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Bpco. Tagli alle riacutizzazioni con le terapie combinate. Le risposte arrivano dai dati Real word

In Campania l’incidenza è in incremento. Dai dati real word del Salford Lung Study emerge che la combinazione di due farmaci può ridurre dell’8,4% il tasso medio annuo di riacutizzazioni moderate o gravi. Mazzarella: “Fumo, inquinanti ambientali e infezioni respiratorie le cause potenzialmente prevenibili”.  Pasquinucci: “Con l’adozione di modelli di aderenza terapeutica migliora la presa in carico dei pazienti”

07 DIC - È la malattia che mozza il respiro. Nel mondo, colpisce 65 milioni di persone e secondo le stime dell’Oms nel 2030 diventerà la terza causa di morte. Si stima che solo in Italia colpisca bronchi e polmoni di tre milioni di persone, la maggior parte anziani, fragili e con co-morbilità. È la Bronco pneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), una patologia che impatta pesantemente sulla qualità della vita dei malati: le attività quotidiane diventano infatti sempre più difficili a causa della scarsa funzionalità respiratoria determinata dall’ostruzione bronchiale e da un progressivo restringimento delle vie aeree.
 
Chi ne soffre respira infatti con difficoltà, in particolare sotto sforzo, ha tosse e catarro cronici ed è soggetto a frequenti infezioni, perché nei bronchi pieni di muco i batteri si sviluppano a grande velocità. Le cause? Sul banco degli imputati ci sono il fumo di sigaretta, ben nove pazienti su dieci sono fumatori o ex tabagisti, ma anche inquinamento atmosferico, polveri diffuse negli ambienti di lavoro e domestici ed emissioni chimiche. Ma anche l’età gioca un ruolo determinante, la Bpco colpisce il 7% degli over 50 e le percentuali salgono con l’aumentare dell’età: ha un’incidenza dell’11% tra i sessantenni con trend in crescita vertiginosa dopo i 70 anni fino a interessare una persona su due. Anche i costi sono elevati: quello medio annuo di un paziente con Bpco si attesta sui 2.700 euro, il 92% è a carico del Ssn. E il 70% dei costi diretti totali è dovuto all’ospedalizzazione per le riacutizzazioni.
 
Dati che rendono chiaro il quadro di una patologia di approccio complesso, sia dal punto di vista farmaco-terapeutico, consideriamo infatti che dalla Bpco non si guarisce, perché le lesioni all’apparato respiratorio sono generalmente irreversibili, sia da quello gestionale, in quanto è caratterizzata da frequenti riacutizzazioni, accompagnate spesso da ricoveri in ospedale.
 
In Campania si assiste a una crescente diffusione della malattia che sta diventando un gravoso problema di sanità pubblica. Per contenere le criticità è stato approvato a maggio del 2015 il Percorso diagnostico terapeutico (Pdta) per la Bpco, applicato inizialmente in modo sperimentale in tre Asl e nelle Aou sarà diffuso poi su scala regionale.
 
“Le bronco pneumopatie croniche ostruttive, il cancro del polmone e le infezioni respiratorie sono complessivamente responsabili di circa 9.5 milioni di morti l’anno – ha spiegato Gennaro Mazzarella, Direttore Uoc Clinica pneumologica Sun e Direttore Dipartimento di Pneumologia e Oncologia Aorn dei Colli di Napoli – il fumo di sigaretta, gli inquinanti ambientali e le infezioni respiratorie, fattori potenzialmente prevenibili, costituiscono la causa principale della aumentata incidenza e prevalenza delle malattie respiratorie in Europa. I principali cambiamenti epidemiologici riguardano l’incremento di incidenza della Bpco e delle patologie neoplastiche con diminuzione relativa delle patologie infettive, come dimostrato dai risultati dello studio Global Burden of Disease. Dati confermati dai ricoveri ordinari che abbiamo osservato nel Dipartimento di Pneumologia e Oncologia dell’Azienda Ospedaliera dei Colli di Napoli”.
 
