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Sicilia. Vertice in assessorato dopo morte neonata. Crocetta: “Anche i privati dovrebbero essere obbligati ad avere rianimazione neonatale”. E l'assessore Borsellino si dimette

Ore febbrili in regione dopo la tragedia di ieri. L’assessore Borsellino ha incontrato i manager delle strutture pubbliche e anche della casa di cura dove è nata la piccola. Ma il presidente tuona contro i regolamenti che consentono comunque ai privati di operarere anche senza quegli standard obbligatori nel pubblico. I primi indagati. Le parole della mamma di Nicole. L'intervento di Lorenzin e in serata le dimissioni di Borsellino.

13 FEB - Ha telefonato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E parlando con il governatore siciliano Rosario Crocetta si è detto “incredulo” per quanto accaduto ieri. Crocetta non è in Sicilia (sta a Bruxelles per impegni istituzionali)  ma tornerà presto e promette di far luce e che i responsabili non la passeranno liscia.
 
Ma non ce l’ha solo con i “suoi” il presidente siciliano. Si chiede, e chiede al ministro Lorenzin, perché le attuali regole consentono ai privati di operare senza gli stessi standard obbligatori nel pubblico. A partire proprio da quella terapia intensiva neonatale che avrebbe potuto salvare la vita alla neonata deceduta ieri nella vana ricerca di un posto letto nel pubblico dopo essere nata nel privato.
 
Da qui l’invito a Lorenzin "a modificare l'attuale normativa che consente ai privati di svolgere attività senza obbligo di avere la rianimazione interna". "Chi vuol svolgere questa attività deve avere una struttura di rianimazione - afferma Crocetta - per evitare che accadano fatti incresciosi come quello di Catania".
 
Parole che arrivano anche a Roma. “La tragedia della neonata morta a Catania suggerisce la necessita di definire percorsi sicuri per le partorienti, e rivedere le norme di accreditamento: nel 2015 si ha diritto a partorire in sicurezza per la mamma e il bambino in strutture ospedaliere dove ci sia la terapia intensiva neonatale oltre che l’ostetricia”, dichiara nel pomeriggio Donata Lenzi, capogruppo Pd nella commissione Affari sociali di Montecitorio.
 
Ma qualcosa bisogna fare subito e il governatore annuncia che i primi provvedimenti potrebbero già essere presi oggi senza “fare sconti a nessuno”. Perché, dice, "è assurdo che in tre ospedali, tra i più importanti del Sud Italia, non si sia trovato un solo posto letto e non si sia riusciti a liberarne uno vista la gravità della neonata".
 
"Un'ora e mezza di strada – dice poi al telefono con l'Ansa - perché qualcuno non ha pensato di liberare un posto negli ospedali di Catania, magari trasferendo un paziente non grave? Perché non si è pensato di portare la bimba nella più vicina Siracusa oppure al Bambin Gesù di Taormina?".
 
Secondo Crocetta “il peso della decisione della clinica non è stato indifferente. Alle tre del mattino, due ore dopo i primi problemi respiratori della piccola, il personale ha deciso di portarla in un ospedale che si trova a oltre 100 chilometri di distanza. Avrebbe invece potuto accompagnarla direttamente al pronto soccorso di uno degli ospedali, dove non avrebbero rifiutato la paziente. Ciò non toglie che anche il personale dei tre nosocomi etnei possa avere avuto delle responsabilità. E' possibile che non ci fossero pazienti meno gravi in quel momento?”. 
 
Crocetta quindi sottolinea come ancora “non vogliamo fare dei processi sommari, ma chi dovesse avere responsabilità verrà cacciato immediatamente, al resto penseranno le Procure di Catania e di Ragusa”.
 
Il vertice all’assessorato. Convocati stamattina dall’Assessore Lucia Borsellino, i dirigenti generali dell’Assessorato, i direttori generali e direttori sanitari delle Aziende Ospedaliere di Catania, il direttore sanitario della Casa di Cura Gibiino di Catania e la responsabile della Centrale Operativa 118 per il bacino di Catania, Siracusa e Ragusa.
“Nel corso della riunione – informa una nota della Regione - i convenuti sono stati chiamati a riferire, ciascuno per il proprio ambito di competenza, sullo svolgimento dei fatti accaduti a partire dal percorso nascita fino al momento del decesso della piccola. L’Assessore, sentiti tutti gli intervenuti, riferisce di aver dato avvio all’attività ispettiva, per la quale già in data di ieri ha richiesto formalmente la presenza del Ministero della Salute nella composizione della Commissione di verifica, subito individuata nella sua compagine assessoriale. L’insediamento della Commissione è infatti fissato per la prossima settimana”. 
“Le linee guida nazionali sulle urgenze neonatali sancite dal Ministero della Salute sono parte integrante della programmazione sanitaria regionale già da alcuni anni ed è sul puntuale rispetto di tali linee direttrici – dichiara l’Assessore – che ho dato mandato di eseguire gli accertamenti, chiedendo il massimo rigore e inflessibilità sulla catena di responsabilità. Il mio pensiero, come donna e madre, va alla famiglia alla quale mi sento vicina e, da assessore, mi impegno ad avvalermi di tutti gli strumenti necessari per fare luce sulla vicenda e assumere i relativi provvedimenti conseguenziali”.
 
