“No al nepotismo nelle strutture sanitarie regionali”. Gibertoni (M5s) presenta Pdl
Nel testo si prevede che, nella stessa struttura organizzativa, non possano prestare servizio dipendenti legati da vincoli di parentela in condizione di subordinazione gerarchica. La consigliera riferisce di “numerose segnalazioni”, da parte di operatori, sull’esistenza di frequenti rapporti di parentela nei reparti. Situazioni che, per Gibertoni, creano un clima di “sospetto” su possibili favoritismi.
24 MAR - “No al nepotismo nelle strutture sanitarie regionali”. E per questo
Giulia Gibertoni (M5s) presenta un progetto di legge che detta i criteri per l’assegnazione del personale nelle strutture organizzative, prevedendo che la direzione aziendale adotti le misure necessarie per “evitare che dipendenti legati da vincoli di parentela o di affinità sino al terzo grado, di coniugio o convivenza, prestino servizio in rapporto di subordinazione gerarchica nell’ambito della medesima struttura organizzativa”.
L’obiettivo – si legge nella relazione che accompagna il testo – non è quello di “escludere dalle assunzioni alcun soggetto”, ma di “evitare che, all’interno della stessa unità operativa o nello stesso dipartimento operino, in condizioni di subordinazione gerarchica, dipendenti uniti da determinati legami personali o famigliari” con “l’intento di contribuire a preservare l’immagine di credibilità e affidabilità dell’Azienda, che potrebbe essere compromessa, al di là delle capacità professionali dei singoli operatori, dalla presenza nella struttura, e per di più in rapporto di dipendenza diretta, di persone legate da vincoli particolarmente stretti”.
Nel caso l’operatore venga a trovarsi in queste condizioni – spiega Gibertoni – si procederà ad assegnarlo ad altra struttura organizzativa già esistente presso la stessa Azienda sanitaria, in posizione compatibile con i requisiti professionali posseduti, prevedendo anche procedure di mobilità tra le varie Aziende, nel rispetto delle norme contrattuali.
La consigliera riferisce che a monte dell’elaborazione del progetto di legge ci sono “numerose segnalazioni pervenute da parte di operatori del servizio sanitario regionale che hanno constatato di persona l’esistenza di frequenti rapporti di parentela all’interno di numerosi reparti”, situazioni che “certamente non giovano al buon funzionamento” delle strutture e che “ingenerano nel personale il sospetto che possano esservi favoritismi, legittimati dal legame di parentela”.
“E’ quindi certamente lecito che un figlio segua le orme del genitore e per merito, tramite regolare concorso pubblico, ottenga l’incarico nella stessa struttura dove opera il famigliare, – conclude Gibertoni – ma, senza arrecargli alcun danno professionale, è altrettanto lecito che l’organizzazione delle strutture sanitarie sia articolata in modo da evitare che possano emergere dubbi su imparzialità e efficienza”.
24 marzo 2017
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