La novità nella terapia farmacologica.Il Salford Lung Study. Oggi è possibile contare su terapie efficaci che consentono al paziente di convivere al meglio con la sua condizione di malato cronico respiratorio. E di ridurre quindi i rischi di riacutizzazioni con conseguenti ricoveri ospedalieri. Nel trattamento della Bpco vengono impiegati broncodilatatori, corticosteroidi per via inalatoria e anticolinergici. Ma ora dal Salford Lung Study, pubblicato sul New England Journal of Medicine nel mese di settembre 2016, emergono dati di real world interessanti in merito all’efficacia e all’appropriatezza delle terapie. Lo studio ha infatti passato al setaccio 2.802 pazienti con Bpco con l’obiettivo di testare l’efficacia e la sicurezza di due farmaci, Fluticasone furoato e Vilanterolo in combinazione, confrontandola con la terapia usuale somministrata nella pratica clinica quotidiana. Non solo, lo studio ha anche monitorato tutti gli accessi in ospedale, le visite ambulatoriali ospedaliere e ai Pronto Soccorsi e considerato i dati rilevati dai Medici Medicina Generale.
 
I pazienti sono stati randomizzati 1 a 1 per ricevere fluticasone furoato e vilanterolo (Ff/Vi) al dosaggio di 100/25mcg - con o senza assunzione di agenti muscarinici a lunga durata d’azione (Lama) - oppure per continuare a ricevere la terapia usuale. I pazienti che assumevano Lama in aggiunta alla terapia di combinazione Ics/Laba (triplice terapia con corticosteroidi inalatori e beta 2-agonisti a lunga durata d’azione), che sono stati randomizzati alla terapia con Ff/Vi, hanno potuto continuare la terapia con Lama in associazione a Ff/Vi. La terapia usuale è stata assunta come prescritta dal medico, e poteva includere broncodilatatori singoli o in associazione, corticosteroidi inalatori da soli o associati a un broncodilatatore a lunga durata d’azione, o in triplice terapia costituita da Lama, Laba e corticosteroide inalatorio.
 
“Il Salford Lung Study – ha spiegato Sergio Pasquinucci,Direttore di Distretto Asl Napoli 1 – è il primo trial randomizzato controllato a valutare i benefici di Fluticasone Furoato e Vilanterolo in una popolazione rappresentativa della pratica clinica quotidiana nei pazienti con una diagnosi di Bpco e storia di riacutizzazione; un regime di trattamento in mono-somministrazione giornaliera dell’inalatore Ellipta ha dimostrato di ridurre significativamente le riacutizzazioni senza aumentare il rischio di eventi avversi gravi rispetto ‘all’usual care’”.
 
Vediamo quali sono i risultati emersi dello studio.Il tasso medio annuo di riacutizzazioni moderate o gravi ha fatto registrare una riduzione statisticamente significativa dell’8,4% nei pazienti che assumevano la combinazione fluticasone furoato/vilanterolo. L’incidenza di eventi avversi seri è risultata simile nei due gruppi (29% nel gruppo Ff/Vi, 27% in quello della terapia usuale). Per quanto riguarda le polmoniti, un evento indesiderato grave di particolare interesse, l’associazione Ff/Vi ha dimostrato la non inferiorità rispetto alla terapia usuale (7% versus 6%). Un endpoint quest’ultimo richiesto come parametro regolatorio di sorveglianza post-marketing dall’Ema. Inoltre, il 45% dei pazienti che ha ricevuto Ff/Vi ha migliorato il punteggio del Copd Assessment Test (Cat), che misura l’impatto della malattia sullo stato di salute e sulla qualità di vita.
 
“La Regione Campania – prosegue Pasquinucci –con i Decreti di merito, da circa due anni, ha adottato per le patologie croniche, diabete, scompenso cardiaco e bpco, i rispettivi Pdta che hanno permesso di riformare in modo appropriato le linee guida consigliate e riconosciute per la diagnosi, cura e prevenzione di queste malattie. Adottare un modello di aderenza terapeutica, come ad esempio quello espresso nello studio Salford – ha aggiunto – e utilizzare gli strumenti in dotazione della medicina generale quali strumenti gestionali, rete e piattaforme, permetterà la presa in carico della persona e il reclutamento della popolazione a rischio: costruire un sistema di procedure sostenibili (Pdta), rende possibile il monitoraggio degli audit e il miglioramento delle attività in un modello che supera la prestazione a favore di un percorso di cura assistenziale e quindi di sostenibilità”.
 

07 dicembre 2016
© Riproduzione riservata

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