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Milano. In pochi giorni tre aggressioni ad operatori sanitari al San Paolo e al Niguarda

La denuncia del NurSind: "Stiamo ritornando a condizioni di lavoro di 100 anni fa: ogni genere di responsabilità ricade sulle nostre spalle e ci dobbiamo accollare pure il rischio di trovarci coinvolti in procedimenti legali, ma senza le adeguate tutele”.

19 GEN - “Nella notte fra martedì 16 e mercoledì 17 gennaio, una donna di circa 60 anni, probabilmente esasperata dai lunghissimi tempi di attesa, ha aggredito due operatori sanitari a calci e a pugni” al Pronto Soccorso dell'Ospedale San Paolo di Milano.
 
Lo ha fatto sapere la segreteria territoriale di Milano del NurSind. L’aggressione è la seconda in pochi giorni al San Paolo: la vigilia di Natale, infatti, un uomo aveva assalito tre operatori sanitari (2 dei quali infermieri) e devastato la sala visite del pronto Soccorso.
Pochi giorni fa, un episodio analogo si è verificato al Niguarda: “una paziente, accompagnata dal 118, in preda a una crisi ha divelto la sala visite, creando il panico tra i pazienti e i parenti in attesa”, hanno raccontano i delegati sindacali NurSind Giovanni Aspromonte e Paola Pias.

"Come dobbiamo comportarci?”, si chiedono Rosario Pagana e Nicoleta Veronica Voichescu dalla segreteria territoriale NurSind di Milano. “Basterebbe applicare la legge. Ad esempio, dare piena applicazione all’Art. 2087 del codice civile, che parla chiaro: il datore di lavoro deve adottare tutte le misure idonee a prevenire sia i rischi insiti all'ambiente di lavoro, sia quelli derivanti da fattori esterni e inerenti al luogo in cui tale ambiente si trova, atteso che la sicurezza del lavoratore è un bene di rilevanza costituzionale che impone al datore di anteporre al proprio profitto la sicurezza di chi esegue la prestazione”.

“Se le aziende non sono in grado di farlo, lo faccia chi è al di sopra delle aziende”, aggiungono i sindacalisti. “Oggi gli infermieri si trovano a svolgere attività di sicurezza. Controllo degli accessi, dei furti nei vari reparti degli effetti personali del paziente, furti a danno degli stessi operatori sanitari e della strumentazione di proprietà ospedaliera. Ogni genere di responsabilità ricade sulle nostre spalle, e ci dobbiamo accollare pure il rischio di trovarci coinvolti in procedimenti legali, ma senza le adeguate tutele. La situazione non è sostenibile. Per questo come NurSind lanciamo un appello, chiedendo ai colleghi infermieri l’importanza di segnalare ogni episodio riguardante le diverse criticità, strutturali, organizzative, che possono mettere a in pericolo la sicurezza, la salute degli operatori e dei cittadini. Stiamo ritornando a condizioni di lavoro di 100 anni fa”.

19 gennaio 2018
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