Emilia Romagna. Nei consultori 378mila utenti nel 2014, soprattutto italiani. Ma il Pd denuncia criticità su organici e spazi
I consultori sono stati al centro di una informativa tenuta ieri in consiglio dall’assessorato alla salute. In Emilia-Romagna si contano 184 consultori distrettuali (230 dieci anni fa), 38 periferici, 36 spazi giovani e 16 spazi donne immigrate. Gli utenti nel 2014 sono stati 304.000 italiani e 74.000 stranieri.
11 GIU - Consultori familiari al centro dell’informativa dell’assessorato Politiche per la salute, ieri, nella seduta congiunta delle commissioni Parità e diritti e Politiche per la salute e politiche sociali dell’Assemblea Legislativa. I rappresentanti della Giunta hanno descritto le competenze e le tematiche trattate da questo tipo di strutture (assistenza alle donne in gravidanza, educazione sessuale, contraccezione, maternità e paternità responsabile, progetti rivolti ai giovani, assistenza a donne che richiedono l’interruzione di gravidanza, menopausa, tumori femminili, infertilità e violenza di genere) e offerto un quadro della realtà dei consultori regionali. In Emilia-Romagna si contano “184 consultori distrettuali (230 dieci anni fa), 38 periferici, 36 spazi giovani e 16 spazi donne immigrate e loro bambini”; gli utenti che accedono a queste strutture sono stati., nel 2014, “304.000 di nazionalità italiana e 74.000 stranieri”, richiedendo principalmente servizi di “ginecologia, andrologia, prevenzione oncologica, controllo fertilità e prestazioni nascite”.
Il
presidente della commissione Politiche per la salutee politiche sociali, Paolo Zoffoli, riferisce una nota dell’assemblea legislativa, ha espresso “la volontà di valorizzare il quarantesimo anniversario dalla nascita dei consultori, luoghi di integrazione sociale e sanitaria”.
I consiglieri Pd, Mirco Bagnari, Alessandro Cardinali, Barbara Lori, Antonio Mumolo, Giuseppe Paruolo, Silvia Prodi e Nadia Rossi hanno rilevato “alcune criticità nel sistema dei consultori, lamentate dallo stesso personale sanitario, come gli organici in sofferenza, il numero ridotto delle strutture e gli spazi non sempre adeguati”. Infine, è stata chiesta “una particolare attenzione nell’informare la cittadinanza su questo tipo di problematiche sanitarie, anche attraverso le scuole”.
11 giugno 2015
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