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Droghe. Nei Serd del Veneto +15% dei accessi nel 2018. Ma l'idea dei test antidroga nelle scuole divide

Secondo la relazione annuale 2019 al Parlamento sono oltre 10mila le persone che hanno chiesto aiuto ai Serd in Veneto. Regione, enti sanitari, scuole e polizia fanno squadra per contrastare l’uso di sostanze tra giovani. Tra le misure pensate, anche i test antidroga nelle scuole. Ma gli studenti si ribellano: “Siamo studenti, non criminali. Ci faranno vivere in un clima di terrore che non aiuterà chi si trova in difficoltà, ma contribuirà a farlo allontanare maggiormente dalle istituzioni”. Per il PD questi progetti sono spot elettorali che non affrontano davvero la questione

di Endrius Salvalaggio
03 FEB - “La lotta contro le droghe è un tema che ricade fra il piano Regionale sulle dipendenze, e viene affrontato dalle Ulss con i loro servizi sanitari, in particolare dai Serd e dalle scuole che in totale autonomia affrontano il problema delle devianze attraverso campagne di sensibilizzazione e incontri con medici e psicologi”. Illustra l’Assessore all’istruzione Elena Donazzan. “Di recente – continua l’assessore Donazzan – è emerso che in Veneto il numero di overdose è altissimo: il Prefetto di Venezia, che si è fatto promotore di tutte le altre Prefetture del Veneto sul problema delle dipendenze, a settembre ha voluto un incontro per fare il punto sulla questione con tutti i soggetti portatori di interesse: Regione Veneto, sanità, scuole, forze di polizia. Da questo incontro si è deciso di mettere l’accento sul tema di uso/abuso delle droghe. Da questo nascono vari progetti a contrasto delle dipendenze, tra cui quelli che in queste settimane stanno partendo anche nelle scuole”.

La relazione annuale 2019 al Parlamento sull’abuso di sostanze in Italia evidenzia un trend di aumento degli accessi ai Serd in Veneto (più 15% nel 2018) per un totale di circa 10.051 utenti. Trai più giovani (15-24 anni) prevale l’abuso di cannabinoidi mentre nella fascia di età 25-44 anni prevalgono le dipendenze da eroina, cocaina, alcol e altre sostanze. A Verona è partito proprio in questi giorni il primo progetto a contrasto dell’uso di droga tra i giovani studenti delle superiori e delle medie, coinvolgendo scuola, Ulss 9 e Comune di Verona con un accordo.

“Serve quindi estendere l’attività di prevenzione nelle scuole medie e superiori della città - spiega il sindaco di Verona Federico Sboarina - per fiutare, con l’ausilio del cane Pico, la presenza o meno di sostanze stupefacenti, nel rispetto della sensibilità di studenti ed insegnanti, e con l’auspicio di uscirne a ‘zampe’ vuote. Per questo si arriverà ad un calendario di visite negli istituti, stabilito da un protocollo fra Comune e Provveditorato. Gli operatori confermano che la droga tra i giovanissimi è un fenomeno che preoccupa e lo vediamo con le costanti  operazioni e i blitz della Polizia locale, che passa al setaccio tutto il territorio per fermare spacciatori e assuntori. Tra questi, sempre di più sono minorenni a conferma che l’età dei ragazzi che fanno uso di stupefacenti si è notevolmente abbassata. Preoccupa anche l’effetto che le nuove droghe in circolazione hanno sui giovani, facendoli diventare sempre più aggressivi e svogliati a casa come a scuola o nel tempo libero. Ringrazio il dirigente scolastico per aver accolto la mia richiesta, sono convinto che insieme si possano raggiungere risultati anche su questo delicato fronte. A differenza del passato, oggi abbiamo maggiori strumenti per intervenire e incidere in modo significativo, a cominciare dal cane antidroga Pico”. Conclude il sindaco di Verona Federico Sboarina.

Sul versante degli studenti il progetto appena iniziato a contrasto dell’uso e abuso delle droghe nelle scuole non è stato, in realtà, apprezzato moltissimo. Il gruppo Facebook “Rete degli Studenti Medi Verona”, intitolano così un post “Siamo studenti, non criminali”: Ancora una volta, si cerca di trasformare la scuola in uno strumento di propaganda politica anziché di educazione, in seguito alla proposta dell'assessore regionale all'istruzione Elena Donazzan, rendendo obbligatori i test antidroga all'interno di tutte le scuole secondarie del Veneto. Ancora una volta, a causa dell’amministrazione comunale, è la nostra città la prima a sperimentare un nuovo sistema che sconvolgerà la vita scolastica degli studenti e creerà ulteriori disagi invece di prevenirli. Noi della Rete degli Studenti Medi – continua il post - ci siamo spesso dichiarati scettici davanti alle soluzioni proposte per un tema così complicato, soluzioni che non hanno mai preso in considerazione il benessere di noi studenti utilizzando solo strumenti repressivi; infatti ci troveremo tra qualche settimana a dover interrompere le lezioni, ad esser visti come dei criminali da controllare e a vivere in un clima di terrore che non aiuterà chi si trova in difficoltà, ma contribuirà a farlo allontanare maggiormente dalle istituzioni”.
 
Anche le opposizioni politiche non colgono a braccia aperte la sperimentazione contro la droga nelle scuole a Verona. Secondo le forze politiche del PD questi progetti sono solo iniziative a spot che nascondo anni di inerzie della stessa Regione Veneto.  “Emergenza droga in Veneto, la Giunta di Zaia non ha mosso un dito per ben 10 anni: manca infatti dal lontano 2008 il Piano delle Dipendenze per dare organicità ed efficacia agli interventi. Ora, il governo regionale scopre che, tra morti e accessi ai Serd, il fenomeno è fuori controllo. E invece di agire con responsabilità, sventolano improbabili piani da fare in due mesi, per salvarsi in piena campagna elettorale. Un comportamento vergognoso”. A dirlo, i Consiglieri regionali del Partito Democratico Claudio Sinigaglia e Anna Maria Bigon.

“Ci piacerebbe capire - incalzano gli esponenti dem - da dove provengono i consistenti impegni finanziari annunciati. Si tratta di risorse della Regione oppure sono i fondi che da Roma il ministero ha erogato per la lotta alla ludopatia? Nel corso della discussione sul bilancio, non più di due mesi fa, avevamo ripetutamente chiesto impegni cospicui e, appunto, la definizione di un Piano di azioni di prevenzione e contrasto alle dipendenze, denunciandone l’epocale assenza. Il Veneto - concludono - è in ginocchio e ci sono precise responsabilità, comprese quelle di coloro che hanno attivato operazioni spot come i test antidroga in qualche istituto scolastico. Tentativi di nascondere l’assoluta mancanza di finanziamenti per il piano dipendenze che funziona solo se coinvolge una rete di soggetti, associazioni e comunità”.

Endrius Salvalaggio

03 febbraio 2020
© Riproduzione riservata

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