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Ambulatori di prossimità e di vallata. Snami Fvg: “Iniziative senza accordi”

“Causa carenza di medici di medicina generale, Asu Fc inventa gli ambulatori di prossimità e di vallata per darli in gestione a dipendenti pubblici o liberi professionisti”, spiega Stefano Vignando, presidente regionale Snami. L’appello: “Parlate con i sindacati (tutti) e troviamo una soluzione con le quote capitarie, ma non di certo con medici fuori convenzione, quiescenti o pubblici”.

26 FEB - A causa della grave carenza di mmg, nell’Alto Friuli sono nati nel 2023 gli ambulatori di vallata e l’azienda Asu Fc li dà in gestione fuori convenzione, a mmg in quiescenza. Lo denuncia Snami Fvg, maggior sindacato dei medici di famiglia nella provincia di Udine, diretto dal presidente regionale Stefano Vignando. “E’ ciò che abbiamo sentito in Comitato Aziendale Asu Fc – spiega Vignando - Con varie pec ho chiesto notizie all'Azienda che non ha mai fornito tutta la documentazione richiesta”.

I problemi fondamentalmente, secondo lo Snami Fvg, sono due e riguardano il mondo in cui vengono gestiti questi nuovi ambulatori. Il primo, che l’Azienda Asu Fc se ha problemi a trovare copertura di medici di medicina generale per i cittadini dovrebbe innanzi tutto rapportarsi con i sindacati. Il secondo problema è che non si possono gestire gli ambulatori, denominati di “prossimità” per le pianure e di “vallata” per le valli e la montagna, fuori convenzione, con mmg in pensione o peggio con medici dipendenti.

“La Legge 833 del 1978, art 48 come modificata e integrata da ultimo con la legge Balduzzi (189/2012) - continua Vignando - non prevede che l’assistenza primaria venga svolta da un medico fuori convenzione e/o dipendente incompatibile ovvero con un medico in libera professione, ma bensì i medici devono essere reclutati attraverso le consuete graduatorie del mmg previste dall’Acn. Stiamo parlando di carenze di otto-dieci mila persone senza medico nelle vallate montane. Asu Fc si è inventata invece questi escamotage degli ambulatori di prossimità o di vallata evitando il confronto con i sindacati”.

Snami Fvg, propone anche soluzioni - visto che per Udine/Asu Fc rappresenta oltre il 50 per cento dei mmg – ovvero avvalersi degli stanziamenti relativi alle quote capitarie non erogate per mancata copertura delle zone carenti, somme che potrebbero essere utilizzate per incentivi.

“La recente pubblicazione del Decreto del Direttore del Servizio assistenza distrettuale e ospedaliera 7 dicembre 2023 - riporta Vignando - ha quantificato 149 gli incarichi vacanti di medico del ruolo unico di assistenza primaria e 196 di medico del ruolo unico di assistenza primaria ad attività oraria. Numeri importanti in una regione di poco meno di un milione e centomila assistibili (sopra i 14 anni). In soldoni mancano 149 medici di famiglia e 196 medici di continuità assistenziale a tempo indeterminato; numeri da capogiro che imporrebbero ora, ma avrebbero dovuto imporre già da tempo, interventi mirati anche perché l’assistenza primaria rientra nei Lea e deve essere garantita a tutti i cittadini che ne hanno diritto”.

“Considerato che il finanziamento (trasferimento) statale avviene nel caso dell’assistenza primaria (ACN), per quota capitaria – dice Vignando - se le carenze non vengono rimpiazzate che fine fanno questi danari trasferiti da Roma, via regioni, alle aziende sanitarie? Ergo, se i soldi ci sono, possiamo utilizzarli per incentivare i medici ad andare nelle zone carenti? Possiamo agevolare i nuovi medici con delle medicine di gruppo o integrate, personale di studio, ecc.? Possiamo incentivare le deroghe al massimale fino a 1.800 assistiti? Niente di tutto questo, ciò che si riesce a fare è inventarsi degli ambulatori di prossimità o di vallata e metterci dentro mmg in pensione e medici dipendenti della Asl (dirigenti), come è successo in un caso”, conclude il presidenrte dello Snami FVG.

Endrius Salvalaggio

26 febbraio 2024
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