L’Emilia Romagna, insieme a Lombardia e Veneto, ha firmato col Governo il pre accordo per l’autonomia. Ecco tutte le novità per la sanità
Sul filo di lana della legislatura Governo e Regioni siglano tre pre intese che sanciscono il quadro delle maggiori autonomie regionali dopo i referendum in Lombardia e Veneto e la trattativa avviata a latere anche dall’Emilia Romagna. Per la sanità, una volta che i pre accordi si trasformeranno in intese a tutti gli effetti cambieranno molte cose: dagli accessi alle scuole di specializzazione, all’ingresso nel Ssn, ma molte novità anche per i farmaci equivalenti e i ticket. Il Veneto avrà anche spazio di manovra sulla libera professione e l'Emilia Romagna sulla distribuzione diretta dei farmaci. IL TESTO.
28 FEB - A quattro giorni dalle elezioni il Governo Gentiloni ha deciso di siglare tre "pre accordi" con l’Emilia Romagna, la Lombardia e il Veneto che aprono la strada all’Intesa prevista dall’art.116, terzo comma, della Costituzione per avere maggiore autonomia regionale su diverse tematiche.
Nel testo dei pre accordi si precisa inoltre che, una volta raggiunta l’Intesa, che sarà ormai compito della prossima legislatura, una commissione paritetica Stato-Regione avrà, poi, il compito di determinare le modalità di attribuzione delle risorse finanziarie, umane e strumentali necessarie.
Inoltre, entro un anno dall’approvazione della futura Intesa, dovranno essere determinati i fabbisogni standard destinati a diventare, nei cinque anni successivi, il termine di riferimento in un’ottica di superamento della spesa storica, in relazione alla popolazione residente e al gettito dei tributi maturati nel territorio regionale.
I pre accordi prevedono diverse materie: dall’istruzione alla salute, dalle politiche del lavoro alla tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, fino ad un’appendice sui rapporti internazionali e con l’Unione europea.
“La firma – ha detto il sottosegretario
Gianclaudio Bressa delegato per la firma dal premier Gentiloni - è frutto del lavoro avviato il 9 novembre 2017 con l’istituzione di un tavolo di negoziato tra governo, Emilia-Romagna e Lombardia e di un ulteriore confronto avviato anche con la Regione Veneto il primo dicembre. Quello di oggi è un primo passo, lascio il testimone al prossimo Parlamento e mi auguro che altre Regioni, che già dimostrano interesse, intraprendano il percorso.”
Per la sanità in particolare le novità e le possibilità di autonomia che si aprono per le Regioni sono moltissime. In linea di massima coincidono, con alcune differenze: in particolare il pre accordo veneto prevede anche autonomia sulla libera professione degli operatori e quello dell'Emilia Romagna maggiore autonomia sulla distribuzione diretta dei farmaci.
Ma vediamo cosa prevede l'accordo dell'Emilia Romagna per la sanità:
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possibilità di rimuovere i vincoli di spesa specifici nella gestione del personale;
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programmare l’accesso alle suole di specializzazione e le borse di studio per i medici specializzandi e la loro integrazione nel sistema aziendale. E’ prevista la possibilità, attraverso accordi con le Università, di stipulare contratti a tempo determinato di “specializzazione lavoro” alternativi alle Scuole di specializzazione;
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definizione delle modalità per l'inserimento dei medici titolari del contratto di specializzazione lavoro, all'interno delle strutture del Ssn, fermo restando che il contratto in esame non può dare in alcun modo diritto all'accesso ai ruoli del Ssn né all'instaurazione di alcun rapporto di lavoro a tempo indeterminato con lo stesso, se non interviene una ulteriore procedura selettiva a tal fine dedicata.
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l’espletamento delle funzioni attinenti il sistema tariffario, di rimborso, di remunerazione e di compartecipazione alla spesa, limitatamente ai soli assistiti residenti in Emilia Romagna;
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definire il sistema di governance delle Aziende e degli Enti del Servizio sanitario regionale, per garantire un assetto organizzativo efficiente della rete ospedaliera e dei servizi territoriali e di supporto, nonché delle relative forme di integrazione;
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adottare decisioni basate sull’equivalenza terapeutica dei medicinali, sottoponendo all’Agenzia Italiana del Farmaco un documento recante le valutazioni tecnico-scientifiche in merito a tali decisioni al quale AIFA dovrà rispondere entro 180 giorni nel merito adottando un parere obbligatorio e vincolante sull'intero territorio nazionale. In caso contrario la Regione utilizza il documento presentato per assumere le determinazioni basate sull'equivalenza terapeutica;
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definire le forme della distribuzione diretta dei farmaci ai pazienti che richiedono un controllo ricorrente, in assistenza domiciliare, residenziale o semiresidenziale, alle dimissioni;
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programmare gli investimenti edilizi e tecnologici in ottica pluriennale, con tempi certi e risorse adeguate;
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istituire e gestire fondi sanitari integrativi.
28 febbraio 2018
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