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Decreto appropriatezza e linee guida internazionali: un’opportunità per migliorare il Ssn. L’esempio spezzino

La Asl 5 Spezzino e l’Ospedale Sant’Andrea sono protagonisti di un’iniziativa innovativa per incrementare la qualità delle cure, sostenendo l’evidence based practice grazie alla produzione e adozione di linee guida basate sul metodo GRADE. Il progetto prevede lo sviluppo di linee guida per le malattie cardiache, la corretta gestione del paziente anziano in polifarmacoterapia e i metodi per migliorare l’erogazione dei servizi

12 FEB - Il governo ha recentemente presentato il decreto su appropriatezza prescrittiva e responsabilità professionale dei professionisti sanitari, per effetto del quale le misure soggette a condizioni di erogabilità e indicazioni di appropriatezza salgono a oltre 200, tra cui prestazioni di laboratorio, imaging e altro ancora. La comunità dei medici ha reagito criticando, spesso con toni enfatici, sia le possibili sanzioni sia le limitazioni alla libertà di azione introdotti dal provvedimento.
 
Tuttavia, la questione dell’appropriato utilizzo degli interventi e delle tecnologie sanitarie, come quella dell’integrazione delle migliori evidenze nel contesto della pratica professionale, è una problematica rilevante che non può essere banalizzata: un sistema che non tenga conto di indicazioni di efficacia corre il rischio di aumentare l’erogazione di prestazioni sanitarie di scarsa qualità. Al contrario, riducendo l’eccessivo ricorso a prestazioni non necessarie si possono riorientare le cure, ottenendo rilevanti benefici per i pazienti e risparmi di gestione.
 
Tra le soluzioni proposte nei recenti decreti vi sono lo sviluppo e l’adozione di linee guida che permettano di selezionare la buona medicina dalla cattiva medicina, sebbene non esista alcuna facile soluzione a problemi complessi e le stesse linee guida nel passato abbiano avuto sorti alterne, facendo registrare esperienze in cui linee guida rigorose e clinicamente rilevanti hanno ben supportato i professionisti sanitari nel processo decisionale, riducendo l’incertezza e aumentando la qualità delle cure, e casi in cui le raccomandazioni si sono omologate ai desiderata delle lobby sanitarie, sortendo ben altri effetti.
 
È innegabile, in ogni caso, che le professioni sanitarie, e in particolare quella medica, debbano affrontare alcuni cambiamenti, tra cui emerge come irrinunciabile la necessità di dotarsi di un sistema di governance che affronti gli atti medici e indichi, laddove possibile, quali comportamenti non rientrano nelle buone pratiche. Al di là dei decreti, questo cambiamento è dettato dalla maturazione stessa delle professioni sanitarie e dall’esigenza di fare ordine in un’attività clinico-assistenziale sempre più complessa.
 
In questo contesto, la ASL 5 Spezzino e l’Ospedale Sant’Andrea di La Spezia, in partnership con l’Università dell’Insubria e con l’Università degli studi di Milano, sono protagonisti di un’iniziativa innovativa e di ampio respiro per incrementare la qualità delle cure, sostenendo l’evidence based practice grazie alla produzione e adozione di linee guida basate sul metodo GRADE. Supportati da Fondazione Carispezia, che eroga i fondi nel contesto della propria attività a supporto della ricerca applicata in campo medico, i medici dell’Ospedale di La Spezia lavoreranno insieme a clinici e metodologi di livello internazionale per sviluppare linee guida che partendo dalle problematiche presenti sul territorio aiutino a superarle, considerando tutte le evidenze disponibili nel mondo.
 
Il progetto, di durata biennale, prevede lo sviluppo di linee guida per le malattie cardiache, la corretta gestione del paziente anziano in polifarmacoterapia, i metodi per migliorare l’erogazione dei servizi.
 
“Il metodo GRADE è il più autorevole tra i sistemi internazionali per lo sviluppo di raccomandazioni che orientano la pratica clinica”, spiega Francesco Orlandini, primario del reparto di medicina interna dell’Ospedale Sant’Andrea di La Spezia. “Sono molto contento che i mie colleghi e io abbiamo l’opportunità di lavorare con ricercatori e clinici di prestigiosi centri di ricerca nel mondo. Sono certo che ragionare con loro sui nostri problemi clinici avrà importanti ricadute: innanzitutto, nel comprendere quali siano le scelte terapeutiche migliori negli ambiti in cui riscontriamo maggiore incertezza e, più in generale, nel rafforzare il ricorso e la consultazione delle evidenze come strumento imprescindibile nella pratica del nostro ospedale. Questo progetto ci aiuterà a entrare da protagonisti in una medicina sempre più internazionale”.

“Questo progetto è un esempio di investimento a lungo termine in un sistema di governance sofisticato, basato sull’informazione medica e su azioni per l’uso coerente delle migliori pratiche”, sottolinea Alessandro Squizzato, medico ricercatore dell’Università dell’Insubria. “Vogliamo sviluppare strumenti che permettano ai medici dell’ASL 5 Spezzino di migliorare senso critico, consapevolezza e attitudine rispetto al concetto di appropriatezza delle cure”.
 
“Il Metodo GRADE supera alcuni limiti tipici di altri approcci alle linee guida. Ancora più importante, però, è l’integrazione della realtà locale, in questo caso spezzina, nel contesto della ricerca nazionale e internazionale, con lo sviluppo di un sistema di relazioni e di scambio sostenibile nei prossimi anni. Le linee guida rappresentano una sfida ormai alla portata sul piano metodologico, ma molto meno sul piano culturale”, conclude Lorenzo Moja, medico ricercatore dell’Università di Milano e membro del Grade Working Group.
 
Francesca Ruggiero
Giornalista e ricercatrice Università degli Studi di Milano


12 febbraio 2016
© Riproduzione riservata

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