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Sardegna. Emergenza sanitaria, si cambia. Commissione Sanità approva linee di indirizzo per l’avvio dell’Areus


Arru: “Obiettivo della nuova Azienda regionale per le emergenze urgenze è farsi carico degli interventi legati alle patologie che comportano un rischio di vita liberando le strutture di Pronto soccorso da un lavoro improprio che può essere svolto sul territorio. A regime spenderemo complessivamente 140 milioni l’anno”.

18 GEN - La Commissione Sanità del Consiglio Regionale della Sardegna ha approvato le linee di indirizzo per l’avvio dell’Areus, l’Azienda regionale per le emergenze urgenze. L’approvazione è avvenuta a maggioranza, con l’astensione della minoranza e del consigliere del Pds Augusto Cherchi.

L’avvio dell’Areus, ha detto l’assessore della Sanità Luigi Arru, “costituisce un passaggio fondamentale della riforma sanitaria che, nel settore dell’emergenza-urgenza, semplifica il sistema precedente (dove erano presenti 8 direzioni del 118 , 4 a nord e 4 a sud) e delinea un modello leggero con forti relazioni con l’Ats e la capacità di svolgere al meglio la sua missione: trasporto di organi ed unità di sangue, gestione delle emergenze, elisoccorso”. La nuova azienda, ha aggiunto Arru, “punterà molto sulla riqualificazione certificata del personale; utilizzando un finanziamento di 2,5 milioni sarà realizzato un ampio programma di formazione in collaborazione con le università sarde, le scuole di specializzazione e le associazioni scientifiche”.

Il nostro obiettivo, ha aggiunto l’assessore, “è quello di affidare all’Areus gli interventi legati alle patologie che comportano un rischio di vita liberando le strutture di Pronto soccorso da un lavoro improprio che può essere svolto sul territorio: i dati ci dicono infatti che la maggioranza degli accessi alle strutture di Pronto è composta da codici bianchi e verdi, per cui bisogna potenziare la rete delle cure primarie e lo faremo anche attivando nuovi numeri di pronto intervento 116 e 117 (d’accordo con altri soggetti del sistema pubblico) per la presa in carico dei pazienti”.
Infine, da Arru una considerazione economica “in Lombardia - ha ricordato Arru - il sistema di emergenza-urgenza costa circa 200 milioni l’anno (20 euro a cittadino) per operare su un territorio dove vivono 10 milioni di abitanti, mentre noi spenderemo complessivamente a regime 140 milioni l’anno con una popolazione di 1.6 milioni di abitanti. Se avessimo ragionato con i parametri della Lombardia avremmo avuto a disposizione appena 30 milioni”, ha concluso.
 

18 gennaio 2018
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