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Pastorelli (Lega): “Noi in Umbria in sanità fatto più di 20 anni di sinistra”. Ma Bori (Pd) interviene sul rapporto Crea: “Siamo in terza fascia, un passo dal Sud”

di Lorenzo Proia

Pastorelli porta molti elementi alla sua tesi: “Stabilizzazione dei precari, nuove assunzioni, smaltimento delle liste di attesa e riorganizzazione dei servizi su scala regionale. Previste 139 assunzioni a tempo indeterminato nella Asl1 e 129 stabilizzazioni nella Asl2. Per un totale di 268 unità. E il nuovo ospedale di Cascia”. Bori: “La collocazione dell’Umbria è la peggiore del centro Italia, inferiore anche a quella del Lazio”.

30 GIU - “Stabilizzazione dei precari, nuove assunzioni, smaltimento delle liste di attesa e riorganizzazione dei servizi su scala regionale. Sul tema della sanità il centrodestra in pochi anni sta facendo in Umbria quello che la sinistra non è riuscita a fare in due decenni: costruire un percorso serio, basato non solo sulla razionalizzazione per evitare sprechi, ma anche sull’ottimizzazione degli spazi, delle risorse, delle professionalità e dei servizi per rispondere in maniera capillare ed efficiente alle esigenze del territorio e dei cittadini”.

A sostenerlo è stato il capogruppo regionale della Lega Umbria, Stefano Pastorelli. “Come specificato dalle aziende sanitarie - aggiunge - sono previste 139 assunzioni a tempo indeterminato nella Asl1, tra infermieri, operatori socio-sanitari, medici, tecnici e specialisti che andranno a rafforzare ospedali territoriali, ambulatori e centri salute e 129 stabilizzazioni nella Asl2 tra infermieri, operatori sociosanitari, fisioterapisti, assistenti sociali, ostetriche e un audiometrista”.

“Il potenziamento degli organici – ha proseguito -, comprensivo di stabilizzazioni attese da oltre 20 anni e da nuove assunzioni in reparti e strutture fondamentali all’interno delle dinamiche territoriali, per un totale di 268 unità- sostiene Pastorelli in una nota di Palazzo Cesaroni -, confermano l’impegno dell’assessore Luca Coletto e della Giunta Tesei nel volere procedere verso l’ottimizzazione dei servizi, nell’obiettivo di garantire una sanità di livello, strutturata e pronta ad ogni evenienza”.

“Nello stesso percorso si inquadrano gli sforzi profusi per abbattere in maniera concreta le liste di attesa, un problema che, al contrario di quanto afferma un Partito democratico sempre più distante dalla realtà,esiste da ben prima della pandemia e che negli ultimi anni, proprio a causa del Covid e dell’interruzione delle prestazioni, si è maggiormente intensificato, non solo in Umbria, ma in tutta Italia”, ha spiegato.

“La nostra regione, tra l’altro – prosegue Pastorelli -, come attestato dagli studi della Fondazione Gimbe, si colloca ai primi posti per il recupero delle prestazioni sanitarie arretrate con un ritmo di oltre mille servizi offerti ogni giorno. Altro fattore importante riguarda la volontà di procedere con la realizzazione di nuove strutture ospedaliere come quella di Cascia, i cui lavori sono già stati avviati, e di Terni, oltre all’individuazione, grazie al piano sanitario e all'intercettazione dei fondi del Pnrr, di case di comunità che offriranno servizi di prossimità a tutti cittadini”

Il Partito Democratico interviene sul rapporto Crea
Il consigliere regionale del Pd Tommaso Bori è intervenuto nella stessa giornata: “Se non bastassero i campanelli d’allarme, le lamentele dei cittadini e le proteste continue, a sancire il peggioramento delle condizioni della sanità in Umbria è l’undicesimo rapporto del Crea, il Centro per la ricerca economica applicata alla sanità sulle performance regionali, per il quale l’Umbria è sprofondata in terza fascia, ad un passo dalle regioni del sud dove – ha sottolineato - si confermano più critici i livelli di assistenza”.

Il rapporto, ha argomentato Bori “assegna all’Umbria un punteggio dello 0,4 in un contesto che prende in esame 18 parametri valutati da 105 esperti, tra rappresentanti delle istituzioni, dell’industria medicale, delle professioni sanitarie e degli utenti”.

“La collocazione dell’Umbria – insiste Bori in una nota – è così la peggiore del centro Italia, inferiore anche a quella del Lazio. Un continuo scivolamento quindi verso il basso, dopo che nel 2018 e nel 2019 l’Umbria era prima e seconda regione ‘benchmark’. Analizzando invece l'accesso a farmaci e pronto soccorso, l’incidenza della spesa privata delle famiglie, la rinuncia alle cure per motivi economici, l’integrazione socio sanitaria, la spesa sanitaria, il fascicolo sanitario elettronico, l’ospedalizzazione evitabile e diversi altri parametri comunque riconducibili ad appropriatezza, equità, sociale, innovazione e conti l’Umbria non se la passa affatto bene”.

“E in questo quadro – conclude - la Giunta regionale continua a restare inerme, avviandosi ormai all’ultimo anno di legislatura senza essere stata in grado di incidere in alcun settore. Una pessima notizia per i cittadini, ancora costretti a migrare per l’Umbria per una prestazione, oppure ad aprire il portafogli per rivolgersi al privato”.

Lorenzo Proia

30 giugno 2023
© Riproduzione riservata

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