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Molise. Di Maio (M5S): “Qui lo stadio più avanzato in Italia di privatizzazione assoluta del servizio sanitario”

Il vice presidente della Camera in visita alla sanità regionale. “Ho visto edifici nuovi di zecca regalati a cliniche private e ospedali pubblici in edifici degli anni 60, intere corsie arredate dalle associazioni di volontariato, nessun primario ma solo facenti funzione. Il privato può completare la sanità pubblica ma non sostituirla. Faremo intervenire il Garante della Costituzione".

21 MAR - In Molise “ho fatto un viaggio nel futuro della sanità italiana. E non mi piace per niente. Qui siamo allo stadio più avanzato in Italia di privatizzazione assoluta del servizio sanitario pubblico”, “si stanno dismettendo interi reparti per regalarli ai privati che faranno business sui servizi sanitari. È inaudito”. Sono questi alcuni dei passaggi del posto che Luigi di Maio, deputato del Movimento 5 Stelle e vice presidente della Camera dei Deputati, ha pubblicato sul suo profilo Facebook per raccontare la realtà della sanità molisana, che ha visitato insieme al collega Andrea Cecconi, membro della Commissione Affari costituzionali alla Camera. Per accendere i riflettori nazionali sul “caos sanità in Molise”, Di Maio e Cecconi, insieme a Giulia Grillo, hanno peraltro presentato una interrogazione alla Camera. L’allarme dei deputati 5 Stelle è chiaro: “La sanità pubblica molisana sta collassando. Colpa di scelte politiche mirate”.

“Ho visto edifici nuovi di zecca regalati a cliniche private e ospedali pubblici in edifici degli anni 60, intere corsie arredate dalle associazioni di volontariato, nessun primario ma solo facenti funzione. Il privato può completare la sanità pubblica ma non sostituirla”. “Quando ai privati non converrà più comprare i farmaci per le chemioterapie, dove andremo a prenderli se non esisterà altro?”, prosegue di Maio.

L’ispezione al Cardarelli, fatta insieme ai portavoce in Regione Antonio Federico e Patrizia Manzo e a quelli del Comune di Campobasso, è stata la prima tappa di una giornata, che “in un sol colpo, ha confermato quanto il Movimento 5 Stelle denuncia da tempo: stanno uccidendo la sanità pubblica”, riferisce una nota di fine giornata.

Dopo l’ispezione, l’incontro pubblico al Pagano in una sala gremita. “Vogliamo portare ‘il caso Molise’ all’attenzione del Governo Renzi e far intervenire il Garante della Costituzione per salvaguardare il diritto dei molisani alla sanità pubblica”, ha detto Luigi Di Maio. “Il Molise è un laboratorio di pessime pratiche, forse perché c’è poca attenzione mediatica nazionale, ma qui si sta per creare un Frankenstein: quello che sta succedendo qui è il preludio di quello che succederà alla sanità in Italia. Sarebbe curioso sapere i legami politici di finanziamento pubblico, niente di illegale ma di immorale, tra i partiti che sono al governo della regione, e che stanno cedendo la sanità ai privati, e coloro che portano voti o finanziamenti pubblici. Ovviamente a partire dell’eurodeputato Patriciello, che so avere molta influenza nella sanità privata di questa regione”, ha aggiunto.

Anche Patrizia Manzo ha specificato che “il nostro territorio è vittima scelte calate dall’alto e di una privatizzazione strisciante: lo vediamo in tanti campi, soprattutto in Sanità”. Ma “la salute è pubblica, lo dice la Costituzione. Certo, servono interventi e ben venga il privato, ma nessuno deve svilire il pubblico”.

Antonio Federico ha ripercorso le tappe di una battaglia in Consiglio regionale, “la proposta del Movimento 5 Stelle per una sanità più giusta, più equa, più equilibrata, anche nei numeri. Il MoVimento 5 Stelle, infatti, ha presentato un documento che imponeva l’85% del budget previsto nel fondo regionale da destinare alle strutture pubbliche. La Regione si è girata dall’altra parte”. Ad ogni modo, ha detto Federico, “la spending review non può avere più importanza della salute dei cittadini“.

Dunque, come ha spiegato Luca Praitano, “abbiamo deciso di alzare l’asticella della denuncia: le condizioni della sanità molisana escono dai confini della regione e arrivano in Parlamento. Abbiamo chiamato la ‘Cavalleria’ e questa è arrivata, dando dimostrazione che riusciamo a fare rete, riusciamo a combattere uno accanto all’altro ad ogni livello, soprattutto in un momento grave e questo lo è. Il Molise sta facendo da cavia, oggetto di una sperimentazione che per ora si fa soltanto qui”.

Andrea Cecconi ha poi rincarato la dose. “Io ho conosciuto diverse realtà sanitarie in Italia, ma quello che sta accadendo in Molise non l’ho mai visto. Quando ci dicono che la sanità pubblica costa più di quella privata dicono una balla. Ai partiti politici, ormai comitati d’affari se non vere associazioni a delinquere, interessa fare soldi con la sanità privata. Hanno preso la regione più piccola, quella che fa meno clamore, per testare un modello che poi ripeteranno nel resto d’Italia. In Molise la sanità è allo sfascio: una regione in Piano di Rientro dal 2007, con l’Irpef al massimo, con personale sottoposto a blocco del turnover. Qui non si dà tutto a tutti, ma solo a chi è in grado di tirare fuori il portafoglio e pagare. La lotta, però, non si può vincere solo a parole. Se non siete voi cittadini a difendere ciò che avete costruito, non si vince”.

21 marzo 2016
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