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Cura a domicilio Nella Asl 8 saliti a 1.019 i pazienti fragili seguiti a domicilio

di Elisabetta Caredda

22 SET - “Menzus in domo” (“meglio a casa”) è il progetto che la Asl di Cagliari segue oramai da oltre un anno (dalla nascita dell’azienda) ed è finalizzato a far sì che le persone fragili possano ricevere l’assistenza sanitaria e le cure necessarie nel proprio domicilio. Oggi il direttore del distretto socio sanitario area vasta riferisce dei positivi riscontri ottenuti sul crescente numero di pazienti che sono stati assistiti nella propria abitazione.

“Sono 1019 i pazienti ai quali nei primi 8 mesi del 2023 è stata attivata l’assistenza delle cure domiciliari integrate nel distretto area vasta della ASL di Cagliari (contro le 697 del 2022) con un incremento del 46% - spiega a Quotidiano Sanità il direttore del distretto socio sanitario area vasta, Gianni Salis -, tirando le somme di un anno e qualche mese di attività del progetto. La maggior parte sono persone anziane ultra ottantenni (fra questi 25 sono centenari), ma non mancano anche pazienti giovani e bambini. Ecco che le cure ai pazienti nella propria dimora sono pur sempre un’altra cosa, quando è possibile, circondati dall’affetto della famiglia soprattutto quando si è anziani o fragili e quindi più vulnerabili”.

“Lo sviluppo delle cure domiciliari è coerente con quanto previsto dal DM 77/2022 ‘Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale’ – approfondisce il direttore -. I livelli di assistenza previsti sono tre: parliamo di cure domiciliari di I° livello con un coefficiente di intensità assistenziale (CIA) valutato tra 0,14 e 0,30 (fino A 5 giorni /settimana), di cure domiciliari di II° livello con un coefficiente di intensità assistenziale (CIA) tra 0,31 e 0,50 (6 giorni/settimana), ancora, di cure domiciliari di III° livello con un coefficiente di intensità assistenziale (CIA) maggiore di 0,50 (7 giorni/ settimana). Dopodiché si passa all’area critica, con l’ assistenza avanzata e la collaborazione degli operatori delle Rianimazioni”.

“L’attivazione della presa in carico del paziente – prosegue Salis - avviene tramite l’Unità di valutazione territoriale (UVT) del servizio cure domiciliari composta dal MMG, il medico del distretto, l’infermiere, l’assistente sociale, e possono inoltre aggiungersi medici specialisti della patologia del paziente. E’ l’UVT in sede di attivazione a decidere le attività assistenziali e la durata del Piano assistenziale individuale (PAI) che generalmente è fra 3 e 6 mesi, prorogabile a seconda delle necessità. Qualunque bisogno del paziente come la visita specialistica, la fornitura di presidi e dei farmaci, passa per il servizio delle cure domiciliari”.

“Questo risultato – interviene il direttore generale ASL 8, Marcello Tidore -, è stato possibile anche grazie al fatto che abbiamo puntato a potenziare questo servizio di cure domiciliari grazie alla disponibilità a svolgerlo di medici, infermieri e assistente sociale. Che ci ha consentito di azzerare le liste di attesa per questa tipologia di servizio assistenziale”.

Nelle conclusioni il direttore sanitario Asl, Roberto Massazza, aggiunge: “E’ una ditta esterna ad occuparsi di far raggiungere quotidianamente a casa gli assistiti dal personale sanitario preposto, come infermieri e fisioterapisti, che applicano il piano assistenziale individuale dedicato al paziente. Il tutto viene costantemente monitorato dal medico di medicina generale e dal distretto sanitario”.

Elisabetta Caredda

22 settembre 2023
© Riproduzione riservata

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