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Emilia Romagna. Consiglio approva risoluzione su riordino rete ospedaliera e punti nascita

La risoluzione impegna la Giunta a “coinvolgere gli enti locali nella definizione del piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, in modo che si giunga a soluzioni condivise” e a valutare soluzione per garantire prestazioni, a partire dalle nascite, nei territori maggiormente decentrati e con condizioni orografiche difficili.

26 GIU - Via libera dell’Assemblea legislativa, con voto unanime, alla risoluzione presentata da Pd e Sel (primo firmatario Yuri Torri di Sel), e sottoscritta anche da Ln, M5s, Fdi e AltraER, che impegna la Giunta a “coinvolgere gli enti locali nella definizione dei contenuti del piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, in modo che si giunga a soluzioni condivise, che tengano conto dei bisogni diversificati dei territori, delle criticità emerse e della necessaria sicurezza delle prestazioni erogate”. L'esecutivo regionale dovrà inoltre “valutare, nei territori maggiormente decentrati e con condizioni di criticità orografiche, come ad esempio quelli montani, l’attuazione di soluzioni organizzative adeguate a garantire il mantenimento e la sicurezza delle prestazioni sanitarie erogate, con particolare riferimento a quelle dei servizi sanitari legati alla nascita”. Particolare attenzione, infatti, andrà appunto posta "ai punti nascita".

“La Regione Emilia-Romagna- si legge in una nota dell’Assemblea che cita l’atto d’indirizzo- grazie all’opera di riorganizzazione avviata già nella scorsa legislatura e alla ridefinizione del sistema di erogazione delle prestazioni sanitarie attraverso una sempre maggiore integrazione fra rete ospedaliera e servizi territoriali, può ottemperare all’accordo senza che siano necessari ulteriori ridimensionamenti dei presidi ospedalieri, salvaguardando così le diversificate esigenze di tutti i territori, a partire da quelli più disagiati della montagna”.

"Con l’approvazione della risoluzione- ha sottolineato Yuri Torri (Sel)- abbiamo fissato tre principi: confronto aperto con le realtà territoriali e gli enti locali; salvaguardia delle diverse esigenze di tutti i territori, a partire da quelli della montagna; attuazione di soluzioni organizzative adeguate a garantire il mantenimento e la sicurezza delle prestazioni sanitarie erogate, con particolare riferimento a quelle dei servizi sanitari legati alla nascita”.

Paolo Zoffoli e Luciana Serri (Pd) hanno confermato l’impegno della Regione a valutare singolarmente le differenti situazioni territoriali: “È importante fotografare globalmente il sistema sanitario del nostro territorio, c’è la volontà di fermare l’esecutività di qualsiasi atto che riguardi i piccoli ospedali, in attesa della discussione delle linee guida sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, che dovranno tenere conto dei bisogni del territorio. Analizzeremo situazione per situazione, con l’obiettivo di investire maggiori risorse per dare risposte ai nostri cittadini”. Per Marcella Zappaterra (Pd),“il Pd non condivide ragionamenti legati a singoli presidi, c’è tutto lo spazio per il confronto, al fine di garantire la sicurezza sanitaria”.  

Daniele Marchetti e Gabriele Delmonte (Ln) hanno ribadito la necessità di conservare il punto nascite di Castelnovo ne’ Monti, in provincia di Reggio Emilia: “Il territorio bolognese, con la chiusura del punto nascite di Porretta Terme, ha già pagato. Castelnovo ne’ Monti rappresenta un caso analogo, evitiamo gli stessi errori, abbiamo assistito in questi mesi a cambi di rotta continui da parte dell’assessore alle Politiche per la salute, stiamo parlando di aree, quelle montane, lontane dai grandi centri urbani. Ora, ci attendiamo un confronto serio in commissione”.

Raffaella Sensoli (M5s) ha chiesto di “valutare i problemi legati alle località con difficoltà logistiche prima dell’approvazione del piano di riordino dei presidi ospedalieri”. L’Aula ha approvato un emendamento, presentato dalla consigliera M5s, nel quale si chiede che “in fase di approvazione delle linee guida per il riordino ospedaliero, venga posta particolare attenzione per i punti nascita”.

Tommaso Foti (Fdi) ha proposto un nuovo atto di indirizzo sul tema, nel quale si chiede di “mantenere in funzione il punto nascite di Castelnovo ne’ Monti, in deroga a quanto previsto dall’accordo Stato-Regioni in virtù delle particolari condizioni previste per i territori disagiati, ove non sia possibile attivare il trasporto medico assistito per le partorienti”. Il consigliere, infine, ha lamentato “il silenzio dell’assessore alle Politiche della salute”, presente in Aula durante il dibattito.

Nel suo intervento, Galeazzo Bignami (Fi) ha affermato: “A suo tempo avevo chiesto di conservare il punto nascite di Porretta Terme, oggi la situazione si sta ripetendo a Castelnovo ne’ Monti, stesse problematiche, stesse scuse: i 500 parti, poi ci viene raccontato che la scelta di chiudere il presidio andrebbe incontro alle esigenze dei cittadini, per la loro sicurezza sanitaria”. Il consigliere ha chiesto all’Assemblea di stralciare la risoluzione a sua firma sui servizi di emergenza della Valle del Reno dal blocco degli altri atti sul punto nascite di Castelnovo: il documento, discusso singolarmente, è stato respinto dall’Aula.

Sul punto nascite di Castelnovo ne' Monti erano iscritte all'ordine del giorno tre risoluzioni (di M5s, Ln, Sel). M5s e Sel hanno ritirato le loro di fronte al documento poi approvato dall'Aula, quella della Ln è stata respinta.

26 giugno 2015
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