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Covid. Ulss 5 Polesana, i sindacati chiedono chiarezza sulla gestione delle prossime fasi

Riprendono, negli ospedali, le prestazioni fino ad ora sospese e Fp Cgil Medici, Cimo, Aaroi Emac, Anaao Assomed, Uil Fpl, Fvm e Srn chiedono di conoscere il piano della Direzione per questa ripartenza. E “una nuova fase nelle relazioni sindacali” per discutere in merito a “un sostanziale investimento sugli organici e sui Medici e Dirigenti Sanitari”.  Benazzo (Fp Cgil): “In questi mesi è stato fatto un grande lavoro di squadra, ma ora occorre trovare risposte alle questioni irrisolte”.

di Endrius Salvalaggio
09 GIU - I sindacati Fp Cgil Medici, Cimo, Aaroi Emac, Anaao Assomed, Uil Fpl, Fvm e Srn chiedono ai vertici dell’ l’Ulss 5 Polesana più garanzie: “Abbiamo bisogno di un confronto costante che chiarisca come l’Ulss intenda agire nei punti che abbiamo sottoposto alla direzione, su quello che sarà la gestione della nuova fase, costituita da un pregresso e da un attuale”, spiega Davide Benazzo della Fp Cgil.

In una nota congiunge i sindacati fanno notare come si sia tornati ormai nel pieno della nuova fase che vede riaprire le porte degli ospedali a tutte le prestazioni connesse fino ad ora sospese. Ma qual è il piano dell’Ulss 5 Polesana per questa nuova fase, si chiedono i sindacati. “E’ iniziata la fase 2 e, parallela a questa – si legge nelle nota - deve esserci anche una nuova fase nelle relazioni sindacali. Dobbiamo ripartire per continuare ad assicurare il giusto diritto alla salute ai cittadini di questo territorio, attraverso una nuova organizzazione e attrezzandoci affinché venga recuperato quello che non si è fatto durante i mesi di chiusura, il tutto nella massima sicurezza. Per noi non è possibile che ciò avvenga se non riprende la trattativa e un sostanziale investimento sugli organici e sui Medici e Dirigenti Sanitari”.

Ad oggi ci sono stati degli incontri con la direzione generale polesana ed OO.SS. ritenuti non ancora soddisfacenti - secondo i sindacati – perché mancano delle risposte ai punti sollevati in sede di confronto con un piano strategico aziendale.

Ecco i punti:

- c’è bisogno di un nuovo modo di lavorare attraverso alla realizzazione dei servizi da remoto con smart working e tele medicina;

- i  flussi dei pazienti che accederanno ai servizi sanitari saranno costituiti da prestazioni pregresse ed attuali. Sorge la gestione del cup capace di accogliere tutte le prenotazioni, si deve essere in grado di accogliere queste persone in tutta sicurezza, i tempi di visita, la sanificazione fra un paziente e l’altro;

- dovrà essere adottato un nuovo DVR a protezione della salute e sicurezza dei lavoratori, con un maggior coinvolgimento dei RLS;

- sovrà essere affrontata un’importante e straordinaria manovra di nuove assunzioni di personale che permetta la ripartenza con il rilancio dei servizi e la riorganizzazione degli stessi alla nuova modalità di lavoro;

- l’urgente applicazione di quanto previsto dalle schede ospedaliere e territoriali con la copertura di tutte le apicalità previste e con il ritorno più rapido possibile alla normale attività dei presidi periferici di Adria e Trecenta;

- la riorganizzazione e gestione delle aree ospedaliere (Trecenta e 7° piano di Rovigo) dedicate al COVID-19;

- la riorganizzazione dei servizi che come comunicato dalla direzione vi è l’intenzione di portarli fino alle 22 di sera, 7 giorni su 7, attraverso la condivisione con personale e l’avvio di una trattativa con le parti sociali sulle risorse necessarie, anche attraverso una giusta valorizzazione del lavoro necessario.

“In questi mesi è stato fatto un grande lavoro di squadra da parte di tutti i lavoratori – spiega Benazzo  – in un momento dove l’emergenza aveva la priorità. Ora però abbiamo bisogno di un confronto costante che chiarisca come l’Ulss 5 Polesana intenda agire nei punti che abbiamo sottoposto alla direzione, su quello che sarà la gestione della nuova fase, costituita da un pregresso e da un attuale. Oltre a questo aspetto, rimangono irrisolte tutte quelle problematiche ancora senza risposta prima dell’emergenza sanitaria, legate ai posti vacanti mai coperti e senza dimenticarci che ci stiamo avvicinando al periodo di ferie”.
 
Endrius Salvalaggio

09 giugno 2020
© Riproduzione riservata

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