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Calabria. Tensione tra Occhiuto e il Tavolo di verifica, il presidente chiede “leale collaborazione”

Secondo quanto riferito da La Gazzetta del Sud, il presidente e commissario ad acta della Regione avrebbe contestato al Tavolo interministeriale i toni “perentori” di certi richiami e richieste chiedendo, piuttosto, “un’applicazione più attenta del principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni”. Intanto, riferisce sempre la Gazzetta, cambiamenti anche a Roma, con il Tavolo interministeriale che non sarà più guidato da Angela Adduce ma da Barbara Filippi.

20 LUG - La sanità della Regione Calabria è da tempo sotto l’occhio vigile dei tavoli di verifica del Governo, ma il presidente e commissario ad acta regionale, Roberto Occhiuto, non ci sta a ricevere ordini perentori senza alcuna spiegazione e scrive ai ministri di Economia, Salute e Affari regionali e a Palazzo Chigi, per sollecitare una “leale collaborazione” tra Governo e Regioni.

A riportarlo è La Gazzetta del Sud, che riferisce come, in particolare, “a provocare la reazione di Occhiuto e della struttura commissariale calabrese - che non hanno volutamente trasmesso, in segno di ‘protesta’ dopo le ultime incomprensioni, la nuova rete ospedaliera e territoriale da poco varata - è stato l’ultimo documento trasmesso da Roma da parte del Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti istituito presso il Mef contenente i ‘richiami’ su diverse criticità ancora irrisolte: avvio di Azienda Zero, potenziamento della rete dell’emergenza-urgenza, implementazione di assunzioni e screening oncologici”.

Nella lettera il presidente Occhiuto avrebbe quindi sollecitato “un’applicazione più attenta del principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni, che impedisca il ripetersi di situazioni nelle quali un organismo tecnico quale il Tavolo in questione ingiunga in modo perentorio alla figura commissariale, emanazione dell’autorità governativa centrale, di intervenire sugli organi politici regionali per la rimozione di provvedimenti legislativi, senza neanche preoccuparsi di specificare le motivazioni sulla base delle quali vengono mosse tali pretese”.

Nella missiva, il presidente e commissario ad acta avrebbe fatto riferimento anche alla recente sentenza della Corte Costituzionale che, esprimendosi sul Molise, aveva rilevato “l’anomalia di un commissariamento della sanità regionale che si protrae da oltre tredici anni (si ricorda che la nomina del primo commissario ad acta risale al 24 luglio 2009), senza che gli obiettivi per cui è stato predisposto siano stati raggiunti, con tutte le ripercussioni che esso determina sulla forma di governo regionale, sui livelli essenziali delle prestazioni sanitarie e sull’equilibrio finanziario della sanità”. Un invito a riflettere anche sulla situazione calabrese e sulla necessità di una modalità di lavoro diversa.

Intanto, riferisce sempre la Gazzetta, qualcosa succede anche a Roma: il Tavolo interministeriale non sarà più guidato da Angela Adduce ma da Barbara Filippi.

20 luglio 2023
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