l'impegno disatteso sulla mobilità, la mancata programmazione del personale per attivare sul territorio le case e gli ospedali di comunità, la mancata stabilizzazione del personale precario, la insufficiente gestione delle emergenze legate alla carenza di personale, per citare solo alcuni dei temi trattati”.

“Infine da tutti i partecipanti – prosegue Ganau - è stato espresso un parere negativo, con richiesta di ritiro della delibera di giunta sui nuovi ospedali che così come concepita (annullamento di tutti i programmi di ristrutturazione e messa a norma dell'esistente) metterebbe a serio rischio anche gli attuali livelli di assistenza. Insomma un quadro del disastro e di una cattiva gestione della sanità regionale. La conferenza dei capigruppo, sentite le organizzazioni sindacali, ha ritenuto di doversi aggiornare al più presto in presenza dell'assessore”.

Anche Francesco Agus, capogruppo Progressisti, tuona: “La riunione è stata convocata con urgenza dal Presidente del Consiglio regionale a seguito di una manifestazione durante la quale non vi è stata opportunità di incontrare l’assessore alla Sanità. Che anche ieri non ha partecipato alla seduta. Ritengo sia una mancanza di rispetto al confronto verso i ‘corpi’ intermedi e le opposizioni consiliari. Premesso ciò, durante la discussione di ieri è sembrato quasi di udire un’unica sigla sindacale: nonostante, infatti, fossero presenti al tavolo i confederali, gli autonomi, i sindacati del comparto e quelli dei medici, i problemi per tutti sono sembrati essere gli stessi. Ed in particolare vi è la segnalazione di come la giunta regionale, l’assessorato alla Sanità, non riescano a portare avanti nemmeno le cose meno difficoltose. E nemmeno le cose che promettono”.

Quindi, prosegue il capogruppo dei Progressisti, “nessuno chiede ‘la luna’ poiché tutti siamo a conoscenza della gravosa situazione, però, la descrizione di quanto detto ieri sulle problematiche ha evidenziato un sistema sanitario che va in continuo peggioramento, con sempre più medici e sanitari poco disposti a lavorare per il SSR, e che porterà la situazione già tra sei mesi a sprofondare in modo serio, in maniera ancora più preoccupante rispetto ad oggi. E la giunta, di contro, sembra non riuscire a far nulla se non proporre quella delibera sui nuovi ospedali, per la quale tutte le sigle hanno chiesto il ritiro. Un altro tema che mi preme sottolineare riguarda Ares. Tutto l’hanno descritta come una ‘scatola vuota’ che oggi è il vero problema della sanità sarda. Un imbuto mal gestito che non consente nemmeno alle altre aziende di fare come vorrebbero. Primo tra tutti le assunzioni del personale che necessitano. Ricordo in ultimo, che ad Ares è stato dato un compito gravoso, quale quello di occuparsi della costruzione dei nuovi ospedali, nonostante Ares non abbia neanche un ufficio tecnico in grado di seguire i progetti di tal specificità”, conclude Agus.

Sentito da Quotidiano Sanità, Fausto Piga, capogruppo Fratelli D’Italia, riferisce che “l’incontro è stato utile, un incontro importante dal punto di vista dell’ascolto, un punto dunque di partenza al quale seguirà una successiva seduta con l’assessore alla Sanità dove ci auguriamo che tutto quello che è possibile fare nel perimetro del rispetto delle leggi, e soprattutto dell’oggettiva difficoltà che in questo momento sta vivendo il sistema sanitario a causa della carenza di personale, oramai cronica a livello nazionale, possa trovare spiraglio nell’auspicio di poter mettere in campo qualsiasi iniziativa per far lavorare meglio gli operatori medici e sanitari del comparto e per offrire una Sanità migliore”.

Elisabetta Caredda

22 giugno 2023
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