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Corte dei conti parifica rendiconto 2020. Ma solo un terzo delle risorse per l'emergenza sanitaria covid sono state assegnate

L'istruttoria evidenzia come dei 289 milioni di euro di contributi statali di parte corrente, solo 98 milioni siano stati assegnati con provvedimento regionale. E “se il mancato utilizzo dell’intero importo di euro 15.388.033 destinato all’incremento del personale per le terapie intensive può in parte trovare giustificazione nella difficoltà di reperire personale specializzato, non può dirsi altrettanto per l’accantonamento presso Azienda Zero di ben euro 19.888.091 da destinare al Recupero liste d’attesa ospedaliera, specialistica e screening”. LA REQUISITORIA e IL GIUDIZIO IN SINTESI


25 GIU - La Corte dei conti del Veneto ha concesso questa mattina la parifica al rendiconto 2020 della Regione, accompagnata da osservazioni e raccomandazioni: continuare nel processo di razionalizzazione delle società partecipate, porre attenzione massima ai processi di spesa che riguardano la sanità, continuare a muoversi sul tema della spesa del personale in linea con gli ultimi anni e con la riorganizzazione recentemente varata.

In particolare, per quanto concerne la sanità, nella requisitoria del Procuratore regionale Paolo Evangelista si conferma come la spesa sanitaria permane la componente più significativa del rendiconto regionale (superiore all’80% degli impegni di spesa complessiva). Concentrando l’attenzione, poi, sulla gestione sanitaria dell’emergenza Covid, Evangelista riferisce che l’importo delle somme complessivamente accertato ed impegnato è stato pari ad euro 313.161.628,00 di cui, “a testimonianza della forte solidarietà espressa dalla Comunità veneta”, una quota di euro 22.000.258,00 proveniente da erogazioni liberali.

La quota più rilevante delle risorse affluite alla Regione del Veneto per far fronte all’epidemia è però costituita da contributi statali di parte corrente, per un importo pari ad euro 289.025.495,00. L’iter procedimentale seguito dalla Regione del Veneto è stato quello di riscuotere le suddette risorse statali stanziate dai diversi decreti legge (n. 18, n. 34 e n. 104 del 2020) per poi interamente trasferirle ad Azienda Zero che, a sua volta, è stata incaricata di erogare le somme agli Enti del SSR previa “assegnazione” da parte della stessa Regione.

“Una gestione finanziaria che tuttavia - si evidenzia nella requisitoria - ha mostrato criticità dal momento che solo un terzo delle somme riscosse e versate ad Azienda Zero ovvero euro 98.285.999,00 sono state assegnate con provvedimento regionale, mentre la parte restante risulta “accantonata” da Azienda Zero”.

Al riguardo, se per il procuratore “il mancato utilizzo dell’intero importo di euro 15.388.033,00 destinato all’incremento del personale per le terapie intensive, può in parte trovare giustificazione nella difficoltà di reperire personale specializzato, non può dirsi altrettanto per l’accantonamento presso Azienda Zero di ben euro 19.888.091,00 da destinare al “Recupero liste d’attesa ospedaliera, specialistica e screening”. Peraltro, quello della riduzione delle liste di attesa, una criticità esistente già in fase pre covid 19, deve essere nei prossimi anni un obiettivo strategico per assicurare la piena tutela della salute dei cittadini veneti”.

Quanto alle criticità evidenziate nel corso delle precedenti parifiche in merito all’esatta perimetrazione delle entrate e delle uscite relative al finanziamento del servizio sanitario regionale, nella requisitoria “si valuta positivamente il recepimento, da parte della Regione, delle osservazioni della Sezione del controllo finalizzate a garantire la precisa delimitazione finanziaria dei Livelli Essenziali di Assistenza - costituzionalmente vincolati ai sensi dell’art. 117, secondo comma, lett. m), Cost. - rispetto alle altre spese sanitarie invece “comprimibili”.

Per il finanziamento di queste ultime prestazioni socio-sanitarie c.d. “extra-LEA” la Regione deve quindi necessariamente utilizzare risorse proprie, così come si è impegnata a finanziare il contributo annuale di euro 46.700.000,00 ad ARPAV (Agenzia Regionale per la prevenzione e protezione ambientale).

25 giugno 2021
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