La reazione dei medici. "Chiamatela col suo nome, malapolitica, perché questo non è un caso di malasanità". Così all’agenzia Agi Vincenzo Di Benedetto,  primario dell'Utin del policlinico Universitario di Catania, una delle unità intensive in cui non c’era posto per la neonata.
"I medici - aggiunge Di Benedetto - sono costernati per quello che è accaduto a Nicole e mi sento di parlare a nome di tutta la categoria, sia la classe medica che amministrativa, ma il problema qui non è medico, ma è politico. E' la nostra burocrazia che non va".  "Giornalmente – spiega ancora - dobbiamo rifiutare ricoveri in questa unità di terapia complessa, così come altre unità catanesi di chirurgia pedriatica Utitn non c'erano posti. Questo è soltanto un boomerang dei tagli sconsiderati alla sanità regionale. Non si può pensare che a Catania nascono 12mila bambini l'anno e abbiamo, fra tutti gli ospedali, soltanto 38 posti di terapia intensiva". 
 
La casa di cura. La casa di cura Gibiino di Catania "respinge fermamente ogni illazione e congettura che in queste ore viene diffusa nei confronti del proprio operato", nell'ambito della morte della piccola Nicole. La clinica , scrive l’agenzia Ansa, si dice certa che "dagli esami autoptici emergerà che il decesso è stato causato da fattori che esulano dall'attività dei medici della struttura, che hanno fatto di tutto per salvare la vita alla neonata" utilizzando "cannule e sondini immediatamente dopo la nascita".
 
La madre di Nicole. “Ci sono tanti tipi di amore e noi abbiamo avuto la fortuna di provarli tutti, il più grande è senza dubbio quello per i propri figli ed io e Andrea lo proveremo per sempre per la nostra piccola Nicole che fin da subito dentro me ci ha regalato una gioia immensa e un amore infinito.......poi c è il dolore quello non vorresti mai provarlo sotto nessuna forma, ma lui t insegue..e noi siamo stati inseguiti e presi da quello più brutto, il dolore della perdita di un figlio..un dolore che ti spezza il cuore in mille pezzi, un dolore che ti svuota, ti toglie la voglia di vivere, perché la tua vita era la sua vita. La nostra bambina non c è più. . .e non per cause naturali, ma per un errore umano, tanti errori umani...quello che dicono i TG è solo una parte di verità...ma presto si avrà giustizia, presto tutto verrà alla luce e la mia bambina avrà pace. 
Non mi hanno permesso di vederla, di stringerla a me, di accarezzarle la manina e farle sentire che io le ero vicino, me l hanno portata via, senza averle potuto dare il suo primo e ultimo saluto. 
Piccola mia tu vivrai per sempre nei nostri cuori.... ricorderò ogni piccolo movimento che facevi dentro me fino a poco prima della tua nascita eri e sarai per sempre la mia piccola ballerina scatenata..
Ti amo amore di mamma”.
Così la mamma di Nicole sulla sua pagina facebook questa mattina.
 
I primi indagati. L’annuncio che ci sono degli indagati viene in mattinata dalla Procura di Catania. A confermarlo è il procuratore Giovanni Salvi in conferenza stampa che spiega, è “necessario iscrivere quelli che hanno avuto un compito per consentire loro di avere tutti gli elementi per difendersi, ma per il momento non vi sono individuazioni di precise responsabilità”.
“Il caso è complesso – sottolinea Salvi - e ci vorrà del tempo. Bisogna valutare l’origine dalla patologia, le cure prestate, la richiesta alle strutture specialistiche e il trasporto”. Salvi sottolinea che nell’inchiesta “ci sono responsabilità diverse” e che “noi ci occupiamo di quelle penali di singole persone, per quanto riguarda i profili organizzativi del servizio e la disponibilità delle sale bisogna chiedere a chi è competente, a partire dall’assessorato regionale alla sanità”.
“Le responsabilità penali – aggiunge il Procuratore – sono di singoli e non di strutture, per l’organizzazione dei servizi sono di altri, naturalmente possono esser di più persone che con condotte autonome hanno portato a questo risultato”.
 
L'intervento di Lorenzin e le dimissioni di Borsellino. E in serata, dopo la dura presa di posizione del ministro Lorenzin che ha fatto ventilare anche l'ipotesi di un commissariamento della Regione, l'annuncio a sorpresa delle dimissioni dell'assessore Borsellino che ha annunciato di aver deciso di rimettere il propio mandato.

13 febbraio 2015
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