Coronavirus. Caso Trivulzio. Guardia di Finanza negli uffici della Regione alla ricerca di documenti su direttive a Rsa
Ieri sono partiti i blitz nelle strutture residenziali, con l’acquisizione, oltre che delle cartelle cliniche dei pazienti, di documenti inerenti le direttive inviate dalla Regione Lombardia per la gestione di ospiti anziani e pazienti. L’obiettivo è capire se ci siano state responsabilità nell’organizzazione delle Rsa, che potrebbe avere contribuito alla nascita di focolai tra gli anziani e gli operatori delle strutture.
15 APR - Mentre è ancora alto l’allarme coronavirus, in Lombardia partono le indagini per comprendere se ci siano state responsabilità nel boom di decessi e contagi nelle case di riposo della Regione. Al centro delle indagini, in particolare, il Pio Albergo Trivulzio (Pat), dove tra marzo e oggi sarebbero morte almeno 143 persone. E il caso rischia di travolgere anche la Regione. Dalle carte acquisite durante il blitz nella struttura, sarebbe emerso che le direttive sulla gestione dei pazienti sarebbero arrivate dritte dalla regione. E così oggi la Guardia di Finanza si è recata al Pirellone a raccogliere atti e altro materiale che potrebbero far luce su cosa è accaduto.
Ieri, infatti, al Trivulzio, l'attenzione della Guardia di finanza si sarebbe soffermata anche su alcuni “nuovi arrivi” di pazienti al Trivulzio (una ventina, riferisce l'Ansa), quando era già scoppiata l’epidemia. L’ipotesi è che il Pat possa essere stato una sorta di centro di `smistamento´ verso altre strutture di malati di Coronavirus `a bassa intensità´. Al Pat, rierisce ancora l’Ansa, è stata anche sequestrata la documentazione sui tamponi (pochissimi quelli effettuati nelle Rsa su anziani e operatori) e poi le disposizioni interne sull'uso delle mascherine.
15 aprile 2020
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